Elezioni regionali. Voto in Abruzzo, quali ripercussioni sulla Basilicata?

Attenti agli inganni e alle paccottiglie elettorali

La Lega raddoppia rispetto alle politiche, mentre Forza Italia perde quasi il 5% e FdI prende quasi il 6%. A conti fatti il candidato presidente ha portato circa l’8% di valore aggiunto. I voti del M5S finiscono per una parte alla Lega e per l’altra all’astensionismo (+9%) e, probabilmente, anche al candidato Legnini. La candidata Cinque Stelle non ha aggiunto nulla, anzi ha tolto. E la frequente presenza dei leader nazionali al suo fianco non ha portato valore e, forse, lo ha tolto.

Il Centro sinistra ha goduto molto del valore aggiunto del candidato presidente e delle liste civiche collegate. Il Pd, infatti, ha perso quasi il 3% rispetto alle politiche. E’ vero che il M5S sconta, alle amministrative, l’assenza di alleanze e deve fronteggiare un esercito di candidati sparsi in decine di liste. E’ anche vero, però, che il dato abruzzese segna una sconfitta che va oltre questo limite.

Il voto in Abruzzo può avere un’influenza sulle imminenti elezioni lucane? Probabilmente ci possono essere delle ripercussioni sul piano percettivo. La percezione cioè che il Centro destra possa fermare l’avanzata dei 5S e che il Centro sinistra in fondo non è morto. Sul piano della sostanza non vedo altre ripercussioni. La Basilicata non è l’Abruzzo. Per diverse ragioni.

Sara Marcozzi, già sconfitta alle precedenti elezioni regionali, è stata riproposta. E non si ripropone un candidato perdente che, tra l’altro non ha dato la sensazione di avere una squadra di governo di alto profilo. Antonio Mattia, al contrario, è una novità assoluta, una carta che gli elettori non hanno ancora giocato, e punterebbe su una squadra di governo di alto spessore, anche se ancora tutta da vedere.

Il candidato abruzzese del Centro sinistra, Giovanni Legnini, è un pezzo da novanta, ha trasmesso affidabilità perché per sua natura è affidabile, sicuramente nell’area di sinistra. Ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ex sottosegretario nel governo Letta.

Marcello Pittella e gli altri candidati nelle liste di Centro Sinistra in Basilicata non hanno lo spessore di Legnini e si presentano con un curriculum politico disastroso non solo per le vicende giudiziarie ma soprattutto per l’azione di governo che in 20 anni ha portato la regione in una condizione di sottosviluppo. E neanche gli uomini e le donne di Roberto Speranza appaiono credibili agli occhi dell’opinione pubblica.

Marco Marsilio candidato del Centro destra e vincitore assoluto delle elezioni in Abruzzo è professore a contratto di Estetica, Museologia e Marketing applicato. Ex deputato e attuale senatore. Anche lui uomo di spessore che, però, ha conquistato la presidenza grazie alla brand reputation della Lega di Salvini.

Il candidato del Centro destra in Basilicata sarebbe il generale in pensione Vito Bardi, scarsamente noto ai cittadini anche se il profilo appare interessante sul piano della percezione pubblica. Tuttavia, il panorama lucano di candidati intorno al Centro destra sembra inaffidabile sotto molti punti di vista. Vecchi politici del centro sinistra passati sul carro leghista, vecchi volponi del clientelismo e dell’affarismo ospitati in liste arlecchino. Un pezzo del vetusto sistema di potere che trova le porte spalancate intorno al generale o a chiunque sarà candidato presidente. Nell’insieme il centro destra appare inaffidabile. Un curriculum di fiancheggiamento al sistema di potere Pd di cui si è reso complice. Personaggi leghisti e non solo che “fingono” di volere il bene della Basilicata. Impossibile fare il bene della Basilicata da una prospettiva leghista. Loro puntano sul personaggio Salvini e su quella parte dell’elettorato pronto a farsi prendere per i fondelli.

Il dato che più deve far riflettere, quindi, è la costante ascesa della Lega di Salvini. E deve far riflettere soprattutto chi ogni giorno dalla mattina alla sera attacca non la Lega ma il M5S. L’Abruzzo sia da lezione. E’ evidente che in Basilicata non ci sono le condizioni per una vittoria del Centro destra né del Centro sinistra, unito o diviso che sia. Tuttavia sarebbe il caso di tenere fuori dalle mura il cavallo di Troia leghista.

Ai Cinque Stelle diciamo che bisogna riflettere sui propri errori anziché prendersela con gli elettori, commettendo un altro errore.