La Giunta Regionale in fuga saccheggia la Basilicata. L’ultimo colpo di coda del Pd foto

Slittamento del voto, nomine, favori, autorizzazioni e proroghe all’ultimo miglio

E’ un caso nazionale, da manuale dell’arroganza del potere. Potremmo dire addirittura di violenza del Potere contro la dignità della democrazia. La Giunta Regionale lucana a guida, in stato “di ubriachezza d’onnipotenza”, dell’ex incarcerato Marcello Pittella, ha superato ogni limite.

Da agosto scorso, dopo la misura di custodia cautelare a carico del presidente della Regione, dopo lo scandalo sanità e gli arresti dei dirigenti, qualcuno, immaginando la direzione dell’iter giudiziario, ha ben pensato di inventarsi una modifica della legge elettorale. Non necessaria e neanche urgente. Quel provvedimento legislativo, adesso è chiaro, sarebbe servito ad allungare i tempi delle elezioni. Ma non è bastato.

E allora si sono inventati la neve e poi la concomitanza con Matera 2019. E poi hanno scavato in improbabili leggi nazionali che imporrebbero l’accorpamento delle elezioni regionali con quelle europee. Hanno finanche scomodato un costituzionalista, uno, non dieci. Uno. Ma non è bastato. Il Governo respinge la richiesta della presidente facente funzioni Flavia Franconi del voto a maggio. Ma loro non si fermano. E si capisce.

Nel frattempo hanno dato autorizzazioni per la costruzione di impianti eolici, proroghe alle autorizzazioni scadute e ai termini di fine lavori. Hanno deliberato in fretta e furia una serie di provvedimenti finalizzati al consenso elettorale. Ma non si sono accontentati. A due giorni dalla scadenza della legislatura, come se nulla fosse accaduto, una Giunta Regionale indagata per abuso d’ufficio con un presidente sospeso, prima arrestato, sottoposto a divieto di dimora a Potenza, nomina i direttori generali dell’Aor, Dell’Asm, dell’Asp e conferma il direttore dell’Arpab per altri tre anni. Tutti rigorosamente di area Pd e alleati. Ciò spiegherebbe anche la forzatura sulla nomina dei Commissari nella sanità, al centro di un’indagine della Procura di Potenza. E spiegherebbe in parte i maldestri tentativi, in qualche modo riusciti, di spostare la data del voto. Un “colpo” organizzato a tavolino.

E’ sconvolgente immaginare di prolungare la legislatura di 6 mesi, è paradossale raccontare tutto quanto è accaduto e sta accadendo in questa landa distrutta dall’incuria morale di una classe politica spudorata oltre ogni limite. Si sono comportati come un manipolo di ufficiali sconfitti che, sulla strada della fuga, saccheggiano ogni cosa.

I lucani sono stati mortificati nella loro dignità ancora una volta da una classe politica arrogante che ha fatto dell’abuso di potere uno stile di governo. Nulla da invidiare ai dittatori sudamericani di storia recente. Decenza e dignità politica avrebbero imposto le dimissioni di Pittella e dell’intera giunta. Tuttavia sia la decenza, sia la dignità politica sono in esilio da anni.

L’atteggiamento della Giunta, e della maggioranza che la sostiene, è sospetto e deprecabile. Dovrebbe intervenire la magistratura e, nel caso, anche il presidente della Repubblica.