L’eolico e gli interessi inconfessabili hanno vinto sul Parco del Vulture

I primi tentativi di perimetrazione risalgono al 1994, da allora ogni tentativo è fallito. L’ultimo tentativo risalente al 2007 fallito anche quello per oscuri motivi

E’ vero, il parco regionale del Vulture nasce menomato, deformato. E’, per dirla con gli ambientalisti, un’area “mostruosa” dal punto di vista naturalistico-ambientale.

I governi regionali lucani sono avvezzi ormai da decenni agli strafalcioni di ogni specie. Questa del Parco vulturino è l’ennesima prova di una Regione che insiste nella politica cerchiobottista. Vuole il Parco, ma anche gli elettrodotti e le pale eoliche e magari anche i pozzi di petrolio tra querce, farfalle e fiumare.

I primi tentativi di perimetrazione risalgono al 1994, da allora ogni tentativo è fallito. L’ultimo tentativo risalente al 2007 fallito anche quello per oscuri motivi. Finalmente, con la velocità tipica dei governi lucani, dopo 23 anni ecco il Parco con il suo bel perimetro a spezzatino. Un Parco praticamente inutile, ma forse utile a distribuire qualche poltroncina e a gestire risorse per il consenso elettorale. Una delle tante robette scritte sulla carta, ma inconsistenti sul piano della concretezza degli obiettivi. Perché tutto questo? Semplice: hanno vinto la superficialità e le lobby dell’eolico.

La superficialità di una programmazione a zonzo, nella quale si sono insinuate situazioni di fatto che hanno impedito una corretta e più razionale gestazione del Parco. Nell’arco di 23 anni in quel territorio si è insediata la Fiat, si sono moltiplicate le discariche e sono stati autorizzati impianti eolici senza alcun criterio se non quello degli affari.

Pale eoliche disseminate ovunque che sfregiano il paesaggio e i percorsi naturalistici. L’insensatezza con cui si è consentito a taluni personaggi, nascosti dietro le società di produzione energetica, di violentare il territorio a piacimento, è la causa del Parco spezzatino e inutile.

Insensatezza a cui si aggiunge un’assoluta assenza di visione nella gestione della programmazione regionale. Se devo e voglio realizzare un parco naturalistico non autorizzo impianti eolici e fotovoltaici nel cuore del territorio potenzialmente perimetrabile, non autorizzo elettrodotti né discariche di rifiuti. Interessi delle società energetiche ed egoismi localistici hanno vinto facile grazie a una Regione che non sa dove sta di casa la programmazione.