Itrec Rotondella: “Non abbassiamo la guardia”

Lettera aperta alle Autorità coinvolte nel piano di caratterizzazione inquinamento del sito nucleare in provincia di Matera

Sulla situazione Itrec di Rotondella, il gruppo di Opposizione “Rotondella prima di Tutto” non abbassa la guardia. Anzi, dopo le innumerevoli interrogazioni e interventi in questi tre anni di immobilismo, propone oggi la seguente lettera aperta alle autorità competenti con nuovi interrogativi. Inoltre invita tutti coloro, associazioni e comitati, interessati alla questione di condividerla e farla propria per essere uniti nell’avere le risposte che ancora mancano e mettere in campo le azioni, ormai urgenti, per risolvere la questione.

Prendiamo spunto dalla recente (15/02/2018) comunicazione inviata da Sogin alla Regione, per la prevista richiesta di parere circa l’eventuale necessità di attivazione della procedura di Valutazione di incidenza Ambientale per il “riutilizzo delle terre derivanti dalle operazioni di scavo eseguite nell’ambito del cantiere dell’impianto ICPF, per interventi di mitigazione paesaggistica consistenti in sistemazione morfologica e vegetazionale delle aree antistanti il sito”, per chiedere lumi a codeste Autorità circa la situazione delle terre da scavo di cui sopra, che ci risultano depositate “temporaneamente in area Enea Trisaia a partire dal lontano autunno 2014 e sino a circa inizio estate 2015 (se non anche oltre), e da allora (e tuttora) soggette, senza copertura e senza isolamento dal terreno, a tutti gli agenti atmosferici, in attesa del loro destino.

Giova ricordare che con Determina comunale prot. N. 1380 del 18/03/2014, il Comune di Rotondella aveva espresso “nulla osta alla realizzazione del progetto” del Capannone ICPF, fatte salve alcune prescrizioni, tra le quali quella, che più ci interessa, prevedeva che i dati di caratterizzazione ambientale e radiologica (effettuate da Arpab) dei terreni provenienti dagli scavi dovessero essere trasmessi ogni due mesi al Comune di Rotondella.

Abbiamo ripetutamente segnalato tale questione a chi di dovere, e da ultimo con nota del  10 novembre 2015 al capoufficio tecnico del Comune, in tempo utile perché nella prima conferenza di servizio di novembre 2015 se ne potesse tener conto, nonché con nota del 19 gennaio 2016 al Sindaco, agli assessori comunali e a tutti i consiglieri comunali, chiedendo altresì copia dei report bimestrali delle analisi effettuate da Arpab, se esistenti. A quanto pare, nessuno si è premurato di far rispettare la precitata prescrizione!

Tant’è che a tutt’oggi, le uniche analisi disponibili (effettuate da laboratorio incaricato da Sogin) sono quelle delle carote prelevate “ante operam” (prima degli scavi), nel gennaio 2013, e quelle riportate in un paio di Rapporti di Prova ARPAB, a nostro avviso insufficienti per i pochi parametri analizzati, e tra l’altro riferito genericamente all’analisi di “campione da cumulo (DMC3/DTC3)”, prelevato a gennaio 2015, (cioè prima che si sapesse nel mese di giugno dell’esistenza dell’inquinamento) e non meglio definito.

Orbene, dove sono questi dati di caratterizzazione, che oramai dovrebbero essere costituiti da almeno una decina di certificati analitici bimestrali, fra parte radiologica e parte ambientale (chimico-fisica convenzionale)?

Tenendo conto che nel frattempo (giugno 2015, o forse prima) era stata scoperta la (pregressa) contaminazione della falda superficiale Trisaia (da Cr VI, tricloroetilene, etc)., anche sotto l’area Itrec, possiamo ritenere, per logica, che tali contaminanti siano poi finiti nelle terre da scavo abbancate, tenendo presente che gli scavi propedeutici alla sistemazione dei pali di fondazione del costruendo deposito si sono spinti a profondità tali da intercettare e interessare per molti metri la falda, rimuovendo quindi parte del sottosuolo contaminato, poi depositato nelle aree di stoccaggio.

In conclusione si chiede a codeste Autorità: Di fornirci o farci comunque visionare i previsti certificati analitici bimestrali ARPAB, di cui alla determina comunale su citata; Di chiedere, a Sogin e/o Arpab, ove non fossero previste inizialmente, che vengano effettuate, sui terreni abbancati, anche analisi per i parametri chimici riferibili ai contaminanti trovati in falda, con opportuno campionamento rappresentativo dell’intera massa abbancata, tramite carotaggi a diverse profondità; Di segnalare, a chi di competenza, che nella griglia di campionamento per le analisi del suolo/sottosuolo, di cui al Piano di Caratterizzazione, risulta inspiegabilmente trascurata proprio la zona al di sotto e immediatamente attorno ai cumuli abbancati, e di chiedere contestualmente analisi aggiuntive integrative, anche per escludere contaminazione aggiuntiva del suolo, eventualmente dovuta alla percolazione di contaminanti presenti nelle terre da scavo, da tempo abbandonate a se stesse.

Gruppo “Rotondella prima di tutto”