Nel nuovo romanzo di De Marco lo ‘Stato d’essere marginale’ di molti studenti lucani foto

La strada per la città è il titolo del nuovo lavoro dello scrittore di San Severino Lucano

 

Come è bello il romanzo di Saverio! Catapultata, come in un film, negli anni universitari, nell’atmosfera e nelle vie di Roma. Si dice che Roma sia una città del sud, è vero se si vive la sua periferia. ‘Luogo marginale’ che ci avvicina alla solitudine dei nostri paesi. ‘Stato d’essere marginale’ quello di molti studenti lucani.

Per citare Ernesto De Martino, la strada per la città porterà Luciano a una ‘crisi della presenza’, a uno smarrimento di sé, nei momenti più tragici della sua esperienza non ricorderà più nulla.

La crisi sarà superata grazie alla capacità di conservare nella coscienza le memorie della sua terra, il Pollino, luogo ideale per l’esplorazione della natura più selvaggia e del proprio mondo interiore. Nella contestazione politica si scorge un più ampio senso di giustizia, la lotta dei più deboli contro un ruolo di subalternità culturale, economica e sociale.

Luciano cade e si rialza, come non provare gratitudine nei suoi confronti! Studente e lavoratore, valorizza le sue doti personali e i propri valori, patrimonio non acquisito acriticamente ma recepito con analisi profonda e personale. Questo il motivo per cui si respira, in tutte le avventure di Luciano, un ‘sentire lucano’ e si intraprende con lui un viaggio nell’anima dei luoghi.

Per ritrovare sé stessi, quale migliore rituale magico se non quello di saper scalare le vette del Pollino, di scendere negli anfratti dei briganti, di lasciarsi circondare dalla musica del silenzio e trapassare dallo sguardo del lupo. Anche l’amore, idealizzato, romantico e erotico, fa parte di questo viaggio iniziatico.

Un viaggio volto all’ introspezione di sé attraverso la materialità e la spiritualità dei luoghi. Ecco che ci ritroviamo a girare per la Basilicata, proprio come si fa in un’escursione in montagna con un giro ad anello.

Proprio come in un’escursione riusciamo a soffermarci sui sassi, sulle foglie e sugli insetti più piccoli e nello stesso momento sugli orizzonti lontani, così è questo intenso giro nei paesi lucani delle due province.

Riusciamo a sorseggiare un buon bicchiere di vino arberesh e a volare sui suoi castelli attraversando le bellezze e le criticità di questa terra arcaica. Molto di più si potrebbe dire ma dico solo che alla fine del libro ho ululato anche io!

Rosita Volpe (docente di italiano e latino, dialettologa)