Il M5S soffre. Il Pd non crolla. Avanza il Centro destra a trazione leghista

In Basilicata la lezione dovrebbe bastare a chi crede di avere già vinto le prossime regionali

Il Centro destra avanza. Il Pd perde alcune delle roccaforti e conquista solo 3 ballottaggi. Il M5S aggancia 4 ballottaggi, ma soffre quasi dappertutto e perde Messina.

La campagna elettorale di Salvini, compreso il “colpo” delle ultime 24 ore sul blocco dei porti alle navi di migranti, ha sortito l’effetto previsto. I Cinque Stelle pagano il prezzo della percezione pubblica di un Movimento al traino della Lega, ma anche forse la percezione negativa di alcuni mutamenti sostanziali di pelle degli ultimi mesi. Mediamente, rispetto alle politiche del 4 marzo, i penta stellati perdono dal 30 al 40% dei voti. E’ evidente che è azzardato confrontare i risultati delle politiche e delle comunali, anche se le due competizioni si sono svolte in tempi ravvicinati. Ma non è azzardato immaginare che in un modo o nell’altro, ci sarebbe stata, su queste comunali, un’influenza determinata dai primi giorni di Governo.

Non credo sia necessario ribadire che tra le elezioni politiche e quelle amministrative esiste una differenza enorme. In termini di approccio degli elettori, di contenuti programmatici, di strategie elettorali. E immagino che il M5S ne sia consapevole.

In Basilicata i penta stellati conquistano un solo Comune: Ripacandida, con il 29%. Alle politiche del 4 marzo avevano portato a casa, nello stesso Comune, il 49%. A Lavello il M5S si attesta al 24,90% contro il 46% delle politiche. In tutti i Comuni con lista 5S il Movimento taglia di circa il 50% i propri consensi rispetto al 4 marzo, ma guadagna il doppio rispetto alle comunali del 2013 nei comuni in cui fu presentata una lista penta stellata. Ad ogni modo tutti gli altri Comuni sono nelle mani del Centro sinistra e del Centro destra, o di liste civiche ad essi riconducibili.

Le prime reazioni ai risultati in Basilicata, da parte di alcuni 5S, non appaiono sagge. Prendersela con gli elettori è sempre sbagliato. Giustificare la delusione con il fatto che i partiti tradizionali si sono “nascosti” dietro le liste civiche, non è ragionevole. Nei comuni le persone si conoscono, non basta un cambio di simbolo per occultare l’identità e l’appartenenza politica dei candidati.

La verità è che il M5S in Basilicata deve rendersi conto che il suo zoccolo duro elettorale è attestato intorno al 24%. Ma attenzione, sul quel 24% pesa in una certa misura il brand, che vale almeno il 10%. Non vorrei ripetere sempre le stesse cose, ma sono costretto.

Le regionali d’autunno

Le prossime elezioni regionali sono l’occasione per i lucani di uscire finalmente dal pantano del vecchio sistema. Forse l’unica e irripetibile opportunità. Ma nessuno, di coloro che si propongono come sostenitori del cambiamento, deve continuare a sbagliare. Quali sono gli errori dietro l’angolo di cui già si avverte la presenza? E quali sarebbero le azioni da compiere? Ecco, a mio modesto parere, alcune criticità.

Il M5S deve uscire dall’illusione ottica per cui “i cittadini” sono loro e cioè i mille iscritti o i 400 attivisti, tanto per dare dei numeri. Per cui loro se la suonano e loro se la cantano. I cittadini in Basilicata sono 574 mila. L’aggravante è che neanche tra di loro riescono ancora ad organizzare un’assemblea regionale. E neanche tra di loro riescono a fare sintesi intorno a strategie e programmi. Almeno per il momento. Anche se è già tardi. Uscire dal guscio è fondamentale. Confrontarsi con i cittadini e avere proposte credibili su cui discutere apertamente è fondamentale.

