Candidati, signore e signori, la fate una proposta seria per la Basilicata?

11 febbraio 2018 | 16:28
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Candidati, signore e signori, la fate una proposta seria per la Basilicata?

Gli elettori dovrebbero scegliere i loro rappresentanti tra coloro che non si candidano

In Basilicata tra il 2008 e il 2014, il reddito famigliare subisce una riduzione del 35% a fronte di un calo nel Mezzogiorno e nel Paese rispettivamente del 9,2% e dell’11,2%. La caduta del reddito ha comportato una contrazione del 35,5% dei consumi delle famiglie. Contrazione più elevata di quella registrata nell’area meridionale, 9,9% e nella media in Italia, 11,7%.

L’indice di povertà delle famiglie è del 25%, cioè una famiglia su quattro vive in condizioni di povertà. Il 7% della popolazione vive in situazioni di sovraffollamento abitativo e in abitazioni prive di servizi essenziali e con problemi strutturali.

L’indicatore sintetico di deprivazione che misura e quantifica l’esclusione sociale è pari al 15%, e i minori che vivono in condizioni di deprivazione sono circa 10mila.

L’analfabetismo funzionale è al 50%. Più del 40% degli adulti tra 25 e 64 anni è fermo alla licenza media. Il 51% degli adolescenti frequenta scuole dotate di infrastrutture insufficienti a garantire l’apprendimento. Un alunno di 15 anni su tre non raggiunge le competenze minime in matematica, e uno su cinque in lettura. Un ragazzo su dieci con età compresa tra i 18 e i 24 anni (13,3%) ha abbandonato gli studi fermandosi alla licenza media.

Cresce il consumo di alcol tra i minori 11-17 anni, e le diverse forme di dipendenza coinvolgono circa il 10% dei giovani 14-24 anni.

Il numero di occupati cresce in tutto il Mezzogiorno e cala in Basilicata ( -3800 nel terzo trimestre 2017). Il tasso di disoccupazione giovanile si aggira intorno al 47%.

I dati demografici ci consegnano una Regione destinata a perdere nei prossimi 30 anni il 20% della popolazione.

Il welfare sociale rimane la cenerentola delle politiche. Da anni, i servizi socio-assistenziali e socio-educativi sul territorio sono precari, scarsi, privi di un governo organico e affidati all’improvvisazione.

Vige un sistema clientelare tra i più forti del Paese. Il voto di scambio è una consuetudine elevata a costume tradizionale. I circuiti di affari intorno ai settori dell’energia (acqua, idrocarburi, eolico), intorno ai fondi europei e statali, alla gestione dei rifiuti, della sanità, degli appalti e delle consulenze è diventato il vero sistema economico, chiuso e opaco, in cui agiscono ampi strati della politica e delle imprese. Un sistema economico oscuro che ha modellato persino la struttura delle relazioni sociali.

Se questo quadro di realtà non cambia, lo sviluppo non lo vedremo mai, neanche con il binocolo.

Le signore e i signori candidati nei collegi lucani, hanno qualcosa da dire? Lo so che siamo in una campagna elettorale per eleggere deputati e senatori, ma qualche idea per migliorare le condizioni della Basilicata dovreste averla, o no? In fondo è qui che dovete conquistarvi il consenso. Sembrate tutti uguali. E noi vogliamo le differenze. Proposte serie, documentate, credibili, ne avete?

Faccio alcuni esempi, tanto per dare degli indizi. Avete una proposta per contrastare la povertà educativa? Un’idea per mettere a regime un welfare sociale capace di promuovere alle radici capitale umano e cultura civica, ce l’avete? Un piano per lo sviluppo dell’occupazione nei settori ad alta intensità di lavoro, lo immaginate? Un piano per l’infrastrutturazione sociale e culturale, lo avete in mente? Un’idea di programmazione di sviluppo capace di armonizzare le misure sui fondi europei e statali? Un piano per la salvaguardia e la messa a valore economico degli asset storici del territorio? Acqua, ambiente, unicità antropologiche, storia, paesaggi, tradizioni. Potremmo continuare all’infinito. Molti di voi, purtroppo, non sanno nemmeno di che cosa si parla. E quelli che sanno di che parliamo, spesso sono gli stessi che hanno distrutto le speranze di sviluppo sull’altare delle carriere personali. Continuate a parlare di tasse, di onestà, di immigrati, dei costi della politica, di bolli, di canone, di congiuntivi e di ministri senza laurea. Fate pure. Sembrate tutti fantasmi apparsi all’improvviso in campagna elettorale.

Conosco un uomo, si chiama Pietro De Sarlo. È un lucano doc. È stato dirigente di Banca Intesa, stimato e rispettato. Scrittore, intellettuale di spessore, economista. Ha proposto piani e idee di sviluppo per la Basilicata. Li ha gridati, scritti, diffusi. Ha perso la voce a furia di urlare. Niente slogan, poesie, citazioni, no. Proposte, le sue, concrete, documentate, studiate, realizzabili. Non le condivido tutte, non condivido alcuni dei riferimenti culturali che le ispirano. Sono certo però, che se fosse stato candidato, in qualunque movimento o partito, lo avrei votato. E sapete perché? Perché avrei visto in lui un lucano che ama la propria terra, che ha idee, progetti, programmi fondati sulla conoscenza, sulla competenza, sulla passione. Senza alcun interesse personale o di famiglia. Nessuno lo ha candidato. Nessuno lo ha contattato. Forse neanche avrebbe accettato, chissà. Come lui, ce ne sarebbero altri. Non me ne vorrà Pietro se uso il suo nome per dimostrare quanto sia triste la politica lucana che pesca i candidati dal vecchio cesto dei farabutti e nella nuova vetrina di personaggi senza arte né parte.

E’ proprio vero, ciò che scrisse Roberto Gervaso: “Gli elettori dovrebbero scegliere i loro rappresentanti tra coloro che non si candidano.”