I lati oscuri della rimborsopoli lucana. Se siete innocenti rinunciate alla prescrizione foto

Un processo che non finisce mai. La Basilicata ancora non sa se alcuni rappresentanti del popolo sono gentiluomini o mascalzoni

Quella legge che dopo dieci anni viene approvata in fretta a furia

Dobbiamo fare un passo indietro. Siamo a gennaio 2014, il nuovo Consiglio Regionale si è appena insediato dopo le elezioni anticipate in seguito allo scandalo dei rimborsi. Marcello Pittella è da poche settimane il presidente della Regione. C’è tensione intorno alle indagini della magistratura contabile e ai filoni di inchiesta avviati dalla magistratura ordinaria. Alcuni Consiglieri e il presidente sono indagati. C’è il rischio di una sentenza di condanna da parte della Corte dei Conti. Sentenza che arriverà due anni dopo. C’è l’incognita delle indagini della magistratura. Che si fa per evitare il peggio? Una legge! La propone Roberto Cifarelli, Pd. Il provvedimento, ha lo scopo “di dare attuazione – si legge nella relazione – ai principi fondamentali in materia di incompatibilità per lite pendente con la Regione”, introdotti dalla legge n. 165/2004…” Sarebbe a dire? Semplice: è urgente mettere in sicurezza la posizione di Pittella e altri consiglieri in relazione alla compatibilità della carica con la loro posizione personale nella vicenda rimborsopoli.

Ed ecco la legge, approvata a maggioranza in soli 6 giorni (con 16 voti favorevoli e 3 voti contrari dei consiglieri Perrino, Leggieri e Romaniello): E’ incompatibile, fatte salve le esclusioni previste dalle norme vigenti, con la carica di consigliere regionale, di componente della Giunta e di presidente della Regione, colui che è parte attiva di una lite con l’ente. Qualora il soggetto non sia parte attiva della lite, sussiste incompatibilità esclusivamente nel caso in cui la lite medesima sia conseguente o sia promossa a seguito di giudizio definito con sentenza passata in giudicato. La presente disposizione si applica anche ai procedimenti in corso.”

I dubbi

Dobbiamo presumere, senza pretesa di certezza o verità, che qualcosa non quadra. Vediamo cosa e perché. I consiglieri eletti, entro i venti giorni successivi alla proclamazione, hanno rilasciato una dichiarazione dalla quale risulti se essi versino in una delle condizioni previste dalla Legge come causa di ineleggibilità ed incompatibilità. E’ certo che sia Pittella, sia altri, hanno escluso nella loro dichiarazione la sussistenza di tali condizioni. Però, c’è un però. Al momento della dichiarazione la legge Cifarelli non esisteva, era invece in vigore la legge 165/2004 e, soprattutto, la legge 154/81 che richiamano la previsione della causa di incompatibilità per lite pendente con la Regione, punto e basta. Quelle norme non fanno alcuna distinzione tra parte attiva e passiva e nessuna previsione di giudizio definitivo con sentenza passata in giudicato, né applicazione ai procedimenti in corso. Le ulteriori previsioni o precisazioni arrivano a gennaio 2014 con l’approvazione in Consiglio della proposta di Cifarelli in attuazione di una legge del 2004. Per dieci anni, nessuno ha mai ritenuto di adottare norme attuative di quella legge.

Dunque, è possibile che Pittella e altri abbiano reso falsa dichiarazione? Considerato che di fatto avevano una lite pendente con la Regione a causa di rimborsopoli? E’ possibile che Pittella e altri consiglieri erano incompatibili già al momento della proclamazione? La legge n.154/81 in vigore prima della proposta Cifarelli era chiarissima: È incompatibile colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile o amministrativo (non in materia tributaria), con la Regione. Pittella e gli altri, allora sottoposti a indagini della Corte dei Conti e della magistratura ordinaria si trovavano nella condizione di lite pendente? Forse no, forse sì. Comunque qualcuno in quei giorni fiuta un rischio. Quale? Andiamo a vedere. (continua nella pagina seguente)