Radioterapia San Carlo: “Operazione illegittima, irrazionale e antieconomica”

Il Gruppo di attenzione a tutela dell'Irccs Crob sul caso balzato agli onori della cronaca: "Scopre il vaso di una politica sanitaria scellerata"

Avremmo voluto poter dire “ l’avevamo detto “ ma non possiamo. Non possiamo perché il caso della presunta vetustà dell’acceleratore Varian Trilogy installato presso l’Aor San Carlo di Potenza ove confermato dalle indagini della Procura competente non sarebbe che un altro caso di “insana” amministrazione, se non di altro, nella gestione di pubblico denaro per le forniture di macchinari dal prezzo elevatissimo.

Noi avevamo sostenuto altro, cose molto più gravi che attenevano, e attengono ancora, a scelte illegali, irrazionali e antieconomiche nella politica di Gestione della Oncologia in Basilicata. La stampa regionale, tutta, diede a suo tempo ambio risalto ai nostri interventi di merito che sono tuttora cristallizzati nelle sue pubblicazioni. Ricordiamo nell’ordine.

Tre anni fa, circa, grazie alla campagna stampa partita da una nostra precisa e circostanziata denunzia si bloccò il progetto perverso e forsennato di accorpamento della Direzione generale del CROB a quella dell’AOR San Carlo di Potenza, Scelta che se fosse andata a buon fine avrebbe avuto come ineluttabile effetto immediato la perdita del riconoscimento di IRCS CROB e a seguire tutto il resto che forse era quello che i “soliti noti” perseguivano.

Dopo poco più di una anno dovemmo ricorrere ancora a denunziare, a mezzo stampa, a tutela del CROB, gli attacchi e i sabotaggi da parte di chi non ha mai digerito che si operasse in autonomia (anche se sotto tutela) dal “centro di potere” e quello che era più grave, per loro, con eccellenti risultati. L’attenzione della pubblica opinione stimolò un Consiglio Comunale aperto, a Rionero in Vulture, presente il Governatore lucano che tacciò di populismo perpetrato sulla scorta di sensazioni e non di fatti reali. Non potemmo che affidare alla stampa, grati per la sua ospitalità, le nostre osservazioni, sempre fondate su fatti concreti, che confermavano il volto di una Giunta Regionale “matrigna e miope” che, forse, considerando i suoi interlocutori, nell’occasione sudditi e non cittadini, ritenne non meritassero risposta. E ancora una volta è la stampa ottima testimone della “querelle”.

La cronaca odierna sul “caso Radioterapia” riprende uno dei temi, (fra i più importanti, all’epoca affrontati nei nostri ripetuti interventi) evidenziando un caso, ove dimostrato, di ordinaria sciatteria, se non di malaffare, della “ governance “ sanitaria mentre il problema e ben più serio e degno di attenzione da parte degli organi di controllo.

La verità è che l’AOR San Carlo non avrebbe dovuto assolutamente essere corredato del servizio di Radioterapia per almeno tre validissimi motivi: 

E’ stata una operazione illegittima; le line di indirizzo nazionali prevedevano, e prevedono, che gli acceleratori nucleari siano consentiti a ogni regione in ragione di uno ogni 150.000 abitanti. Presso il Crob a Rionero ve ne erano attivi ben tre per una copertura di 450.000, e, tenuto conto che la popolazione lucana ammonta a 570.000 unità risulta evidente come i numeri per il quarto acceleratore, non vi fossero. Si volle forzare la norma e si impiantò il servizio a Potenza che dista dal CROB solo 40 Km con un tempo di percorrenza di circa 40 minuti quando, a fronte di tale scelta, ben più opportuno sarebbe stato farlo a Matera che per distanza e disagio stradale meritava certo maggiore considerazione. Per Matera invece si deliberò e per Lagonegro si promise. Si esponeva economicamente la Regione (tanto i fondi erano pubblici mica personali) per 5 o 6 impianti dove ne bastavano 3. I mal pensanti ovviamente, a fronte del danaro occorrente per strutture murarie, macchinari e personale di ogni impianto, non crederanno mai che l’operazione sia stata ispirata da spirito di servizio;

E’ stata una operazione irrazionale. Il Crob con i suoi tre impianti serviva una utenza di circa 1.500 unità all’anno (comprese quelle provenienti da fuori regione) e senza liste di attesa, e utilizzava gli impianti e personale a pieno regime nel rispetto di principi di sana gestione, organizzazione del servizio, senza sprechi e realizzando i corrispettivi dovuti per gli ammortamenti. La messa in servizio di un quarto impianto così vicino ha solto fatto saltare una organizzazione rodata in termine di utilizzo di risorse, sfruttamento degli impianti e utilizzo di risorse umane senza ritorno di un miglioramento delle prestazioni o di alleviamento dei disagi.

