L’ospedale di Potenza perde sette dei nove anestesiti rianimatori vincitori di concorso

Trasferiti negli ospedali periferici. Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica denuncia “Cecità della Direzione Generale"

Nella giornata di ieri, 24 settembre, la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza ha assegnato, senza alcun confronto con i rappresentanti sindacali, sette dei nove anestesisti rianimatori vincitori del recente concorso, agli ospedali periferici, penalizzando di fatto il San Carlo.

A riferirlo è l’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica – AAROI-EMAC, sezione regionale Basilicata che denuncia “l’assoluta cecità della Direzione Generale del San Carlo nella scelta di potenziare gli ospedali periferici a danno dell’Aor San Carlo, senza voler trovare una soluzione che rivaluti i plessi ospedalieri affinché concorrano tutti a potenziare la sanità lucana e diano all’unica Azienda sanitaria regionale la possibilità di offrire un servizio qualificato grazie alle Alte Specializzazioni già presenti in azienda”.

La carenza di Anestesisti Rianimatori nell’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza è una emergenza che va avanti da alcuni anni.

Il 6 ottobre 2016 veniva bandito un concorso per sette Dirigenti Medici Anestesisti Rianimatori. In attesa dell’espletamento del Concorso, nell’agosto del 2018 è stato pubblicato un Avviso Pubblico per sette posti a tempo determinato che ha permesso all’Azienda di assumere temporaneamente sette Anestesisti Rianimatori dei quali sei presero servizio nella Unità operativa complessa (Uoc) di Anestesia e Rianimazione del San Carlo e 1 nella Uoc di Cardioanestesia.

Il 30 gennaio 2019 sono stati riaperti i termini del concorso pubblico che è stato espletato nei mesi di luglio e agosto 2019 con la formazione di due graduatorie: nove idonei specialisti e 10 specializzandi.

Il 24 settembre la graduatoria costituita dai nove specialisti vincitori di concorso è stata utilizzata distribuendo sette unità ai presìdi periferici dell’Azienda, lasciando solo due anestesisti rianimatori al San Carlo di Potenza, uno per ogni Unità Operativa. In questo modo l’UOC di Anestesia e Rianimazione del San Carlo ha perso, dall’oggi al domani, cinque anestesisti rianimatori già attualmente in servizio.

La scelta della Direzione Generale – afferma Francesco Allegrini, presidente AAROI-EMAC Basilicata, – mortifica le professionalità di dirigenti medici all’inizio del loro percorso professionale che avevano scelto di cominciare a lavorare in un Dea (Dipartimento emergenza e accettazione ndr) di II livello con tutte le specialità chirurgiche in grado di offrire loro anche una importante opportunità di crescita formativa e che, al contrario, si ritrovano a lavorare in piccoli Ospedali periferici con poche attività chirurgiche.

Due dei dirigenti medici già in servizio al San Carlo a tempo determinato dallo scorso novembre 2018 si stavano formando presso la Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia nelle procedure di partoanalgesia e ostetricia, sopperendo alle crescenti necessità di personale della Unità Operariva. Non diversamente è andata per un dirigente medico in servizio presso la Uoc di Cardioanestesia. Questi colleghi – sottolinea Allegrini – vedono interrotto il loro percorso per una improvvisa assegnazione in periferia che crea oggettive difficoltà e disservizi nelle Unità operative complesse interessate”.

L’AAROI-EMAC Basilicata, non consultata dalla Direzione Generale, è ben consapevole delle evidenti criticità esistenti negli ospedali periferici, ma ritiene che sarebbe stato possibile trovare altre soluzioni nel rispetto dei plessi ospedalieri periferici, senza però penalizzare l’unica Azienda Ospedaliera sede di Dea di 2° livello e di Ostetricia di 3° livello della Regione.

Per questo motivo l’Associazione esprime forte dissenso verso la strategia gestionale della Direzione Generale del San Carlo.

Avendo a cuore la produttività e professionalità dell’azienda – conclude Allegrini –, non riteniamo che queste scelte possano in alcun modo migliorare i servizi per i pazienti. Al contrario, spostando cinque unità mediche dalle sale operatorie e dalla Rianimazione sono stati creati i presupposti per una grave penalizzazione delle attività chirurgiche e per un’inevitabile difficoltà nel garantire le guardie di urgenza”.