Eolico selvaggio. Pasquale Pepe gioca ai bussolotti

Ecco di cosa deve rispondere il sindaco di Tolve e senatore della Lega, con chiarezza e carte alla mano, anziché affidandosi ai fumogeni di un ambiguo linguaggio burocratese

Riepiloghiamo le questioni in modo da consentire al sindaco di Tolve e senatore della Lega di fornire le opportune risposte alle nostre continue sollecitazioni di questi mesi nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico selvaggio in Basilicata.

Parco eolico Forleto Nuovo 2 e la Trasversale Lucana

La delibera reg. 599/2013 prevedeva l’avvio dei lavori, a pena di decadenza, entro un anno dall’autorizzazione, condizione non verificatasi e che ha indotto la Società a richiedere una proroga del giudizio favorevole di compatibilità ambientale alla Regione nel 2017. L’Ufficio regionale di compatibilità ambientale, con una nota del 3/10/2017 rispondeva che la proroga non poteva essere concessa, si dovevano sospendere immediatamente i lavori iniziati e invitava i Comuni (Tolve e Oppido) a vigilare per quanto di loro competenza. La Regione, il 30/11/2017, deliberava la rideterminazione dei termini di validità del giudizio di compatibilità ambientale, atto impugnabile entro 60 giorni. In tale delibera si sosteneva che la situazione ambientale dei territori interessati era immutata rispetto al 2013: nulla di più falso. Il sindaco può confutare questa affermazione?

Il 15 marzo ci siamo recati sul cantiere del parco eolico Nuovo Forleto 2. Il cantiere visitato è quello di contrada Serra Acqua Fredda a Tolve. Di quel Parco avevamo già raccontato le anomalie e le presunte irregolarità in una puntata della nostra inchiesta “brutto vento”. A Serra Acqua Fredda ci siamo andati per documentare lo scempio a danno dei terreni agricoli, del paesaggio e della macchia mediterranea. E per verificare direttamente le condizioni di quel cantiere. Sappiamo che la legge regionale della Basilicata del 30 dicembre 2015, n. 54, “Recepimento dei criteri per il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio degli impianti da fonti di energia rinnovabile ai sensi del D.M. 10.9.2010”, stabiliva come aree non idonee a tali interventi, i territori di Tolve, Oppido Lucano, e altri nella valle dell’Alto Bradano, in quanto di notevole interesse sia archeologico sia paesaggistico, sia culturale.

La zona interessata dalle opere è classificata agricola, e quindi senza la variante urbanistica non si può apporre il vincolo preordinato all’esproprio, sulla base di un vincolo conformativo dichiarato dal comune di Tolve, e per gli effetti dell’art. 12 comma 3 del Dpr 327/2001, la pubblica utilità non è efficace e pertanto non esiste. Il sindaco può dimostrare il contrario?

I lavori del Parco eolico Nuovo Forleto 2 sarebbero comunque iniziati già a Ottobre o qualche mese prima, 2017.

E’ vero che la Giunta Regionale della Basilicata ha autorizzato tali opere, ma le condizioni ambientali non sarebbero mai state idonee, tantomeno oggi, con la presenza di numerosi altri Parchi eolici con aerogeneratori da 150 metri di altezza ed elettrodotti binati aerei da 150 KV in costruzione. Dubbi sui quali occorre un approfondimento anche da parte delle autorità competenti.

Le autorizzazioni sarebbero scadute da diversi anni e non si sa se l’ultimo permesso, D.G.R. 1310/2017, debba considerare o, se abbia considerato, le nuove direttive del D.lgs. 104/2017, concernente la valutazione d’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, in vigore dal 21 luglio 2017.

A quanto pare, la C&C Tolve Srl, avrebbe dovuto iniziare i lavori entro un anno dalla notifica del provvedimento di rilascio del giudizio favorevole di compatibilità ambientale. Termine perentorio per la validità del provvedimento. La società invece ha avviato i lavori oltre il termine consentito. E’ vero sindaco?

