Occorre riscoprire con forza Sant’Agostino e San Tommaso

Nel fallimento della politica “rivoluzionaria” in atto, risorge, per volontà di Dio il pensiero di Ratzinger.

Ero lì, raccolto in meditazione nella meravigliosa chiesa napoletana del Monastero di santa Chiara, non più tardi di un mese fa, seduto su una panca, quando improvvisamente il maestoso e meraviglioso silenzio della chiesa venne interrotto dalla pacata invadenza di due anziani napoletani, che tra tante panche dove potersi sedere, scelsero proprio quella dietro alla mia. Pazienza, dissi tra me e me. Pochi muniti di silenzio quando improvvisamente il più anziano dei due chiese in dialetto napoletano all’altro: “sient Viciè, ma sì o Papa tedesch s’è dimess, pecchè era viecch assai, pecchè non è muort e campa ancor? …”. E subito Vincenzino gli rispose: “Cirisiè, evidentement o patatern accussì à vulut …”.

Chiedo scusa se il mio dialetto napoletano non è perfetto, dico solo che a quel punto non potetti non girarmi che subito il sig. Ciro mi chiese: “Signurì, secondo voi accussì è ghiut? …”. Ed io, sia pur colto di sorpresa, istintivamente risposi: “Il Padreterno è Onnipotente, e solo Lui sa come debbono andare le cose, ‘ncoppa a stu munn”.

Ciro e Vincenzino. L’acume e l’intelligenza del popolo napoletano, ancora una volta hanno fatto centro: l’interrogativo del sig. Vincenzo è di una meravigliosa realtà, perché Papa Benedetto è arzillo e in gamba, visto che ogni tanto incontra il suo successore, Francesco, e parlano del più e del meno. Ovvio che il più è rappresentato dalle cose belle della Chiesa, mentre il meno, purtroppo, di quelle “luciferine”, tra le quali, il problema dei gay nel mondo, ancora presente anche nella casa di Pietro, in Vaticano.

Dossier sconvolgente. E per quanti fossero ancora curiosi sulle dimissioni di Ratzinger, credo opportuno ricordare quanto è accaduto sul finire del 2012, allorché – dice la storia – “Le dimissioni e lo strapotere accumulato da quella lobby (dei gay ndr) erano state portati a conoscenza del Papa tedesco sul finire del 2012. Ratzinger aveva incaricato tre cardinali di svolgere una inchiesta riservata e presentargli un quadro realistico sullo stato delle cose in Vaticano. Il contenuto di quella relazione fu davvero dettagliato e sconvolgente, visto che tra la lettura del documento e le dimissioni del Papa (febbraio 2013) trascorsero soltanto due mesi. E molti sono convinti che, proprio quelle pagine (rimaste segrete, ma sottoposte anche all’esame del nuovo Pontefice) furono una delle ragioni che spinsero Ratzinger alle dimissioni”.

Un “manifesto” rivoluzionario fallito. È un passaggio storico importante, questo che ho riportato, che sostanzialmente ci lascia intuire che Papa Francesco è a conoscenza del terribile dossier sul problema dei gay e della pedofilia, e che purtroppo, nonostante abbia preso alcune iniziative, non è riuscito a debellare un male (ammesso e considerato che sia un male) indefinibile nella sua portata e per le sue negative conseguenze nella società.

Eppure, sembrava che Francesco avesse trovato il metodo per guarire la ‘piaga’. Molti ricordano ancora quando, durante una conferenza stampa, tenutasi in un aereo, gli chiesero di mons. Battista Ricca, chiamato da Bergoglio allo Ior, nonostante nel suo curriculum – nel 1999 a Montevideo – spiccava una storia omosex con un capitano dell’Esercito svizzero. In quella occasione ad alta quota, il Papa sentenziò: “Una cosa sono i reati di pedofilia (l’abuso sui minori è delitto, non peccato?) un’altra sono le sentenze dei singoli”, tanto che affermò, dinanzi a tutto il mondo, che “se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? …”.

