Valbasento, “situazione ambientale al collasso, assessore Rosa prenda provvedimenti”

Il Movimento Tutela Valbasento sul rinnovo Aia a Tecnoparco chiede adozione di provvedimenti urgenti e decisivi

Il “Movimento Tutela Valbasento” (Mtv), in data 30 gennaio 2019, ha trasmesso all’Ufficio di Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata le sue Osservazioni relative all’istanza di riesame con valenza di rinnovo dell’AIA di Tecnoparco. Mtv, in base alle criticità e problematiche emerse dall’analisi del documento autorizzatorio dell’azienda valbasentana che a Pisticci Scalo smaltisce reflui industriali, chiedeva all’ufficio potentino di Via Anzio di esprimere giudizio negativo al rinnovo dell’autorizzazione in questione. Nulla si è mosso in tal senso, tutto ancora tace. Allo stato attuale, infatti, i termini dell’intero iter istruttorio del riesame risultano scaduti da circa tre anni. Alla luce di ciò, le osservazioni del Movimento assumono una valenza ancor più stringente. Cogliamo pertanto l’occasione, al secondo mese dall’insediamento del nuovo Governo regionale, di riproporre le Osservazioni, riportando di seguito un sunto delle maggiori criticità riscontrate.

In primis, i precedenti Governi regionali avrebbero autorizzato Tecnoparco a realizzare sul suo impianto delle modifiche ritenute “non sostanziali”. A detta di Mtv, invece, tali modifiche dovrebbero ritenersi “sostanziali”, in quanto, “se da un lato non comportano un aumento o una variazione qualitativa delle emissioni, dall’altro alterano le condizioni di convogliabilità tecnica delle stesse”. Tali modifiche, che avrebbero dovuto obbligare Tecnoparco a presentare una nuova domanda di riesame, sono sopraggiunte quando ormai il procedimento di riesame con valenza di rinnovo dell’Aia risultava avviato da oltre due anni, e pertanto avrebbero inficiato l’intero iter istruttorio.

La questione più eclatante riguarda il capitolo “Miasmi”: come già ribadito più volte, nell’ottobre del 2014 l’Arpab, in seguito ad una campagna di monitoraggio dell’aria, rilevò a Pisticci scalo ben 247 superamenti di idrogeno solforato rispetto al valore guida dell’Oms di 7 μg/m3 (campagna interrotta in maniera inattesa per la rimozione senza preavviso del contatore Enel). Da allora, nonostante quei risultati quantomeno allarmanti, non è stata più effettuata nessun’altra campagna di misura che rilevasse i valori di H2S presenti nell’aria di Pisticci Scalo, nonostante i miasmi si siano ripetuti negli anni successivi, fino ai giorni nostri (come attestato dalle numerose dichiarazioni spontanee rilasciate dai cittadini del luogo e presenti nel documento inviato in Regione).

Un altro dato alquanto discutibile risiede nel fatto che via Anzio avrebbe usato “due pesi e due misure” tra le aree della Valbasento e della Val d’Agri, in merito ai limiti di riferimento per le emissioni di idrogeno solforato. In Valbasento, infatti, si considera come limite di emissione per l’H2S il valore di 4 mg/Nm3 (come da D.L. 152/2006 e come da criterio C.R.I.A.B. approvato con D.G.R. n. 3340/1999), mentre, per la sola area della Val d’Agri, la Regione Basilicata, con la DGR n. 983/2013, ha stabilito per l’idrogeno solforato il valore limite giornaliero di 32 μg/m3 e, per quanto riguarda la soglia odorigena, il valore guida semiorario di 7 μg/m3.

Altra questione sollevata in merito ai miasmi, sulla base di alcune recenti sentenze della Corte di Cassazione, riguarda la possibilità di considerare come forma di inquinamento anche le molestie olfattive, pur in presenza di impianti muniti di autorizzazione. Tali sentenze, infatti, sanzionano le molestie olfattive a prescindere dalla sussistenza dell’inquinamento atmosferico.

Altro punto critico sarebbe poi quello relativo al cosiddetto “parametro salute”, ampiamente sottovalutato nelle procedure di AIA e VIA: l’Autorizzazione Integrata Ambientale, infatti, non dovrebbe limitarsi a verificare il solo rispetto dei limiti di emissioni degli inquinanti e le relative tecniche di disinquinamento (B.A.T.), ma dovrebbe anche tener conto degli effetti che tali emissioni possono produrre sui recettori umani e sulla loro salute. A tal fine, per dimostrare la “compatibilità ambientale” di un impianto industriale, assume un grande rilievo il Parere Sanitario del Sindaco, ossia una valutazione sulla rilevanza sanitaria delle emissioni dell’impianto stesso. L’iter istruttorio dell’AIA in esame è deficitario in tal senso.

Infine, ma non certo per ordine d’importanza, la questione relativa alla radioattività. Secondo MTV, infatti, la Regione avrebbe del tutto disatteso l’impegno assunto relativo a campionamenti e analisi periodiche per determinare e verificare lo stato radiologico dell’area della Valbasento. Per questo, si ritiene indifferibile “effettuare indagini in tal senso per avere dati certi in materia e, fino ad allora, non consentire a Tecnoparco la continuazione delle attività strettamente connesse alla presenza di radionuclidi, riscontrati nei reflui provenienti dal Cova (Centro Olio) di Viggiano”.

Alla luce di quanto descritto, MTV chiede all’Assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, di prendere provvedimenti urgenti e decisivi per consentire all’intera area valbasentana di uscire da una situazione ambientale ormai al collasso e di entrare in una nuova era di sviluppo sostenibile e salutare. Si potrebbe, ad esempio, proporre una nuova mission per l’AIA di Tecnoparco: non più trattamento di reflui industriali, ma depurazione delle sole acque fognarie provenienti da Pisticci e Pisticci Scalo.

Del resto, anche per l’altro versante del Cavone, andrebbero quanto prima sbloccati dei fondi per la manutenzione straordinaria del depuratore di località Tamma e per il collettamento fognario di Marconia, Tinchi, Centro Agricolo e dei vari Lidi e Villaggi allo stesso impianto di depurazione. Come, infatti, emerge dalle analisi effettuate (per conto del Comune di Pisticci) il 14 maggio scorso in prossimità della Foce del Cavone, i batteri fecali erano abbondantemente sopra i limiti previsti dalla normativa sulla qualità delle acque di balneazione (All. A del DM 30 marzo 2010): la Conta batterica di “Escherichia Coli” ammontava, infatti, a 1.400 UFC/100ml (limite massimo 500), mentre quella degli “Enterococchi intestinali” ammontava a 640 UFC/100ml (limite massimo 200).

Movimento Tutela Valbasento