Uiltec: “Preoccupa crisi industriale a Melfi a partire dal settore dell’ automotive”

"E’ tempo di aprire una nuova fase nelle politiche industriali di questa area"

Più informazioni su

Siamo fortemente preoccupati per la crisi che investe il settore automotive, in particolare nel distretto industriale di Melfi , e per le ripercussioni negative che questo stato di cose può generare nell’indotto correlato dell’area lucana dove sono insediate le aziende che si ricollegano ai settori della gomma plastica e del vetro.

Non ci si può basare per lo sviluppo dei territori in questione e dell’intera Basilicata sull’uso delle royalties derivanti dall’attività estrattiva, di cui beneficiano, per paradosso, solo le aree interessate dalle suddette attività e non la Regione in modo uniforme.

In questo senso crediamo che bisogna determinare la pratica virtuosa di gestione democratica delle royalties come strumento finanziario e politico di programmazione dello sviluppo territoriale a medio-lungo periodo. Ma non può bastare.

Occorre porre rimedio alle ripercussioni nefaste della crisi dell’auto nel territorio lucano. Il sito produttivo Sata della Fca di Melfi continua a fermare i turni di lavoro nello stabilimento, applicando contratti di solidarietà e strumenti relativi a specifici ammortizzatori sociali rivolti ai lavoratori addetti ai suddetti turni.

Oltre al problema del calo degli ordinativi per il gruppo guidato da Michael Manley esiste il disagio caratterizzato dalla concorrenza internazionale e basato sulla competizione tecnologica a cui le grandi case produttrici devono ambire per poter guardare al futuro.

Se i dazi imposti oltreoceano creano problemi diretti alla produzione di auto in Italia, per il sito produttivo di Melfi esiste il problema aggiuntivo delle regole europee sulle emissioni che hanno ricadute immediate sulle produzioni locali della Jeep Renegade e della 500X.

Si guarda allo sviluppo innovativo in una fase di transizione energetica che deve assolutamente essere affrontata tenendo conto dei grandi progressi raggiunti nelle motorizzazioni ibride e completamente elettriche, ma sia lo stabilimento della Fca di Melfi che le aziende dell’indotto correlato tuttora non hanno segni di un’inversione di tendenza e di una benefica crescita produttiva.

Eppure, a seguito del nuovo Piano Industriale 2018-2022 comunicato da Fca il primo giugno 2018, indicava che i veicoli a marchio Fiat sarebbero stati concentrati sul mercato italiano, europeo e sud americano puntando proprio sulla piattaforma della 500 nelle sue diverse versioni, mentre la Jeep avrebbe assunto il ruolo di marchio globale e di motore del gruppo, con veicoli destinati a coprire i diversi segmenti della gamma.

Il Piano in questione prevede un investimento complessivo di 45 miliardi di euro, di cui 9 dedicati allo sviluppo di veicoli elettrici. Ma gli effetti di questo piano non si percepiscono in uno stabilimento dove, in pratica, si lavora due giorni a settimana a causa dell’andamento di mercato e in conseguenza della situazione tecnica, di quelle produttiva e organizzativa.

E’ tempo di aprire una nuova fase nelle politiche industriali di questa area che determini opportunità di crescita sia nel settore dell’automotive che in quello energetico. Un impegno che deve partire da un protagonismo delle realtà locali, e dalle generazioni che interpretano i destini ed i progetti di vita intrecciati ad una valorizzazione dei beni comuni. La Uiltec è per una svolta ed un cambiamento vero che riguardi il mondo del lavoro lucano e per lo sviluppo dell’intera regione.

Uiltec di Basilicata

Più informazioni su