Fu una frase che per la sua grande verità rimase scalfita nella mente di tutti gli uomini e donne di buona volontà, tanto che quella sortita papale in aereo è diventata una specie di manifesto dell’attuale Pontificato “rivoluzionario”: misericordioso, tollerante, aperto, pronto all’abbraccio con le pecorelle smarrite. Bello, commovente, ma con quali risultati? Pochi, veramente pochi, tanto che la “sacra gaytudine” è ancora una realtà. Per cui trovo giusto ricordare a Ciro e Vincenzo, incontrati nella Chiesa del Monastero di Santa Chiara, quello che ho già detto loro: “Il Padreterno è Onnipotente, e solo Lui sa come debbono andare le cose ‘n coppa a stu’ munn”. Non credo di sbagliare, se, a questo punto, ricordo a me stesso ed ai miei lettori che esiste sempre il “libero arbitrio”.

Un sogno: Papa Francesco e…Papa Pasquale IIIPromisi, al termine di un mio precedente articolo, che avrei riportato, per i miei lettori, un sogno fatto nei primi giorni di aprile, da Marcello Veneziani, storico, letterario e vaticanista: eccovi accontentati. Rivela Marcello Veneziani: Stanotte ho fatto un sogno strano: ho sognato che oggi, nel giorno di Pasqua, si affacciava a sorpresa, al balcone pontificio, un nuovo Papa con la testa d’uovo ed una grande barba. Si chiama Pasquale III e quel terzo è catalogato in virtù della tradizione e non per l’anomalo affollamento dei papi viventi in Vaticano”.

Risorgimento cristianoContinua il sogno … “Aveva un programma tanto grandioso: la Chiesa risorta come Gesù Cristo il giorno di Pasqua. Il Risorgimento cristiano era indicato dal Papa nella sua orazione come la sua principale missione. Quale? Lo splendore della verità unita all’umiltà del Sacerdozio, l’Amore per la Tradizione, il Rito e la Liturgia come fonti d’oro per connettere la Fede ai popoli, Dio agli uomini, la Storia al mistero del Sacro.

Ma, avendo la Provvidenza deciso di farlo eleggere proprio nella notte pasquale, Egli pensò di seguire docilmente la simbolica indicazione Celeste. Papa Pasquale III, si diceva convinto che sarebbe ripartito da un atto di fondazione, perché la Chiesa, anzi la Cristianità, ha riportato molte ferite. Ma risorgere non vuol dire cancellare la Storia e la Tradizione cristiana. E se iniziate a sospettare che dietro a questo sogno si celi un attacco a Papa Francesco, non sbagliate, perché per me – Papa Pasquale III – Gesù Cristo non è venuto solo con il Concilio Vaticano II, ma più di duemila anni fa.

Ed i Padri della Chiesa non sono Bauman e Scalfari, ma sant’Agostino e san Tommaso, più l’Esercito dei Santi, Martiri e Pontefici dei secoli andati. E in più voglio dirvi che canto in latino ed in aramaico, benedico con grazia secondo liturgia e appaio carismatico senza battute di spirito perché so distinguere lo spirituale dallo spiritoso. A proposito, che faceva Francesco? Non ricordo, perché il mio sogno era sfocato. Forse presiedeva una Ong, si occupava di migranti, scriveva sulla “Repubblica”, giocava a burraco con Ratzinger e Scalfari al Circolo dei Papi in congedo, da loro fondato. Aveva dismesso la tonaca, ma non gli scarponi e ripeteva all’infinito una gag di Totò: Ma io non sono ‘Pascuale’. E lì mi sono svegliato. Fin qua il sogno di “san Marcello Veneziani”.

Forza Papa Ratzinger! Relativamente al dubbio atroce del sig. Ciro di Napoli, sarebbe opportuno che inviasse un bel telegramma di auguri al Papa tedesco che, giorni fa, ha festeggiato 91 anni e per l’occasione ha detto: “È bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e la ricchezza che esso contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza. Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga. Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche acciacco e qualche lamentazione”.

Viva Ratzinger quindi. Mi auguro campi cent’anni, per continuare a difendere la lingua latina e la vera Chiesa di Gesù Cristo.

 Saro Zappacosta