I cavidotti del costruendo parco eolico di Tolve, convogliati presso la nuova stazione elettrica in contrada San Francesco, agro di Oppido Lucano, configurerebbero un effetto cumulo di impianti elettrici nella medesima area. Per questo sarebbero assoggettati al Dlgs n°28/2011, titolo II, capo I, art. 4, comma 3: ”Al fine di evitare l’elusione della normativa di tutela dell’ambiente, del patrimonio culturale, della salute e della pubblica incolumità… per quanto attiene all’individuazione degli impianti e al convogliamento delle emissioni, le regioni stabiliscono i casi in cui la presentazione di più progetti per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e localizzati nella medesima area o in aree contigue sono da valutare in termini cumulativi nell’ambito della valutazione di impatto ambientale (VIA)”.  A quanto pare la Regione Basilicata avrebbe escluso questa fattispecie.

L’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione, infatti ,il 30 novembre 2017, ridetermina il termine di validità della Via (Valutazione di Impatto Ambientale) già rilasciata nel 2013.  Sulla base di quale normativa?

Il cantiere surreale

Il 15 marzo ci siamo trovati di fronte a un “non cantiere”, o meglio a un cantiere oscurato. Perché un cantiere che non ha una recinzione e nessuna misura di protezione a tutela dei passanti, è un cantiere che non esiste. Perché un cantiere che ha una tabella esposta senza la data di inizio e fine lavori, è un cantiere che non esiste. Un cantiere che non ha barriere all’ingresso è un cantiere che non esiste. A chi fa gioco un cantiere tenuto nascosto alla vista di chiunque?

Chi dovrebbe autorizzare i veicoli ad accedere a un cantiere che non esiste? E di quali procedure da rispettare in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro si parla, se il cantiere non esiste? Ci dica lei qualcosa sindaco.

Il vento soffia a ponente e il Parco si fa a levante

Nel territorio dei Comuni di Oppido e Tolve, sono stati posizionati 9 anemometri per studiare la velocità e la direzione del vento nei luoghi e nonostante i risultati fossero presumibilmente negativi, sono stati comunque autorizzati impianti eolici. Perché? Semplice. Lo studio anemologico, preliminare alla realizzazione di un Parco Eolico, sarebbe stato redatto sulla base degli esiti di un solo anemometro. Si tratterebbe dell’anemometro collocato in contrada Cugno di Giorgio in prossimità di San Chirico Nuovo. Insomma, su 9 apparecchi, lo studio sarebbe stato basato su un solo apparecchio. Ma emerge un’altra stranezza. L’impianto eolico previsto in contrada Cugno di Giorgio, luogo dell’unico anemometro considerato, sarebbe stato eliminato dal progetto definitivo dell’opera. Ci dica, sindaco, lei era a conoscenza di questa anomalia?

 Le erogazioni “liberali” di somme consistenti

Nonostante tutto e tutti, l’impianto eolico di Oppido Lucano è stato già completato, e quello di Tolve è in costruzione. Sembrerebbe che le Società esecutrici, la C&C Tolve srl e la Serra Energie srl, abbiano stipulato con i Comuni interessati convenzioni per l’erogazione di donazioni liberali in denaro e già elargite, scavalcando la Conferenza di Servizi. Il decreto Mise del 10 settembre 2010 stabilisce che “Le amministrazioni competenti determinano in sede di riunione di conferenza di servizi eventuali misure di compensazione a favore dei Comuni, di carattere ambientale e territoriale e non meramente patrimoniali o economiche…”

Il Sindaco di Tolve a Pasqua 2017 ha realizzato in prossimità della stazione elettrica di San Francesco, agro di Oppido Lucano, un video trasmesso sui social network, nel quale, facendosi paladino della giustizia, esprimeva e ribadiva la centralità del rispetto della legge in merito alla realizzazione di opere d’interesse pubblico. Sembra però che il sindaco medesimo avrebbe accolto di buon grado una donazione liberale da parte della C&C Tolve srl e della Serra Energie  srl. Trecentomila euro elargiti dalle due Società. Questi soldi il Comune li ha destinati all’adeguamento tecnologico dell’impiantistica e alla ristrutturazione esterna di un edificio scolastico che, tra l’altro, sarebbe attualmente inutilizzato.

E’ vero, sindaco, che lei ha utilizzato tutte le informazioni fornite dalle associazioni ambientaliste circa le anomalie dei lavori per ottenere dalle società in questione “donazioni liberali”?