Il Centro Olio della Val d’Agri si espande per realizzare una “nuova Tecnoparco”

Ossevatorio popolare della Val d'Agri: "L'avevamo messo in conto. Pronti a dar battaglia"

L’espansione del Centro Olio (Cova) non è una novità per l’Osservatorio Popolare della Val d’Agri. I cittadini più attenti avevano previsto tale evenienza sin dalle prime acquisizioni dei terreni circostanti il Cova, di proprietà di abitanti di Viggiano della zona Vigne, alcuni dei quali avevano intentato causa alla dirigenza Eni per inquinamento ambientale e conseguenti effetti sulla salute.

In questo modo la compagnia ottiene due risultati: azzera i processi ed amplia la propria estensione (che potrebbe passare dagli attuali 18.000 mq fino agli 90.000 previsti dai progetti vari) cosa che permetterà di poter realizzare una “nuova Tecnoparco” nelle immediate vicinanze dell’impianto, insomma un vero e proprio “tredici” all’Enalotto!

Così una parte dei cittadini realizza una contropartita economica importante a discapito del resto della popolazione di Viggiano e Grumento Nova che, invece, assisterà inerme ad un lento ma inesorabile peggioramento della qualità dell’aria e ad un declino delle già scarse possibilità di lavoro e di sopravvivenza che in un futuro affatto lontano potrebbero portare all’abbandono del nostro territorio. Che non sia questo il vero progetto della compagnia?

Sempre a questo proposito preoccupa anche la notizia della chiusura di un’azienda adiacente al Cova, che sarebbe avvenuta a causa di altissimi livelli indoor di benzene, un inquinante cancerogeno (vale la pena ricordarlo), sprigionatosi in massicce quantità durante le operazioni di aspirazione del greggio tuttora in corso, a distanza di circa due anni dalla scoperta della perdita.
L’Osservatorio popolare della Val d’Agri è vigile su questa gravissima situazione ed avverte le istituzioni deputate ai controlli ed al rilascio autorizzativo che farà tutti i passaggi che la democrazia mette a  disposizione dei cittadini affinché venga rispettato l’art. 32 della Costituzione, e se vi sono orecchie che non vogliono ascoltare ciò di cui la VIS ha già avvertito, ne risponderanno non solo davanti ai cittadini ma soprattutto davanti alle leggi dello Stato.

Eni prima di richiedere nuove autorizzazioni, ha l’obbligo precipuo di bonificare tutta l’area, il suolo ed il sottosuolo che ha impunemente inquinato attraverso lo sversamento di ben oltre le 400 tonnellate di greggio, per stessa ammissione della compagnia! A buon intenditor poche parole.

Osservatorio popolare della Val d’Agri