I gruppi alternativi, ambientalisti, ecologisti, del mondo agricolo e dell’associazionismo civico, del sindacalismo, devono evitare liste frammentate e contrapposte. Dovrebbero, al contrario, decidere di costruire un fronte comune con il M5S che, a sua volta, deve mettere sul tavolo del confronto una piattaforma politica e programmatica da condividere con i gruppi alternativi.

Questo fronte comune, in primis il M5S, dovrebbe evitare l’abbraccio mortale della Lega e di Fratelli d’Italia. Le aperture interessate di queste due forze di destra a tutto il mondo fuori dal perimetro Pd, fa il gioco, anche se non intenzionalmente, del Centro sinistra. La Lega in Basilicata potrà contare sul valore aggiunto della propaganda salviniana al Governo, ma può perdere voti se fa fronte comune con i 5S. Anche Fratelli d’Italia, se fuori dal perimetro di un centro destra unito, perderebbe consensi. Anche il M5S se alleato con la Lega perderebbe consensi. I gruppi alternativi non accetterebbero mai un’alleanza o un patto elettorale con la Lega o con Fratelli d’Italia.

Il M5S dovrebbe evitare che la selezione di donne e uomini da candidare, sia basata esclusivamente sui parametri della militanza. Il fatto che qualcuno, abbia partecipato ai banchetti e ai meet up più degli altri, non vuol dire che sia elettoralmente adeguato alla sfida. Occorre selezionare militanti che siano all’altezza. Il fatto che una persona sia nota tra i mille iscritti non vuol dire che sia nota e apprezzata tra i cittadini lucani. Oltre il parco militanti, dunque, occorre che siano messe in campo figure autorevoli che aderiscano al progetto di cambiamento, figure all’altezza della sfida. E queste figure devono aggiungere valore elettorale, cioè portare voti, non prendere i voti che già esistono a prescindere. Quindi niente personaggi “famosi” o altre presunte “notorietà” che non hanno mai messo i “piedi nel fango”.

Il fronte unico di cambiamento (M5S e gruppi) dovrebbe mettere in campo una squadra di governo credibile, autorevole, con un programma credibile e autorevole. Al bando personalismi, primogeniture, vanità, velleità personali. C’è un’area moderata e di sinistra nel campo dell’astensionismo che va recuperata alla partecipazione e al voto. A condizione che non la si spaventi con l’improvvisazione e con l’inconsistenza delle proposte .

Andrebbe messa da parte qualsiasi tentazione “fondamentalista” sui temi delicati delle vicende lucane. Occorrerebbe dare un’immagine, che non sia solo immagine, di sapere ciò che si vuole e di saper fare ciò che si vuole.

Occorrerebbe una strategia comune per la campagna elettorale. Al momento si vede solo la campagna elettorale ma nessuna strategia. Anzi, vedo gruppi e gruppetti che si agitano e, a volte, si contrastano sul nulla. Il fronte delle forze di sistema è già attivo. La loro strategia è chiara. E la notizia è che Pd e compagni possono vincere. Anzi, alla luce di ciò che sta accadendo, il fronte “anti populista”, come lo chiama Tonio Boccia, non è in difesa, ma in attacco. Tutti gli altri rischiano di finire nell’angolo, l’angolo che sembra si stiano costruendo da soli.

I portavoce del Movimento accomodati nelle istituzioni rischiano di orientare le scelte partendo da una visuale falsata. La loro elezione ha seguito una strada in discesa, con scarse criticità da gestire. Adesso la strada è tutta in salita e sarebbe saggio ascoltare gli “alpinisti” e non i “bagnini”.

Credo, almeno fino ad oggi, che, come ho già scritto, il M5S  sia l’unica forza che può trainare la Basilicata verso un’alternativa ai partiti che hanno governato negli ultimi decenni. E’ sui 5S che bisogna convergere, ma a patto che prevalga nei prossimi giorni la ragionevolezza e l’intelligenza.