E’ stata una operazione antieconomica. E’ fin troppo evidente che se i tre acceleratori per la Radioterapia del CROB soddisfacevano, e benissimo, la domanda di tutta l’utenza regionale e di quella extra, l’acquisto di ogni altro acceleratore in più non può che essere valutato come un inutile spreco ( per la finanza pubblica ) perpetrato per fini non certamente nobili. Né si può ammantare della buona intenzione di lenire il disagio di poche centinaia di ammalati se poi, di contro, lo stesso metro non viene adottato nei confronti di diverse decine di miglia di cittadini ( Vulture – Melfese – Alto Bradano ) cui furono sottratti con la soppressione dell’autonomia dell’Ospedale di Melfi (che ha una utenza di circa 150.000 abitanti) e con essa quella di tantissimi servizi essenziali, aumentando, e di molto, il disagio per fruire di quelli superstiti destinati parimenti alla soppressione.

Ma, dicevamo, è un’operazione antieconomica perché nell’ erodere l’utenza del CROB attraverso la riduzione dei carichi di lavoro degli impianti e del personale non si fa che sottrarre le risorse necessarie a recuperare i costi di ammortamento del servizio e impedire la realizzazione di quegli utili dall’IRCCS prodotti e poi utilizzati dall’AOR San Carlo di Potenza, in primis, e dalle altre aziende sanitarie regionali.

Concludendo se si considera che oltre agli elevatissimi costi per il Bunker e per i macchinari, (che stimolerebbero la fantasia di ogni giornalista d’inchieste) la sola gestione di quell’unico acceleratore (riservato a poche centinaia di utenti, quando funziona) comporta una spesa di 250.000/300.000 euro all’anno si può affermare, che come per altri “pruriti” di boiardi regionali e baronetti della sanità lucana, ancora una volta la regione si è sparata sui piedi. Se è vero che l’utenza regionale della radioterapia è destinata, almeno per un pò di anni, è lecito chiedersi quanti altri servizi non offerti in Basilicata o quante risorse si sarebbero potute impiegare per migliorare quelli che arrancano con le decine di milioni di euro sprecate?

Denunciamo, inascoltati, questo e molto altro per le questioni relativamente al sistematico boicottaggio dell’IRCCS CROB specificatamente e agli interventi sconsiderati sull’ospedale di Melfi (erano sacrifici che servivano a coprire operazioni salvifiche la dove non si poteva) e della rete sanitaria del nord est regionale. Ma la cronaca di questi giorni si occupa di radioterapia e di questa parliamo anche noi. Come spiegare, anche agli addetti ai lavori incolpevoli, perché la radio terapia del San Carlo non essendo struttura complessa affidata per la sua gestione all’esterno dell’Azienda e dunque bisognevole della guida del CROB solo da poco, dopo oltre una anno, ha rimosso questo “vizio” con la creazione della Sic fra CROB e AOR San Carlo. Non può destare meraviglia, quindi, il fatto che il servizio al San Carlo in questo lasso di tempo non abbia proprio brillato per funzionalità., anzi. Ottimi testimoni non solo o tanti pazienti che ci hanno denunziato i loro disagi ma anche il dott. Conte che in una intervista riportata sulla stampa regionale ha candidamente ammesse che le cose non erano andate proprio bene.

A chi è giovato tutto questo pasticcio? Non certo all’erario (e in fase di vacche magre ne è uscito più che danneggiato e non sappiamo se qualcuno pagherà mai per tutto questo), agli ammalati nemmeno se è vero come è vero che in tanti hanno lamentato il disservizio o si sono recati altrove (anche fuori regione), all’organizzazione sanitaria men che meno.

Non siamo soliti nutrirci delle carcasse altrui per cui, davvero, ci auguriamo che siano smentite le voci in merito alle “presunte magagne” ( di ogni tipo ) sulla radioterapia del San Carlo ma, e va rimarcato, l’aspetto grave che denunciammo e continueremo a denunciare va ben oltre e si spera che la cronaca dei nostri giorni possa accendere i riflettori sulla intera “questione sanità e i suoi maneggi” perché gli addetti possano convertirsi a delle pratiche più sane e a provvedere a recuperare quanto è possibile prima della fine del mandato regionale.

Soprattutto di questo si occuperà il convegno che il “Gruppo di attenzione” realizzerà a breve fiducioso nella partecipazione del contributo di tutti gli attori istituzionale e dell’attiva presenza di tanti cittadini del zona affezionati alla loro terra e bramosi di vederne affrontati i problemi in maniera seria e col concerto di tutti.

ROBERTO IOSCA

Portavoce -Gruppo di Attenzione Vulture – Melfese – Alto Bradano Comitato a tutela dell’IRCCS CROB