Il Consorzio Asi di Potenza salvato con oltre 3 milioni tolti alla sanità

E' di tutta evidenza che si continua ad agire sull'onda dell'improvvisazione e senza  programmazione alcuna

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Ancora una volta assistiamo a scelte estemporanee da parte di questo governo regionale, scelte da vecchia politica e che danno tutto  il senso delle priorità che si perseguono.

Togliere 3 milioni e 400 mila euro alla sanità per destinarli al salvataggio dell’Asi è una decisione sbagliata, che non solo sottrae risorse ai diritti delle persone ma, cosa ancor più grave, le direziona a tappare buchi generati da non scelta, dalla politica dei rinvii e da una mala gestione delle risorse pubbliche e private. 

E’ di tutta evidenza che si continua ad agire sull’onda dell’improvvisazione e senza  programmazione alcuna.

Da un lato si fanno meri esercizi compilativi di un piano socio sanitario “strategico”, dall’altro si sottraggono risorse economiche essenziali per garantirne l’attuazione minando in radice una piena e chiara relazione tra prestazioni garantite e diritti.

Privare di risorse le prestazioni extra Lea è sintomatico dell’approccio culturale con il quale si guarda alla sanità in questa regione, dove i bisogni delle persone passano in subordine ad esigenze contabili prodotte da un apparato generatore di costi e la cui utilità, a oggi, è ancora tutta da dimostrare.

Non si ha nessuna traccia del rilancio industriale menzionato nei buoni propositi di coloro che si sono susseguiti alla guida dell’Asi. E’ indubbio, infatti, che sino a ora il Consorzio sia stato una valida sponda per collocare dirigenti e/o amministratori esterni e così soddisfare esigenze più legate a equilibrismi politici che ad appianare i problemi dell’ente e la sua situazione debitoria.

Ma la scelta che si compie oggi di sottrarre risorse destinate al finanziamento sanitario per appianare debiti promananti da situazioni incancrenite che non hanno alcuna affinità d’ambito e di scopo con un diritto essenziale delle persone qual è quello alla salute, lascia interdetti e dà la cifra della irresponsabilità  politica con la quale si affrontano questioni essenziali nel governo della regione, pensando di risolverle postando risorse di qua e di là in un bilancio sempre più misero.

Un uso della cosa pubblica privo di un progetto di lungo respiro per questa regione ormai attanagliata nelle maglie della contingenza e dalla logica dei rinvii sta compromettendo la tenuta stessa dell’intera regione e dei diritti fondamentali previsti dalla costituzione: salute, istruzione e mobilità.

Angelo Summa, Segretario generale Cgil Basilicata

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