Recluso in una casa con barriere architettoniche, il Tar di Basilicata resta in silenzio

L'uomo, che vive in una casa con barriere architettoniche, che si era rivolto al Tribunale amministrativo per far dichiarare l’inadempimento del Comune di Matera

Di Marzio Muscatiello, persona disabile che vive in una casa con barriere architettoniche ci siamo occupati più volte. L’uomo aveva chiesto al Comune, con apposita istanza depositata l’ormai lontanissimo 1 agosto 2013,  di eseguire, all’interno dell’alloggio di appena 40 mq che occupa insieme alla moglie, le necessarie modifiche al fine di poter “comodamente” usufruire almeno del bagno e della camera da letto.

Una semplice richiesta di abbattimento delle barriere architettoniche che il signor Marzio, ex dipendente del Comune di Matera, invalido al 100% e assegnatario di un alloggio del Comune, aveva fatto sperando di poter ricevere una risposta concreta che gli consentisse di non essere più prigioniero in casa sua. La risposta non era arrivata, per questo si era rivolto al Tar – come scrive il suo legale, l’avvocato Gelsomina Cimino- per far dichiarare l’inadempimento del Comune di Matera sulla domanda volta all’abbattimento delle barriere architettoniche nell’edificio del Comune che occupa da 5 anni e dal quale sarà presto sfrattato, così almeno hanno annunciato i Dirigenti del Comune.

Secondo il Tribunale Amministrativo della Regione Basilicata, il Comune avrebbe “soddisfatto” le richieste di Muscatiello comunicandogli, “appena 14 giorni dopo la lettera di diffida dell’avvocato Gelsomina Cimino” – ma dopo ben 4 anni dall’istanza del Muscatiello! – che la sua richiesta è collocata al 30esimo posto di una fantomatica graduatoria che il Comune si è ben guardato dal rendere pubblica.

La legge- ricorda l’avvocato Cimino- riconosce priorità assoluta nell’attribuzione degli incentivi regionali, ai portatori di handicap e allora o i 29 in graduatoria sono tutti almeno nelle stesse condizioni di Muscatiello, o qualcosa non torna….

Ma il Tar si spinge oltre e dopo aver considerato come “provvedimento espresso” una semplice nota  del  Comune di Matera mai  notificata al Muscatiello, soggiunge che in ogni caso, il contributo regionale può concedersi solo a lavori eseguiti.

Il pugnace Muscatiello- aggiunge il suo legale-  che vive di una pensione di appena 800 euro euro doveva quindi egli stesso anticipare le spese necessarie e poi aspettare… aspettare che il Comune, avvedutosi che il suo era solo un “alloggio parcheggio” l’avrebbe diffidato a lasciare l’abitazione, come infatti è avvenuto.

Forse è solo il Paese di Pulcinella -conclude Cimino- ma faremo appello al Consiglio di Stato e se necessario alla Corte di Giustizia dei Diritti dell’Uomo, perché non è possibile che il cittadino debba essere sempre considerato alla stregua di un “suddito” che deve, con grato animo, accettare tutto quello che comunque il “Palazzo” si compiaccia di ottriargli, arrampicandosi anche a fantomatici “Provvedimenti” mai notificati al Muscaiello!

“La giustizia dovrebbe essere uno scudo per i deboli e gli impotenti, non un club per i potenti!”