La Basilicata che si fa male da sola. Siamo capaci di piangere sul latte versato apposta per piangere foto

L’albero non mangia mai i suoi frutti. Il fiore non sputa mai in faccia alle farfalle

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Guarda un fiore che prova a sbocciare in quella terra arida e avvelenata. Guardalo mentre soffre nel tentativo di spalancare i petali al sole. E’ triste. Quel fiore, forse, non proverà mai l’emozione del bacio di una farfalla.

Guarda quell’albero ferito, prova a respirare la sua aria, tocca quella corteccia di rughe antiche e stanche. Quell’albero ancora aspira ad essere spalla ferma dei nostri sogni e perciò piange.

Ecco, la Basilicata è un fiore che non sboccia, è un albero ferito.

Perché il fiore non sboccia? Perché noi abbiamo la coscienza spudorata. Siamo capaci di piangere e di buttare all’aria le lacrime. Per questo non portiamo acqua, fresco e sole intorno a quel piccolo bocciolo indifeso. Per questo non capiamo che quel fiore è fonte di vita, della nostra vita. E che il suo sorriso sarebbe il nostro sorriso eppure il suo pianto non è il nostro. Un fiore così triste è il segno della nostra idiozia. Un albero che soffre è il segno della nostra stupidità. Quel fiore non si farebbe mai del male da solo. Noi sì. Siamo capaci di farci del male provocando dolore agli altri esseri viventi senza che quel dolore ci appartenga. Siamo capaci di piangere sul latte versato apposta per piangere.

Vogliamo le uova senza prenderci cura delle galline, vogliamo il grano senza prenderci cura della terra e divoriamo il sole voltando le spalle al cielo.

La rivoluzione dunque è curare i fiori e abbracciare gli alberi. Guardare in faccia il cielo e baciare la terra che ci ha fatto nascere.

Rivoluzione è il futuro che sa dove andare e sa cosa fare: “Basilicata giardino di fiori, farfalle e alberi bellissimi”.

Ma non tutti vogliono fare della Basilicata un giardino. C’è gente che ha paura, c’è gente egoista, con la coscienza chiusa a chiave nel cassetto dell’ignavia. Il giardino va curato, amato, coccolato. Il giardino è rischio, responsabilità, sfida. Loro, invece, vogliono una Basilicata albero da frutto. Dove poter cogliere il guadagno e nulla più.

Così si riaffacciano i soliti illusionisti, tutte belle parole e coscienza sporca, che promettono non fiori, né farfalle, né alberi ma frutti. E sono queste promesse, e gli sforzi tragici per mantenerle, che hanno rovinato gli alberi e i fiori e resa arida e avvelenata la terra. Questa è la strada per essere sempre più poveri nonostante i guadagni.

Dobbiamo imparare dall’albero e dal fiore. L’albero non mangia mai i suoi frutti. Il fiore non sputa mai in faccia alle farfalle.

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