Indagine sulla Radioterapia dell’ospedale di Potenza: “macchinario datato spacciato per nuovo”

La truffa è l'ipotesi di reato al vaglio della magistratura potentina. Intervenuti i carabinieri del Nas

La notizia di un’indagine sulla Radioterapia dell’ospedale San Carlo di Potenza, anticipata dai quotidiani “Il Roma-Cronache Lucane” e “La Gazzetta del Mezzogiorno” nelle edizioni di oggi è un ulteriore pugno nello stomaco per i lucani.

L’inchiesta sulla sanità lucana, che a luglio ha portato agli arresti, tra gli altri, del presidente della Regione, Marcello Pittella e del direttore generale dell’Azienda sanitaria di Matera si allarga e dai concorsi truccati va a toccare direttamente la salute dei cittadini.

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni del Comando provinciale di Potenza, nei giorni scorsi, sarebbero intervenuti all’ospedale di Potenza nell’ambito di una indagine che si sarebbe focalizzata sull’apparecchio utilizzato per la Radioterapia.

Sul reparto omonimo, inaugurato soltanto un anno fa,

sarebbe puntata l’attenzione dei magistrati potentini; al vaglio delle ipotesi di reato la truffa corroborata dalla violazione dell’articolo 32 della Costituzione che tutela “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.

Gli inquirenti avrebbero ipotizzato la truffa in relazione proprio al macchinario che viene utilizzato per il trattamento dei tumori in fase avanzata. Il macchinario, è questa l’ipotesi di indagine, non sarebbe nuovo ma  piuttosto datato e spacciato come nuovo dopo una rigenerazione. 

La Procura di Potenza avrebbe acquisito una mole di documenti e starebbe ascoltando in questi giorni numerose persone per far luce su quanto ipotizzato nel fascicolo di indagine. 

L’apparecchiatura finita nel mirino della magistratura fu acquistata dall’azienda ospedaliera San Carlo al costo di due milioni di euro circa da un’azienda che si era aggiudicata il bando della Regione Basilicata del 2008.