Vivo a Matera in una casa che è diventata la mia prigione foto

Invalido al 100% e assegnatario di un alloggio del Comune, aveva fatto una semplice richiesta di abbattimento delle barriere architettoniche. Sono passati quattro anni e non è successo nulla

Marzio Muscatiello, ultrasessantacinquenne, è affetto da un grave deficit della deambulazione, con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita. Vive a Matera, in una casa che è diventata la sua prigione. 

Aveva quindi chiesto al Comune, con apposita istanza depositata l’ormai lontanissimo 1 agosto 2013,  di eseguire, all’interno dell’alloggio di appena 40 mq (di cui pubblichiamo le foto) che occupa insieme alla moglie, di apportare le necessarie modifiche al fine di poter “comodamente” usufruire almeno del bagno e della camera da letto.

Una semplice richiesta di abbattimento delle barriere architettoniche che il signor Marzio, ex dipendente del Comune di Matera, invalido al 100% e assegnatario di un alloggio del Comune, aveva fatto sperando di poter ricevere una risposta concreta che gli consentisse di non essere più prigioniero in casa sua.

Ma da quel 1 agosto 2013 il tempo è trascorso nel più totale silenzio e finte rassicurazioni del Comune, per cui a Muscatiello non è rimasto altro che protestare e nella maniera più dura possibile.

E così lo scorso 4 gennaio Marzio si è incatenato davanti alla sede municipale di Matera minacciando di darsi alle fiamme, utilizzando una tanica di benzina. Gesto che solo l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha potuto impedire.

A questa estrema iniziativa è seguita l’installazione, ad opera del Comune, della rampa sulle scale che almeno, dovrebbe consentire all’uomo di poter respirare all’aria aperta. Ma così non è stato perché non è stato realizzato lo scivolo tra portone e terreno antistante lo stabile.

Per il resto il solito silenzio e la solita indifferenza, se non il blando riferimento ad una misteriosa graduatoria che il Comune dovrebbe rispettare per poter “comodamente” usufruire almeno del bagno!

Il sig. Muscatiello si è quindi rivolto ad uno studio legale di Roma per chiedere tutela e assistenza. E così l’avvocato Gelsomina Cimino dopo aver accettato di seguire il caso ha scritto al sindaco De Ruggeri, all’assessore alle Politiche sociali, al Dirigente del Settore patrimonio e per conoscenza all’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi civili diffidando il Comune ad adempiere, entro trenta giorni, l’istanza presentata ormai quattro anni fa dall’uomo. 

Ho denunciato le pessime condizioni anche igieniche in cui è costretto a vivere il sig. Muscatiello – spiega l’avvocato Cimino- che pur di potersi districare fra le piccole pareti di casa, ha abbandonato la classica ma regolamentare sedia a rotelle che non gli permetteva di varcare le porte del bagno e della camera da letto, per usufruire di una banale sedia a rotelle da studio: resta l’impossibilità di poter godere di un bagno caldo e di poter fare una doccia pur restando seduto!

Dopo aver ricordato agli organi preposti che la normativa vigente oltre a tutelare con la massima priorità le esigenze dei disabili, non prevede, anzi esclude espressamente che possa farsi luogo a graduatorie di sorta, se non nei limiti di evasione secondo l’ordine di priorità/gravità- sottolinea il legale- ho concesso, come mi impone la legge, un termine di trenta giorni per soddisfare le richieste del sig. Muscatiello, invitando peraltro il sindaco a fornire gli estremi della procedura contemplata dalla normativa citata, per poter usufruire di sussidi regionali:

si dà infatti il caso che nel corso dei molteplici solleciti eseguiti dal sig. Muscatiello, membri dell’organico della Presidenza di Regione, abbiano addirittura comunicato per iscritto che la Regione abbia provveduto ad elargire i fondi destinati ad opere di abbattimento delle barriere elettroniche ma i fondi si sarebbero perduti nei meandri della burocrazia!

Dal ricevimento della mia raccomandata -conclude Cimino- sono già trascorsi dieci giorni senza che sia stata intrapresa, dagli organi preposti alcuna iniziativa. Non esiterò ad adire l’Autorità Giurisdizionale competente per far accertare e ritenere l’illegittimo silenzio serbato dall’Amministrazione, con espressa richiesta di risarcimento dei danni morali ed esistenziali patiti e patiendi dal mio assistito, dalla data della domanda fino al soddisfacimento coattivo che, se del caso, sarà eseguito da un Commissario ad acta nominato dal Tribunale”.

Intanto Marzio Muscatiello rimane un invisibile confinato nella sua casa con buona pace degli amministratori della Capitale europea della Cultura.