Settore forestale lucano, lentezza e farraginosità dei processi di gestione

Federazione Agronomi: "Urgente snellimento procedure"

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La gestione del settore forestale lucano degli ultimi anni ha avuto un approccio prevalentemente di natura socio – assistenziale concentrandosi sulle risorse umane riconducibili agli operai forestali, tralasciando la gestione dell’intero patrimonio forestale sia pubblico sia privato per il quale ci si attendeva un indirizzo politico attento alla pianificazione in una visione funzionale alle peculiarità del nostro territorio finalizzata alla valorizzazione del bosco in tutti i suoi aspetti (economico, protettivo, turistico, ricreativo e naturalistico).

Gli investimenti regionali sulla pianificazione forestale, pur essendo previsti, negli ultimi anni sono stati totalmente insufficienti e le motivazioni non sono facilmente comprensibili in quanto il bosco può essere salvaguardato solo attraverso un’attenta pianificazione e non come avviene attraverso interventi estremi non precedentemente valutati e programmati. Alla insufficienza d’investimenti regionali si aggiunge la mancata pubblicazione della misura 16.8 del P.S.R. Basilicata che consentirebbe agli enti pubblici ed ai privati proprietari di superfici silvo–pastorali di dotarsi o revisionare il fondamentale strumento di gestione (Piano di Assestamento Forestale) riconosciuto e ritenuto oramai fondamentale dalle normative forestali nazionali e comunitarie.

Una corretta gestione forestale non può prescindere, quindi, da un adeguato contributo professionale nelle attività di pianificazione, programmazione e direzione lavori in ambito selvicolturale che appartengono in modo esclusivo alla categoria dei dottori agronomi e dottori forestali (sentenza 10538/2018 della Suprema Corte di Cassazione a sezione uniti civili come da circolare Ordine Nazionale 2453/2018) e che deve necessariamente abbracciare in maniera più efficiente il comparto degli operai forestali, rispetto ai quali sarebbe opportuno confrontarsi, per ottimizzare l’impiego nell’intero settore laddove possibile.

Ci si trova, con l’entrata in vigore del testo unico in materia di foreste e filiere forestali (TUFF D.Lgs. 34/2018), in un momento storico di profondo cambiamento normativo di questo settore a livello nazionale, dove la nostra categoria sta fornendo un importante supporto alle proposte di implementazione dei dieci decreti attuativi che si esplicherà nella tavola rotonda, anche da noi organizzata, prevista per il prossimo 12 settembre in Basilicata.

Al contrario, a livello regionale, è evidente la scarsa considerazione ed attenzione alle nostre “proposte di modifica del regolamento attuativo” relativo al taglio dei boschi (DGR 956/2000 in attuazione della L.R. 42/98) che oltre a non essere più attuale, crea difficoltà operative per addetti ai lavori e conferma l’indifferenza nel rapporto istituzionale con il mondo produttivo e tecnico. Infatti dopo un lavoro biennale interno a questa Federazione, finalizzato alla formulazione di proposte di modifica alla suddetta normativa, l’unico risultato ad oggi ottenuto è stata l’istituzione di un tavolo tecnico a cui non è succeduta alcuna convocazione da parte del Dipartimento Regionale Agricoltura. Dall’altro canto, invece, si registrano problemi (anche giudiziari) nell’esecuzione degli interventi selvicolturali.

Il mondo forestale lucano ha bisogno di chiarire i dubbi normativi in essere con strumenti attuali, chiari ed utili alla corretta gestione del bosco per porre fine con urgenza alla lentezza e farraginosità delle procedure amministrative attinenti le previste autorizzazioni al taglio, che rischiano di danneggiare il bosco e tutti gli operatori economici del settore.

E’ fondamentale come già anticipato diverse volte dall’Assessore Braia, riconoscere definitivamente la centralità e l’esclusività della nostra figura professionale del dottore forestale in tutti gli ambiti del settore (pianificazione, progettazione direzione e certificazione) per permettere ai professionisti di operare fattivamente sul territorio, senza oscurarli con i continui ritardi e le mancate risposte che portano ad eseguire progettazioni a distanza di anni quando non sono più attuali.

Urge, a livello dipartimentale, uno snellimento procedurale e burocratico secondo i termini di legge riconducile ad un miglioramento qualitativo nei tempi di realizzazione e nell’ottimizzazione delle risorse.

Ad oggi questa categoria i risultati li attende ancora pertanto vuole essere garante di quanto dovuto sollecitando nuovamente e con insistenza un impegno immediato della macchina burocratica.

 

Domenico Pisani, presidente Federazione Regionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Basilicata

 

 

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