Il caporalato delle badanti. Tangente di 150 euro in cambio di un anziano da assistere foto

Le fanno venire in Italia, le sistemano nelle famiglie che hanno bisogno di assistenza e una volta assunte si fanno pagare “un caffè per il favore”. Caffè il cui costo varia dai 100 ai 150 euro

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Il “contributo”. Prima di partire per tornare dai suoi figli Raisa ci ha raccontato quello che accade a chi come lei è in cerca di un lavoro.

Giunta in Italia, è stata ospite della sua connazionale Natasha. Grazie a lei ha trovato lavoro prima nella famiglia calabrese e poi in quella lucana. Natasha, è arrivata in Italia, qualche anno fa, per fare la badante. Con gli anni si è fatta spazio, raggiungendo un tenore di vita che poco ha a che vedere con le sue colleghe.

Ha “conquistato” il lagonegrese, e come un ‘magnaccia’ offre le sue donne. Le ucraine vengono ospitate da lei per il tempo necessario a smistarle alle varie famiglie, le quali, a loro volta, ne scelgono una in base all’aspetto, al modo di porsi e alla conoscenza o meno della lingua italiana. Ma Natasha non si ferma qui: passato il periodo di prova della badante scelta dalla famiglia e, quindi, assunta (ovviamente in nero e magari con il visto scaduto) la obbliga a cedere una percentuale di 150 euro. Situazioni simili si verificano su tutto il territorio lucano dove ogni zona è “controllata” da un “caporale”.

Le donne rumene. La stessa condizione vivono le rumene solo che a “venderle” sono i lucani della zona. La quota, questa volta, è di 100 euro: “Un caffè offerto in cambio del favore”. Solo che questa volta la donna che abbiamo incontrato non vuole nemmeno che sia fatto il suo nome. Potrebbe chiamarsi Michela. Si occupa di un vecchietto in un paese del Lagonegrese.

“Sono una donna rumena, io”. E lo dice con tono ironico. E come tutte le rumene- ci racconta- non è che sia sempre ben vista”. A causa di alcuni pregiudizi, le famiglie tendono a scegliere le ucraine piuttosto che le rumene – alcuni ci hanno detto che le rumene sono “più rudi e sfacciate”. “Spesso, se non vivono una condizione idonea tendono ad abbandonare, facilmente, la famiglia per cui lavorano”.

Il legame di queste donne dell’Est con la loro terra d’origine è forte, infatti, ogni quindici giorni, mandano alle famiglie pacchi pieni di giocattoli, caffè, libri, quaderni, pigiami, profumi, alimenti. Li consegnano a connazionali che con pullmini effettuano il trasporto nei Paesi d’origine. La fiducia in questi casi è d’obbligo considerato che oltre ai pacchi affidano loro anche del denaro. Ma, fiducia a parte, queste spedizioni hanno un prezzo: per i pacchi 1 euro al chilo. Se invece devi inviare soldi ad esempio 1.000 euro, devi pagarne 30, per 500, 25.

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