Questa Basilicata deve finire

"È ora che la “zavorra” diventi il peso che inclina il piano in discesa del nostro futuro"

Deve finire questa regione di incapaci, disonesti, bugiardi e presuntuosi!

Di corrotti e di corruttori!

In un giorno d’estate qualunque, è stata spiegata la cultura predominante lucana. Un retaggio culturale di origini antiche, imperniato intorno ad assistenzialismo, clientelismo che scade in servilismo, filiere di partito, rapporti corti ed un impalcato istituzionale di tipo feudale! Ora basta!

Questa sporca vicenda dei concorsi truccati, delle gare pilotate, delle nomine fiduciarie, restituisce l’esatta misura di una Basilicata malata, di un sistema marcio che la governa, di una regione che ha bisogno di una profonda opera di sanificazione da ogni punto di vista. Chi pensava ad un’opera di solo rinnovamento si sbagliava. Occorre rigenerazione totale! Legalità, onestà e rettitudine, sono le parole che devono essere alla base di uno nuovo corso della nostra regione.

In un’intercettazione si legge che il presidente di una commissione d’esame di un concorso, dice che i raccomandati hanno fatto tutti schifo e che i meritevoli sono una inutile zavorra.

In queste due frasi sono racchiusi e sintetizzati i motivi per i quali siamo falliti, non solo economicamente, ma anche culturalmente e socialmente, che forse è la cosa più grave. Abbiamo selezionato i peggiori, ci siamo affidati ai meno capaci, ai più furbi, ai più scaltri!

L’immeritocrazia elevata a sistema!

È ora che chi fa schifo continui a studiare, e studiare tanto per migliorare. Che chi fa schifo, non cerchi facili strade, ma si accomodi in ultima fila!

È ora che la “zavorra” diventi il peso che inclina il piano in discesa del nostro futuro.

Ecco, a  tutte le “zavorre” della nostra Basilicata, a chi non ha “santi in paradiso” dedico questa frase di Bertrand Russell: “Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano.

Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma.

Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.

Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai”.

 

Donato Ramunno

Dirigente nazionale fratelli d’Italia