Sanità. Quando il merito è una colpa. La Storia di Rosa Maria foto

Questa è una storia di ordinaria follia della sanità lucana. E spiega le ragioni per cui un giovane medico specializzato, amato dai suoi pazienti, sia costretto ad abbandonare la Basilicata

Rosa Maria Penna è un medico specializzato in cardiologia pediatrica.  Nel 1999 è in servizio presso l’Azienda Ospedaliera Bolognini di Seriate (BG), con inquadramento nella qualifica di dirigente medico, area medica e delle specialità mediche – disciplina di Cardiologia di ruolo a tempo indeterminato.

Trasferita in data 15 luglio 2009 nella sede di Venosa dell’Azienda Sanitaria di Potenza, nel febbraio 2010 partecipa ad un avviso pubblico di mobilità per la copertura di un posto di Dirigente Medico della disciplina di Cardiologia Pediatrica a tempo determinato per 12 mesi nell’Ospedale Regionale San Carlo di Potenza su aspettativa a tempo indeterminato.

Nel marzo 2010, in seguito all’avviso, è assunta quale dirigente medico della disciplina di Cardiologia Pediatrica  Nella determina dirigenziale di ammissione si legge: “La dott.ssa Rosamaria Penna è in possesso di un curriculum professionale da cui si rileva sia una buona esperienza, clinica e diagnostica strumentale, nell’ambito della Cardiologia dell’adulto, sia una specifica esperienza nel settore della Cardiologia Pediatrica”. Dagli atti deliberativi risulta che la Cardiologia Pediatrica è unità operativa di “struttura complessa”.

Il 9 aprile 2010 viene stipulato il relativo contratto individuale di lavoro a tempo determinato nel quale le viene attribuita la qualità di dirigente medico della disciplina di Cardiologia, con applicazione del CCNL di categoria.

In tale contratto, veniva stabilita una retribuzione di Euro 6139 lordi mensili dalla stessa mai percepita se non per somme nettamente inferiori; nello stesso periodo verrà comunicato all’INPS, dall’Azienda San Carlo, l’assunzione in qualità di “avventizio in prova”. Mai visto che un dirigente medico venga assunto come avventizio in prova.

In data 3 maggio 2010 prende servizio nella Cardiologia Pediatrica e le viene assegnato come responsabile un medico proveniente dal Gaslini di Genova.

La dott.ssa Penna diviene l’unica referente per la cardiologia pediatrica, come risulta dalle dichiarazioni dei pazienti e dei genitori dei piccoli pazienti. In pratica oltre lei non c’è nessuno.

Però è costretta a subire strane pressioni, problemi di retribuzione, tentativi di occultamento delle sue prestazioni, fino alla negazione totale del suo lavoro. Andiamo a vedere.

Lei lavora qualcun altro “incassa”

E’ strano che l’ospedale assegni la dottoressa Penna alla Cardiologia Pediatrica e faccia figurare nei report di budget la Cardiologia Dipartimentale con altro responsabile tal “Dott. Franco Caiazza”. Inesistente. Può darsi che quel nome fantasma corrisponda al dott. Mario Sisto Caiazza che, però, ha escluso di essere mai stato responsabile della cardiologia pediatrica in cui prestava servizio la dott.ssa Penna.

Ad ogni modo il dott. Franco Caiazza non esiste e allora perché le prestazioni della dottoressa Penna sarebbero state assegnata a un medico inesistente? Misteri del San Carlo, sui quali la magistratura è stata informata.

Pare che siano circa 4000 le prestazioni eseguite dalla Penna e attribuite ad altro centro di costo con un nominativo fantasma.

 Dr.ssa Penna che cos’è questa storia?: “Nel settembre 2011, essendo maggiormente pressata e posta continuamente nella condizione di dover dimostrare il lavoro svolto, nel consultare il sistema informatico AIRO (sistema di refertazione e conteggio delle prestazioni utilizzato dall’Azienda per la gestione del budget e dei centri di costo e responsabilità), al fine di verificare l’entità e il numero delle mie prestazioni refertate, scoprivo con sommo sconcerto, che inserendo nel sistema le mie credenziali e la mia password le numerose prestazioni professionali in Cardiologia Pediatrica da me rese nel 2010 e nel 2011, erano state attribuite ad altro medico, ed esattamente al nominativo di un soggetto in realtà inesistente, tale “dottt. (esattamente con tre “T”, con evidente intento di renderlo riconoscibile a chi di dovere) Franco Caiazza”, con conseguente azzeramento pressoché totale del mio lavoro, oltre che della mia identità professionale e personale”.

 Sarebbe opportuno accertare come sia possibile correggere il riferimento del responsabile all’interno di referti medici, con che modalità tecniche, chi sia abilitato a tali modifiche e con quale tracciabilità e/o controllo di tali modifiche. Sarebbe opportuno verificare come sia possibile assegnare a un nominativo non presente in anagrafica la responsabilità di un servizio e come, tale assegnazione, possa incidere sull’utilizzo amministrativo ed economico di tali dati.

Questa discrasia su un numero così alto di documenti è un refuso accidentale? Da chi sarebbe stata quindi effettuata tale modifica?

Dottoressa Penna, lei come ha reagito a questa scoperta?

