Fca: produzione 2018 meno 6,8%, cresce solo Melfi

Uliano: "La tassa governativa sulle auto è un “crimine” verso l’occupazione del settore"

Grazie agli importanti investimenti fatti nello stabilimento abruzzese e al contributo dato dai lavoratori i volumi sono cresciuti negli ultimi 5 anni del 46%. Come FimCisl abbiamo portato l’azienda nei primi sei mesi dell’anno ad assumere 201 giovani a tempo indeterminato, la nostra posizione è nota, quando crescono le produzioni deve crescere e stabilizzarsi anche l’occupazione. Questo è quello che ci poniamo anche per i circa 265 somministrati a cui invece è stata prorogata la scadenza.

La prospettiva che abbiamo difronte per il 2019 è una crescita importante nei volumi, tanto che sia nell’incontro con Ceo e il responsabile Emea di Fca si è parlato esplicitamente di incremento della capacità produttiva con un intervento sulla turnistica già ad inizio anno e questo per noi deve determinare un incremento occupazionale e una stabilizzazione dei contratti “temporanei”.

Il dato di produzione del 2018 – sottolinea Ferdinando Uliano – evidenzia per la prima volta dopo 5 anni di continua crescita nei volumi una prima flessione che investe gran parte degli stabilimenti. L’uso degli ammortizzatori sta interessando anche gli stabilimenti di produzione dei motori e cambi – Termoli, Pratola Serra e Cento – coinvolti già da un processo in atto nel mercato di cambiamento delle motorizzazioni. La previsione per il 2019 è di una situazione ancora di difficoltà sui volumi e sugli ammortizzatori sociali, per il semplice fatto che si sconta già dall’inizio dell’anno la mancanza delle produzioni di Punto e Mi.To che nei circa 7 mesi del 2018 hanno pesato per 37.912 unità, mentre le nuove produzioni seppur già deliberate negli investimenti inizieranno ad avere effetti positivi solo nel 2020.

Per questo abbiamo giudicato un “crimine verso i lavoratori” il provvedimento governativo che interviene aumentando la tassazione delle vetture prodotte. Anche la versione modificata determina comunque un aggravio di costo nell’acquisto riguarderà più di 15 modelli di Fca prodotti negli stabilimenti italiani e questo avrà degli effetti negativi sui volumi e sui lavoratori, che pagheranno in termini di maggior uso di ammortizzatori sociali, oltre al rischio di mettere in discussione i futuri investimenti.

Veramente industrialmente e ecologicamente inspiegabile il provvedimento governativo, visto che il piano degli investimenti di Fca prevede l’equipaggiamento di motorizzazioni ibride ed elettriche su tutta la gamma di modelli nel periodo 2019-2021. Del resto le stringenti norme Europee sulle emissioni (per il 2025 -20% e per il 2030 -40%) già obbligano le case automobilistiche ad interventi radicali per evitare sanzioni miliardarie.

Per la Fim Cisl è indispensabile che il piano illustratoci il 29 novembre 2018, che prevede investimenti pari a 5 miliardi negli stabilimenti del nostro paese, venga da Fca tutto quanto confermato. Dopo l’approvazione della legge di stabilità non abbiamo avuto da Fca comunicazioni di revisione degli investimenti – ribadisce Ferdinando Uliano – non vogliamo nemmeno considerare una ipotesi di questo tipo, è chiaro che se ciò avvenisse il Governo italiano sarà chiamato a rispondere di fronte ai lavoratori e la nostra reazione non si farà attendere, sarà forte e determinata anche con iniziative di protesta, perché non sarebbero mai accettati ne licenziamenti ne chiusure di stabilimenti.

Fim Cisl