Melfi, parla l’ex sindaco Brescia: “E’ una città sana”

L'ex parlamentare e amministratore della città federiciana: "Merita massimo rilancio la comunità che non può e non deve fermarsi"

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Un clima di silenzio assordante attraversa la città, assilla amministratori e dipendenti comunali, tra timori e preoccupazioni per un’attesa di non so cosa. La Politica non sta reagendo facendo il suo mestiere, che è quello di parlare coi cittadini e le forze sociali di progetti e programmi concretizzati, avviati o da realizzare. Così, Melfi rischia la paralisi con ripercussioni sul futuro economico e sociale.  Non è un atteggiamento giusto, anzi, mi sembra il modo più sbagliato di affrontare le questioni.

Per circa un terzo di secolo ho avuto l’onore e l’onere di governare la mia città, a volte come minoranza, altre da amministratore diretto. Ho imparato l’arte dell’amministrazione pubblica dai miei compagni comunisti Elio Altamura, Peppino Nigro, Michele Guercio, e dai tanti operai e braccianti. Ho appreso moltissimo da personalità di diverso orientamento politico come Lello Lospinoso ed Elvio Salvatore, Titino Araneo e Giorgio De Rosa, da sindacalisti come Quirino Quaranta, Alessandro Fundone e Cecchino Pietrantuono. Durante e dopo i miei mandati politici e amministrativi mi sono sempre ispirato a loro per veicolare i valori di onestà e trasparenza, quando dovevo essere libero di prendere decisioni, quando bisognava battersi per la democrazia, la legalità, la giustizia e il bene di tutti e spendersi per l’attuazione dei principi costituzionali.

Sono fortemente convinto che Melfi è sempre stata ed è tuttora amministrata da persone perbene. Melfi non è mai stata come una delle cittadine della Locride, della Sicilia o di altre parti d’Italia, dove la criminalità organizzata ha inquinato la cosa pubblica. L’amministrazione pubblica locale, di qualsiasi orientamento politico, è – ed è stata – distante anni luce dalla malavita.

Le battaglie politiche, il confronto anche duro, fuori e dentro il consiglio comunale, sulle cose da fare o sulle priorità da realizzare per la città sono più che legittime. Anzi sono auspicabili perché rappresentano il sale della democrazia. È ricchezza di idee, è partecipazione e libertà.

Nel consiglio comunale di Melfi ci sono intelligenze ed esperienze sperimentate che, libere da facili strumentalizzazioni per piccoli tornaconti politici ed elettorali, contribuiscono alla crescita culturale, sociale ed economica. 

Per questi motivi, pur nel rispetto degli altri organi dello Stato che hanno compiti di vigilanza, controllo, verifica, non comprendo il silenzio passivo e di attesa, la quasi rassegnazione delle forze politiche, il quasi blocco della macchina amministrativa, che possono arrecare danno alla nostra comunità.

Pertanto, massima collaborazione con gli organi di giustizia e di verifica amministrativa, insieme alla forte convinzione che la Melfi pubblica è sana, onesta, corretta come con pazienza e costanza sapranno dimostrare gli amministratori comunali, a cui va il mio rispetto e la convinta solidarietà, per il coraggio di non arrendersi e di difendere il proprio onore e la propria dignità. 

Sarebbe più facile dire basta e seguire il consiglio “interessato” di qualcuno dell’opposizione che vuole le dimissioni dell’intero consiglio comunale. 

Ma rappresenterebbe un atto ingiusto e sbagliato, un gettare colpevolmente la spugna rispetto alla città che chiede governabilità e rilancio della vita amministrativa.

Mi sento di consigliare, invece, alla politica e agli amministratori locali di parlare e confrontarsi in consiglio, ma anche con i cittadini, le forze sociali, il mondo dell’associazionismo, tutti espressione della democrazia partecipata.

Come dire, un rilancio di fiducia collettiva dove ognuno può esercitare il suo ruolo. Coraggio e avanti: Melfi non può fermarsi. 

Giuseppe Brescia  ex parlamentare e già sindaco di Melfi 

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