Trasversale Lucana. Le precisazioni di Terna spa e la replica del cittadino Giuseppe Fidanza

La trasversale lucana consiste in un’opera di 4 stazioni elettriche e 50 km di 2 elettrodotti paralleli a 150 mila volt ciascuno

La nota stampa di Terna spa

Terna ricorda che la Stazione Elettrica di Oppido, come pure quelle di Genzano, di Vaglio e di Avigliano sono state autorizzate con delibera della giunta regionale della Basilicata quali indispensabili per l’energia prodotta dai parchi eolici collocati nell’area. Inoltre, le Stazioni Elettriche in questione hanno ricevuto valutazione di compatibilità ambientale favorevole nell’ambito del procedimento svoltosi in sede regionale. L’opera servirà a immettere in rete la produzione degli impianti di energia da fonti rinnovabili, favorendo la riduzione di gas serra. Nel rispetto del principio di sostenibilità con cui realizza e gestisce le proprie opere, Terna ha intrapreso come sua consuetudine un percorso di dialogo e condivisione con le comunità interessate dall’elettrodotto. Oltre a numerosi incontri con le istituzioni locali, Terna ha dedicato un’intera giornata alla cittadinanza con l’obiettivo di informare e illustrare motivazioni e benefici dell’opera. (Comunicato stampa del 4 maggio 2018)

La replica di Giuseppe Fidanza, cittadino di Oppido Lucano, attivista associazione Antigone

La trasversale lucana consiste in un’opera di 4 stazioni elettriche e 50 km di 2 elettrodotti paralleli a 150 mila volt ciascuno. In prossimità di essi si può sostare per non più di 4 ore in condizioni ambientali di scarsa umidità, in presenza di pioggia o nebbia una persona diventa conduttore di energia elettrica.

La TL (Trasversale Lucana) autorizzata con Delibera Regionale 279/2013 come opera connessa a un piccolo parco eolico di soli 20 MW (Serra Carpaneto), attualmente funzionale a prescindere dalla medesima, che non essendo stata ancora completata nel rispetto del cronoprogramma quinquennale, scaduto a marzo 2018, rischia seriamente di rimanere incompiuta. La procedura autorizzativa regionale è stata adottata al fine di eludere la Direttiva 42/2001 CE che prevede la valutazione ambientale strategica (VAS) per piani infrastrutturali energetici a carattere regionale che investono piani sovraordinati di più comuni, come nel caso della Trasversale Lucana.

L’inganno di Terna e company consiste nel fatto che hanno definito progetto un piano infrastrutturale energetico (d.lgs. 330/2004).

La TL è abusiva ai sensi dell’allegato II- progetti di competenza statale, punto 4, del d.lgs. 152/2006: gli elettrodotti fino a 150 KV e oltre 15 Km sono di competenza statale. La TL è lunga circa 50 Km.

È, inoltre, abusiva ai sensi del paragrafo 3.1 del DM 10-09-2010 perché non è computata nel preventivo di connessione tecnicamente chiamato STMG (soluzione tecnica minima generale). Non è computata come costo.

È abusiva, altresì, ai sensi del paragrafo 3.1 del DM 10-09-2010 che prevede la realizzazione di una sola stazione elettrica, quando invece ne sono state autorizzate 4. È ancora abusiva ai sensi dell’art. 3.2 che specifica “non sono opere connesse”: i nuovi elettrodotti o i potenziamenti di elettrodotti esistenti facenti parte della rete di trasmissione nazionale, come nella fattispecie.

In riferimento al D.lgs. n. 28/2011 la Trasversale Lucana è in violazione: dell’art. 4.3 in riferimento alla mancata valutazione in termini cumulativi dell’opera, nell’ambito di valutazione di impatto ambientale; dell’art. 17 punto 1 e 2 che definiscono le modalità degli interventi per lo sviluppo delle reti elettriche di trasmissione nazionale, di cui Terna è monopolista.

Lo studio di impatto ambientale (SIA) della Trasversale Lucana, pur essendo stato redatto da una ventina di luminari accademici, ingaggiati da Terna, è lacunoso e difforme dal progetto realizzato; tanto è vero che, a pagina 41 si dichiara che la TL “risulta essere coerente con quanto previsto dal programma operativo regionale della Calabria FESR 2007-2013”. I criteri ERA sono solo annunciati ma non verificati, non sono stati applicati i principi di radioprotezione dai campi elettromagnetici (ALARE) per le popolazioni residenti (vedi i borghi di San Nicola di Pietragalla e di San Francesco di Oppido Lucano) dove la stazione elettrica è posizionata sopra un bacino idrogeologico, in violazione della direttiva quadro sull’acqua 2000/60 CE.

Riguardo ai tracciati degli elettrodotti e al posizionamento delle stazioni elettriche, non sono state valutate ex legge (DM 10-09-2010, direttiva 42/2001 CE e la normativa sulle FER) le soluzioni alternative e migliorative, ricorrendo a criteri progettuali volti a ottenere il minor consumo possibile del territorio utilizzando, laddove possibile, linee di trasmissione esistenti. Infatti, razionalmente le quattro stazioni elettriche potevano essere dimezzate, da 4 a 2. Ma anche lo stesso elettrodotto poteva essere ridimensionato nella misura della sua estensione.

Per quanto riguarda la partecipazione delle comunità locali, deve essere garantita per legge. In un comunicato stampa del 20.10.2017, la società TERNA ha ribadito di avere concordato a tempo debito con i comuni interessati dalla TL la definizione del progetto dell’opera nel rispetto della normativa in materia (Direttiva 42/2001 CE recepita dal D.lgs. 152/2006). Questa affermazione è contestabile in quanto TERNA ha realizzato un solo incontro (e soltanto con il comune di Oppido) a opera quasi conclusa e non ex ante come per legge. Quindi, per rimediare a questa deficienza, ha organizzato un tavolo tecnico per elargire le c.d. compensazioni ambientali ai Comuni (in termini meramente patrimoniali o economici) in violazione del paragrafo 14.15 del DM 10-09-2010.

Inoltre, si precisa che il Consiglio di Stato con sentenza 1729/2013 ha ribadito la centralità o la preminenza delle linee guida nazionali, di cui il DM 10-09-2010 è stato emanato in attuazione dell’articolo 12 del D.lgs. 387/2003, inerenti allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili.

Riflessioni: visto che dall’autunno 2016 sono state presentate denunce, in particolare da parte di cittadini di Oppido. Considerato che queste opere sono state realizzate in evidente spregio alle direttive nazionali ed europee, risulta assurdo il finanziamento di circa 30milioni di euro, a favore di Terna, erogati dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), pur non rispettando gli obblighi di legge, art.2 punto 3 del Decreto-Programma Operativo Nazionale “Imprese e competitività” 2014-2020 FESR. Nel merito: si desume che prima fanno male le opere e poi le finanziano meglio.