Questo non è un Paese per bambini ma per “minori”

Se una famiglia è troppo povera non le togli i bambini, fai in modo che non sia troppo povera

Se una famiglia è troppo povera non le togli i bambini, fai in modo che non sia troppo povera. Invece, è più comodo così. Per tutelare i “minori”, così chiamano i bambini nei servizi sociali, è necessario allontanarli dalla famiglia, almeno fino a quando quella famiglia non dimostri di avere i requisiti economici, abitativi che garantiscano una vita normale ai bambini. Troppo facile.

La verità è che in molti casi, allontanati i bambini, della famiglia se ne fottono. Ci sono due aspetti inquietanti nel trattamento dei casi di allontanamento dei figli dalla famiglia. Il primo è quel linguaggio burocratico e giuridico che identifica persone bambine come “minori”. Certo, per i cosiddetti esperti, “minore” è un sostantivo nel senso di minorenne, nel senso di più giovane, ma spesso si trasforma all’istante in un aggettivo: più piccolo, corto, basso, meno di qualcuno o qualcosa. Quel “minore” spesso si trasforma, nella mente di costoro, in qualcosa da preservare, tutelare, con ogni mezzo in nome di una presunta superiorità della legge e della scienza sociale. Il bambino “non è in grado di” proprio perché “minore”.

L’altro aspetto inquietante è l’accanimento sui bambini, come se la famiglia non esistesse. Quanti casi di bambini in difficoltà sarebbero risolti se si concentrassero risorse per migliorare le condizioni delle famiglie? Se avessimo un sistema scolastico degno di questo nome? Se avessimo un sistema di funzioni e strumenti educativi all’altezza della civiltà? Se avessimo un sistema di welfare concepito in chiave di promozione umana e di opportunità sociali anziché in chiave di tutele e protezione? Macché, noi facciamo le Commissioni di inchiesta, come quella sugli orrori di Bibbiano, la solita riunione di condominio che nel migliore dei casi ci racconterà quello che già sappiamo.

La condizione dei bambini in Italia è drammatica. Circa 350mila bambini lavorano, molti di loro sono sfruttati come schiavi. Sono 1,2 milioni quelli che vivono in condizioni di povertà assoluta. Siamo agli ultimi posti in Europa per spesa in educazione e per spesa sociale per le famiglie e i bambini. Migliaia di bambini ogni anno sono allontanati dalle loro famiglie. Migliaia i bambini che ogni anno sono vittime di abusi sessuali e di violenze psicologiche.

Questo non è un Paese per bambini, ma per “minori”.