Estrazioni petrolifere: “Esiste una società civile, in Basilicata, che ha preso coscienza dello scempio”

Il Comitato Aria pulita sul disastro ambientale in Val d'Agri e rinnovo delle concessioni

Diniego delle concessioni petrolifere a Eni-Shell, moratoria fino al 30 giugno 2022 delle attività estrattive di petrolio e gas in Basilicata, obbligo cauzione assicurativo-bancaria alle società petrolifere concessionarie ed altro.

Partecipazione della società civile di Basilicata all’apertura dibattimentale del processo penale per disastro ambientale il 28 ottobre 2019 innanzi al Tribunale di Potenza.

Le iniziative dei gruppi ambientalisti e dei cittadini e studenti lucani tenute il 21 e 23 ottobre 2019 a Potenza e Roma innanzi ai palazzi della Regione Basilicata e del Governo e del Parlamento hanno dimostrato che esiste una società civile della Basilicata attenta ed operosa che ha preso pienamente coscienza dello scempio procurato dalle attività estrattive di petrolio e gas all’ambiente e alla salute pubblica della regione, con elevati rischi anche per i milioni di abitanti delle regioni Puglia, Campania e Calabria servite dai bacini idrici lucani.

In queste ultime settimane è stato confermato il sostanziale appiattimento dei quadri politici e dirigenziali della Regione Basilicata e del Governo e del Parlamento alle volontà dei vertici e delle alte dirigenze delle società concessionarie, nonostante i loro mega smaltimenti illeciti di rifiuti pericolosi e sversamenti e disastri ambientali da estrazione petrolifera, acclarati in due giudizi penali in corso a Potenza.

Poiché le contestazioni, richieste e proposte dei gruppi ambientalisti, contenute da ultimo nella lettera inviata il 10 ottobre 2019 a tutti i livelli istituzionali nazionali e regionali dall’associazione Ehpa Basilicata, non hanno ancora avuto risposta, il Comitato Aria Pulita Basilicata ritiene che la società lucana debba essere attivamente presente – ove possibile con atti di costituzione formale di parte civile – all’apertura dibattimentale del processo penale fissata per l’udienza di lunedì prossimo 28 ottobre 2019 davanti al Tribunale di Potenza per il reato di “disastro ambientale” causato dalle società petrolifere e dai loro esponenti di vertice e di alta dirigenza, cui la magistratura ha ascritto finora le misure cautelari dell’arresto e della sospensione dalle funzioni pubbliche.

Inoltre il Comitato Aria Pulita Basilicata sollecita i quadri politico-governativo-istituzionali a dare conto alle popolazioni del Sud Italia e all’opinione pubblica nazionale del perché essi non abbiano provveduto tempestivamente a garantire la salute pubblica e la sicurezza dell’ambiente nella regione Basilicata e del perché essi non pongano nelle loro agende con priorità assoluta il varo di provvedimenti per: negare il rinnovo della concessione per le estrazioni petrolifere all’Eni-Shell e ai loro vertici ed alte dirigenze responsabili di “disastri ambientali” e illeciti “traffici e smaltimenti di rifiuti pericolosi”; 

disporre la moratoria fino al 30 giugno 2022 di tutte le attività estrattivo-petrolifere, inclusi l’impianto (non ancora avviato) di Tempa Rossa delle società estere Total-Mitzui-Shell e le 17 richieste societarie in attesa di autorizzazione estrattiva nella quasi totalità dei Comuni lucani e in alcuni Comuni della Campania e della Calabria; 

obbligare tutte le società concessionarie di attività petrolifere (e di attività connesse) a fornire la garanzia cauzionale a carattere assicurativo-bancario e quella fideiussoria, escutibile a semplice richiesta scritta, per tre volte il valore dell’investimento (quindi 10 miliardi di euro cadauno per gli impianti COVA di Viggiano di Eni-Shell e Tempa Rossa di Total-Mitsui-Shell) e comunque a totale copertura dei danni procurati allo Stato e al territorio, al fine di affermare il principio inderogabile che chi danneggia paga e risarcisce anche i singoli operatori economici dei territori lesi; 

riaffermare il principio della piena corresponsabilità a tutti i livelli degli esponenti di vertice e dell’alta dirigenza, con immediato pignoramento/sequestro di tutti i loro compensi e beni immobiliari e mobiliari, congiuntamente alle società concessionarie e alle Amministrazioni pubbliche di appartenenza; 

assegnare alla Regione Basilicata una adeguata quota di compartecipazione nel capitale delle società concessionarie, per affermare il principio della “co-gestione” in primo luogo a tutela del valore pubblico della concessione e conseguentemente a tutela dell’investimento e degli aspetti gestionali e di controllo, al pari del Ministero dell’Economia e della Cassa depositi e prestiti spa che detengono la rispettive quote del 4,34% e 25,76% del capitale della capogruppo Eni spa; costituire una Autorità di garanzia, in forma collegiale e con carattere di assoluta terzietà e natura autocratica, a tutela del rapporto tra i cittadini e il sistema sulle concessioni estrattivo di petrolio e gas; estendere lo studio di Valutazione di Impatto Sanitario 2017 effettuato per Viggiano e Grumento Nova a tutti i Comuni della Val D’Agri e della Basilicata; 

avviare progetti di risanamento nei territori della Basilicata colpiti dai disastri ambientali causati dai gruppi industriali Eni-Shell e dagli inquinamenti per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, escludendo da ogni fase del risanamento (progettazione, esecuzione, appalti ecc.) tutti i soggetti pubblici e privati responsabili dei disastri e inquinamenti o che vi abbiano concorso per qualsiasi ragione.

Lucia Coletta, presidente Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus