Marcello Pittella e il sit-in contro l’Anas foto

Il presidente della Basilicata all'improvviso è diventato un movimentista

E’ imbarazzante vedere il presidente della Basilicata, su uno svincolo autostradale, manifestare contro l’Anas. Insieme con lui l’assessore alle infrastrutture, il segretario del Pd e un consigliere regionale anch’egli del Pd. Circondati da una piccola folla di cittadini, questi politici si comportano come sindacalisti d’assalto per affermare con forza che “Siamo stanchi di sommare su di noi tutte le responsabilità, c’è un problema di viabilità rispetto al quale la Regione ha dato risorse ad Anas per circa 200 milioni di euro, e ci sono difficoltà sugli espletamenti burocratici che non possiamo più accettare”.

E’ vero, Anas non sta rispettando gli impegni assunti tanto per l’area di servizio di Galdo quanto per la viabilità secondaria dei paesi interessati dai lavori dell’ex A3. E neanche sta rispettando gli impegni sulla Nerico-Muro, la Bradanica, la Basentana ed altre arterie. Ha ragione Pittella a chiedere un tavolo immediato per definire “tempi e realizzazioni delle opere.” Pittella fa anche sapere di aver posto il tema al nuovo ministro per il Sud Barbara Lezzi.

Detto questo, fa specie questo mutamento di pelle dell’approccio politico del presidente. All’improvviso è diventato movimentista.

Movimentista con l’Anas ma immobilista con Eni, Total, Shell, Fenice e chi ne ha più ne metta. Si è comportato da moderato statista difensore delle vestigia istituzionali, sfoderando ogni forma di cautela, anche le più improbabili, con le multinazionali, mentre adesso veste i panni del rivoluzionario, con l’Anas.

Mai visto Pittella e i suoi assessori in un sit-in davanti ai cancelli dell’Eni o di Total per affermare “che siamo stanchi delle vostre continue violazioni dei patti, delle regole del diritto alla salute e della dignità dei lucani”. Mai visto, a buona ragione. Sarebbe stato ridicolo. Perché un presidente non fa i sit-in, non risolve i problemi col megafono in modalità “studente incazzato”. Adotta le misure politiche e amministrative con autorevolezza e fermezza. Assume decisioni coraggiose e rischiose.  Allo stesso modo è ridicolo che il presidente di una Regione sia costretto a urlare contro Anas, sotto il ponte dell’autostrada. E’ l’ammissione del fallimento. Se per fare rispettare gli impegni assunti a un’azienda come l’Anas, Pittella è costretto a fare le sceneggiate in mezzo alla strada, vuol dire che ha fallito.

Per essere coerente Pittella avrebbe dovuto fare sit-in anche contro se stesso, e cioè contro Tecnoparco, Aql, Arpab e i Consorzi Industriali.

E allora perché il presidente manifesta sulla strada, ora, contro Anas? Forse, come spesso accade in queste settimane, ha semplicemente dato fiato alle strumentali trombe elettorali. Tatticismi per rastrellare consenso tra poveri cittadini e lavoratori che hanno subito e subiscono le inadempienze di Anas proprio per causa dei fallimenti di chi oggi fa i sit-in. La verità è che quelle trombe oggi sfiatano e stonano, nonostante i suonatori ci mettano tutto il fiato che gli è rimasto.