Io sono lucana

"Mi chiedevo perché noi dovessimo essere così indietro, così anacronistici, fermi, fatalisti!"

Esattamente un anno fa a Varola, nella mia bellissima cittadina, ho conosciuto un attore e un’arpista bravissimi! Lui, con la sua calda voce, ci ha incantato recitando i versi del grande Sinisgalli che parlavano delle caratteristiche del popolo lucano. Ammetto la mia ignoranza: almeno da una decina di anni sento parlare del famoso poeta di Montemurro ma ancora non sono andata a leggere i suoi versi, i suoi scritti e in generale la sua produzione! Mentre Erminio interpretava e ci mostrava aggettivi, immagini, metafore, io pensavo: ma non mi ci ritrovo affatto!

Sono sempre stata un’outsider, una ribelle, una guerriera, forse anche un maschio mancato! Melfi, la Basilicata, il Sud mi sono stati, dai più teneri anni, cordialmente antipatici! E’ come se la percezione che io avevo della realtà che mi circondava fosse da “Cristo si è fermato ad Eboli”! Io ero più avanti, io vedevo che i miei cugini di Roma e Milano, i parenti americani da Nova York, i figli dei vicini emigrati in Germania, piuttosto che in Svizzera, Francia, Inghilterra narravano di posti dove le cose funzionavano, c’era senso civico, lavoro, opportunità! E io mi chiedevo perché noi dovessimo essere così indietro, così anacronistici, fermi, fatalisti! Eppure io sono nata nel maggio del ’68 quando scoppiava alla Sorbona la rivolta degli studenti, mio padre è stato per tutta la sua esistenza un alternativo che credeva di poter cambiare il mondo, nell’infanzia e adolescenza ho divorato libri fantastici che mi facevano respirare un’altra aria! Melfi mi ha dato in quegli anni una maestra e alcuni professori meravigliosi, gli scouts che mi hanno proprio cambiato il carattere e aperto al mondo esterno e poi…….il teatro!

All’improvviso il grigiore depresso della mia vita si è dissolto e una potente luce è apparsa e ha cominciato a colorare tutto: la vita poteva essere qualcosa di diverso e di migliore di quanto non fosse apparso fino ad allora! A 20 anni sono stata un cervello in fuga? Sì! Bari, Reggio Emilia e poi Roma, caput mundi!

Prima di approdare alla capitale mi venne proposto di rimanere a Melfi: avrei lavorato in una tv locale e in una compagnia che era già più che bene avviata, accettai. Dovevo recitare con un costume fatto di veli, mi pagai costosissimi massaggi per essere nella forma migliore, sostituivo una bellissima! Si provava, il giorno della prima si avvicinava e nessun cenno ai soldi che avrei guadagnato per la mia prestazione… Forse non ho avuto tatto quando durante una pausa prove ho osato dire: scusa, ma non abbiamo ancora parlato della paga… Non lo avessi mai detto: “Come osi, basta che schiocchi le dita e ne trovo mille come te, chi ti credi di essere?” Il vaffa è scaturito spontaneo dal cuore, il costume di veli è volato sul pavimento e il giorno dopo avevo in tasca il biglietto per Roma! (continua…)

Maria Giovanna Tito

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