Pittella & Iannicelli. Premiata ditta elettorale
Dagli interinali all’Arpab ai lavoratori in affitto nella Sanità pubblica. Un esercito di precari “schiavi” del voto
Qualche papocchio in odore di campagna elettorale, la Regione, ovvero l’Arpab, sembra lo stia impastando con l’assunzione di interinali a rinforzo dell’organico dell’Agenzia per l’ambiente. E non solo. Nei giorni scorsi il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianni Rosa ha presentato un’interrogazione a risposta immediata per fare chiarezza sulle procedure selettive.
E noi abbiamo incontrato uno dei giovani laureati convocati per la selezione che ha voluto raccontarci la sua esperienza. Abbiamo usato un nome di fantasia.
Allora, Canio, che sta succedendo?
Partiamo dal fatto che siamo stati convocati in centinaia per ogni categoria di inquadramento a fare un test. Da questo test è venuta fuori una lista di idonei alla selezione convocati per la formazione e l’assunzione. Siamo stati chiamati in filiale (sede Manpower) e ci hanno praticamente detto che noi idonei siamo un di più.
Che significa “un di più”
Che potrebbero non esistere possibilità di assunzione in quanto ci sono risorse già inquadrate come ‘aventi titolo’. Nonostante tutto, ci hanno chiesto di sottoscrivere un modello di disponibilità all’assunzione che vale per sei mesi, periodo in cui siamo “obbligati” a non lavorare per nessun altro. Alla domanda: ‘a che posto sono in graduatoria’ il responsabile di filiale ci ha detto testuali parole: ‘Non ve lo facciamo sapere poiché potreste decidere di andar via se non dovesse essere conveniente per voi, quindi pubblicheremo tutto in seguito’. Ad oggi non c’è nessun elenco pubblicato. Alcuni miei colleghi sono stati formati e non chiamati. Altri, come me, neanche formati. A loro detta, le aule per la formazione sono piccole e incapaci di ospitare tutti gli idonei. Quindi, Manpower si riserva di non dare ulteriori informazioni circa future date di formazione, possibilità e così via, se non su disposizioni di Arpab.
Se abbiamo capito bene, tu ed altri ragazzi siete tra parentesi, sospesi: non sapete che fine farete con Arpab però nello stesso tempo non potete cogliere eventuali altre opportunità lavorative?
Perché sanno che ho un vincolo. Dovevo lavorare con una Società di ricerche, resto a piedi perché devo dare una disponibilità semestrale più proroga. Per quanto non c’è una penale in caso di rinuncia, nessuno mi assume ugualmente per paura. Questi non rispondono neanche alle e-mail. Ho chiesto di conoscere la mia posizione in graduatoria per fare le opportune valutazioni e decidere per una eventuale rinuncia. Sono in un elenco di convocati, ma in quell’elenco non c’è alcun riferimento alle posizioni in graduatoria. E’ un elenco neutro. Loro non rispondono ufficialmente ma mi hanno detto chiaramente: ‘Se non ti chiamo a telefono non venire’.
Insomma, tu sei un aspirante idoneo, sei in un elenco che non è una graduatoria, hai firmato un impegno alla disponibilità semestrale che non ti consente di lavorare altrove, per cui non sai che pesci prendere. Sei su una specie di graticola in attesa di qualcosa e non sai cosa. Esatta la sintesi?
E’ proprio così. Qui qualcosa non quadra.
Lasciamo Canio e andiamo scrutare in qualche documento. Per la verità. Qualcosa davvero non quadra. Come quella delibera del direttore generale dell’Arpab, Edmondo Iannicelli, la numero 11 dell’11 gennaio scorso. Qui Iannicelli, punta sull’interinale in prova. Cerchiamo di spiegare. Il contratto di somministrazione prevede per il lavoratore interinale un periodo di prova di 11 giorni “al fine di accertare la competenza professionale”. Per cui i dirigenti Arpab, assegnatari di lavoratori interinali, dovranno predisporre dettagliata relazione in ordine alla capacità professionale del lavoratore, nella specifica attività.
Tali dirigenti, quindi, possono chiedere la sostituzione del personale interinale “indicando puntualmente le attività a cui è stato sottoposto e le gravi lacune riscontrate nell’espletamento delle stesse, tali da giustificare la richiesta”.
Undici giorni di prova, il che vuol dire che questi ragazzi saranno assunti per circa 110 giorni, tutti. Precisiamo che l’interinale in prova è una facoltà e non un obbligo. L’Arpab si è avvalsa della facoltà.
Siamo di fronte ad una vera e propria “tortura” psicologica a danno dei giovani interinali. Perché? Va premesso che appare strano il fatto che i lavoratori, già selezionati da un’agenzia che per questo viene pagata, la Manpower, debbano poi superare un periodo di prova. A che serve la procedura di selezione e la formazione di questi ragazzi? Il fatto grave è che questi giovani sono sottoposti ad una sorta di “ricatto” continuo. Dal primo ingresso alla Manpower fino all’ingresso negli uffici di Arpab. Strano? Per niente se si considera che il 4 marzo si vota. E statene certi che questa tarantella di opaca trasparenza, di “aspetta che ti chiamiamo noi” e così via, durerà fino a marzo, se tutto va bene.
Poi però ci saranno le elezioni regionali. E qui arriva il secondo tempo del “ricatto”. Ci sarà una proroga? Chi sarà prorogato? Si prevede un’assunzione a tempo indeterminato nei ruoli dell’Arpab? E chi saranno i fortunati? Ma che domande sono queste! Dipenderà dal voto, naturalmente. Già, il voto.
E sarà per questa ragione che la Regione ha indetto un bando di gara per l’assunzione di interinali nella sanità? 45milioni di euro per produrre decine di precari infermieri, radiologi, ingegneri, chimici, operatori socio sanitari, autisti tutti sottoposti al ricatto del voto?
Trattare questi ragazzi come merce in affitto ad accumulatori di consenso elettorale è vergognoso.
Poveri ragazzi, povera Basilicata.