La prof. Colella e il dottor Mele: “M5S unica alternativa al disatro economico e ambientale della Basilicata”

Appello del Movimento "Bene comune Basilicata" ai lucani: "Che queste elezioni siano una svolta"

Cari Lucani,

in qualità di scienziata e medico dell’Ambiente ISDE da anni impegnati in prima linea nella difesa della salute, dell’ambiente e del territorio dei lucani, sentiamo il dovere di esprimere la nostra posizione sulle elezioni regionali del 24 marzo 2019.

In Basilicata è emergenza, tra devastazione ambientale, conseguenti danni alla salute umana, emigrazione dei giovani e svuotamento dei piccoli centri abitati. Una regione che prima d’ora non ha mai conosciuto gli attuali preoccupanti dati sulla mortalità per tumore (circa 3.400 morti ogni anno) e sulle malattie cardiovascolari e respiratorie generate dalle numerose criticità ambientali. Se a ciò si aggiunge che una fetta della mortalità è dovuta all’inadeguatezza delle cure, il quadro diventa molto grave (la sopravvivenza per tumore al Sud è inferiore di oltre 5 punti rispetto a quella del Nord). Per giunta negli ultimi anni la nostra regione è scivolata in basso nelle classifiche tra le regioni più povere d’Italia, il tutto avallato da chi abusando della fiducia dei lucani, ha gestito con arroganza e superficialità una regione dalle mille potenzialità, ma con una grande fragilità ambientale.

La Basilicata deve reagire ora per non morire. Questo è il momento in cui si decidono i prossimi cinque anni di governo, dopo sarà troppo tardi. Due sono gli obiettivi prioritari e propedeutici allo sviluppo della Basilicata: la tutela della salute, con investimenti importanti e un servizio sanitario regionale efficace, e la tutela dell’ambiente, del territorio e di tutte le sue importanti risorse (acqua, suolo, ecc.), attraverso il rispetto delle leggi esistenti, nuove norme adeguate alla fragilità del territorio, un capillare monitoraggio ambientale delle aree critiche, controlli severi e indipendenti, bonifiche e un’adeguata pianificazione territoriale. Obiettivi che rappresentano il presupposto fondamentale per uno sviluppo economico armonico della Basilicata, che è sempre vissuta dignitosamente di agricoltura e allevamento e che oggi riscopre nel suo enorme patrimonio ambientale, culturale e turistico la possibilità di riscatto da uno sfruttamento estremo delle sue risorse.

Che fare dunque? Noi siamo disposti a fare la nostra parte. Nel recente passato abbiamo cercato di promuovere percorsi comuni, come quello che poteva portare all’aggregazione in un quarto polo ambientalista di tutti coloro che si erano impegnati nella tutela del territorio lucano. Purtroppo sono mancati i presupposti. Con dispiacere abbiamo anche rinunciato a proposte di candidatura in liste singole con stimati e autorevoli amici, convinti come siamo che in questo momento è imperativo cambiare celermente e radicalmente la gestione dell’ambiente in Basilicata, e per riuscirci purtroppo non basta ottenere un posto in Consiglio, ma è necessario prendere in mano il governo della Regione.

Siamo consapevoli dunque della necessità di una svolta radicale nella gestione ambientale del territorio lucano, che ha condotto una regione meravigliosa sull’orlo di un profondissimo baratro, a causa delle gravi e numerose criticità legate a una gestione inadeguata e agli effetti nefasti delle attività petrolifere (e non solo) sul territorio, sulla salute e sulla sicurezza delle popolazioni.

Per questo motivo abbiamo deciso di dialogare con chi questa regione non l’ha mai amministrata, e che ci ha chiesto con umiltà di mettere a disposizione dei lucani le nostre conoscenze e competenze per le problematiche ambientali della Basilicata, tra cui prioritariamente quelle legate alle attività petrolifere, cui se ne aggiungono altre, come quella della qualità dell’acqua nel Metapontino e in altre aree della regione, le questioni legate agli inceneritori, ecc. Abbiamo dunque accettato la proposta di collaborazione di Antonio Mattia, candidato governatore del M5Stelle, movimento che ha sempre dedicato una parte consistente del proprio programma alla tutela dell’ambiente, e con cui già in precedenza ci sono state delle collaborazioni.

Il voto del 24 marzo e la sfida dello sviluppo sostenibile. Siamo chiamati a dire se vogliamo continuare con questa politica scellerata di gestione del territorio, responsabile dei danni alla salute e della devastazione ambientale attuale, oppure se vogliamo adottare una gestione sostenibile del territorio, capace di promuovere uno sviluppo economico che garantisca la crescita del sistema, ma che contemporaneamente rispetti la salute umana, la sicurezza e la qualità ambientale. Si tratta di una sfida molto ambiziosa, di altissimo livello tecnico-scientifico, vista la fragilità del territorio lucano e la complessità della materia petrolifera, che richiede competenze specifiche e diversificate per riuscire a minimizzare gli impatti ambientali sul territorio.

Una grande sfida di respiro europeo: se non si potranno sospendere le attività petrolifere in corso, la Basilicata potrebbe comunque diventare una sorta di laboratorio naturale unico in Europa occidentale per la gestione sostenibile delle attività petrolifere in territori ad alta fragilità ambientale. Tutti oggi parlano di ambiente, di salute, di sviluppo sostenibile, ma spesso rimangono solo frasi vuote e a effetto. Noi ci impegneremo invece con volontà, determinazione e competenze tecnico-scientifiche.

Ora tocca ai lucani che hanno ancora a cuore le sorti della nostra terra. Non sappiamo come sarà il futuro di questa regione, ma di certo sappiamo che avremo la possibilità di scriverne una parte e ci piacerebbe che tutte le persone libere, stanche, i veri baluardi dei territori, si stringessero a noi e provassimo tutti insieme a cambiare il destino di questa povera terra, che altrimenti sarebbe già segnato.

Sappiamo che insieme lo possiamo fare, che parteciperete al voto come abbiamo già fatto nel 2016, quando siamo stati l’unica regione italiana a superare il quorum del 50% dei votanti per il referendum sulle trivelle. Un motivo di orgoglio per un popolo che si sente derubato, sfruttato e tradito. Possiamo farlo insieme, ancora.

Albina Colella, Professore Ordinario di Geologia, Università della Basilicata

Giambattista Mele, Medico dell’Ambiente ISDE (International Society of Doctors for the Environment)