Costernata da tale incresciosa situazione, che integra con tutta evidenza fattispecie di rilevanza penalistica, mostravo alla direzione sanitaria la documentazione relativa alle prestazioni da me effettuate, senza ottenere tuttavia alcuna spiegazione in merito. Ho dunque, in seguito, denunciato l’Azienda.

 L’esternalizzazione del servizio di cardiologia pediatrica e la convenzione con il Bambin Gesù

L’Aor decide di esternalizzare il servizio di cardiologia pediatrica inserendolo nella convenzione con il Bambin Gesù, anche perché “non ha al proprio interno le professionalità richieste”. Eppure la dottoressa Penna è stata esplicitamente assunta in seguito a bando pubblico proprio per quella professionalità specifica di cardiologa pediatrica. Ruolo che ha esercitato in quasi completa solitudine per tutto il tempo.

Eppure nella deliberazione del DG AOR San Carlo n.2013/00278 del 28/6/2013, in vigenza della convenzione, c’è scritto che “ per garantire le attività di cardiologia e chirurgia pediatrica, è necessario dotare la struttura delle specifiche competenze “ e che “allo stato tale attività è garantita da chirurghi generali e Cardiologi non in possesso della specifica specializzazione”. Eppure, ripetiamo, l’assunzione della dottoressa Penna è avvenuta in forza della specifica specializzazione in Cardiologia Pediatrica e che la “manipolazione” informatica dei circa 4000 referti della stessa è sempre riferita a prestazioni di Cardiologia Pediatrica.

Dottoressa Penna, ci spieghi questa storia del Bambin Gesù

Nel mese di settembre 2011, apprendevo, in modo del tutto informale e casuale, che l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza stava stipulando una convenzione con l’Ospedale “Bambino Gesù” per l’esternalizzazione delle attività di Cardiologia Pediatrica. Preoccupata, per la mia futura posizione lavorativa inoltravo, dunque, in data 22 settembre 2011, una nota al Direttore Generale ed al Direttore del Dipartimento Materno Infantile, con la quale chiedevo chiarimenti in merito. Tale richiesta di chiarimenti rimaneva tuttavia senza riscontro.

Il 4 gennaio 2012 mi viene comunicato ufficialmente che “con decorrenza dal 9 gennaio 2012 sono funzionalmente assegnata al Centro Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e ciò senza che fossi stata mai precedentemente consultata su tale progetto.

Comunque sia, l’eventuale mia adesione al progetto Ospedale Bambino Gesù, quasi un’imposizione, avrebbe comportato inevitabilmente una mia dequalificazione professionale.

In realtà, avrei dovuto svolgere una sorta di “lavoro ombra” per un responsabile del Bambino Gesù, in totale dispregio dell’importante opera da me prestata sino allora.

Com’è andata a finire?

Glie la faccio breve. Hanno tentato in tutti i modi di allontanarmi dalla mia specializzazione. Ho subito di tutto. I miei pazienti possono testimoniare la qualità del mio lavoro. Eppure mi hanno ostacolato con tutti i mezzi. Alla fine mi sono dimessa per giusta causa. Era per me diventato impossibile lavorare in quel modo e in quell’ambiente.

Quella richiesta di chiarimenti caduta nel vuoto

In seguito alle dimissioni, la dottoressa Penna presenta denuncia-querela contro l’Aor per presunti reati penali e avvia una vertenza di lavoro. Una vertenza di lavoro che riguarda anche il mancato versamento dei contributi Inps da parte dell’Aor.

Nel quadro della sua difesa nel maggio 2015 fa richiesta all’Aor della valutazione dei titoli dei candidati partecipanti alla mobilità regionale ed extraregionale, per la Cardiologia in base alla quale è stata stilata ed approvata la graduatoria della delibera n. 26 del 17 gennaio 2011 (concorso mobilità). Perché Penna fa questa richiesta? Sembrerebbe che nella delibera non siano riportati l’anzianità di servizio dei candidati, il punteggio dettagliato della valutazione dei titoli accademici e di servizio, nonché la priorità per “classi protette”. Non ci sarebbe traccia della valutazione di priorità per la specializzazione per cui è stato bandito il concorso, ed il modo con cui è stata conseguita specializzazione medesima. La carenza di tali dettagli – secondo Penna – inficerebbe la trasparenza a cui è tenuta l’Azienda nello stilare atti formali e potrebbe causare ulteriori contenziosi.

La risposta dell’ufficio risorse umane dell’Aor è da manuale. Dopo una serie di giustificazioni burocratiche la conclusione è stupefacente: “Dalla richiesta inoltrata non si evince l’attualità dell’interesse, corrispondente ad una situazione giuridicamente rilevante, che la S.V. intenda tutelare…atteso che le delibere sono state adottate con esito favorevole alla S.V.” Sarebbe adire: ti abbiamo assunta, adesso che vuoi?

Su tutta la vicenda nel 2015 è avviato un procedimento penale mod. 21 a carico di diversi dirigenti dell’Aor, tra amministrativi e medici. Nel luglio 2017 il pm ha fatto richiesta di archiviazione, richiesta alla quale la dottoressa si è opposta. L’udienza è stata fissata nel mese di ottobre prossimo.

Nel frattempo  Rosa Maria Penna ha avuto molte offerte di lavoro in Italia e all’estero.  Attualmente lavora in Francia.