Chi ci guadagna dalle eventuali dimissioni di Gianni Rosa?

L’assessore all’Ambiente della Basilicata al centro delle polemiche politiche sulla vicenda delle trattative con i petrolieri. La Lega vuole tenersi in mano la partita energetica

In un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, pubblicata oggi, Marzio Liuni, commissario novarese della Lega in Basilicata, dice la sua sulla vicenda delle trattative con Eni. Afferma che la Regione, al tavolo con la multinazionale, si è approcciata con pregiudizio e questo avrebbe causato l’irrigidimento degli interlocutori. E attribuisce all’assessore Gianni Rosa e al suo “impeto” la responsabilità di quell’irrigidimento.  “Ora – precisa Liuni – Bardi prenda in mano il caso”. Il che vuol dire provare a mediare e a concordare il possibile. E potrebbe voler dire chinate la testa, fate i bravi e tutto andrà bene.

Il commissario Liuni non nasconde l’irritazione leghista nei confronti dell’assessore regionale all’Ambiente. E sembra che abbia voluto dare l’assist non solo alla minoranza di sinistra che chiederebbe le dimissioni di Rosa, ma soprattutto ai suoi compagni di partito che da tempo vorrebbero sfilare la poltrona all’esponente di Fratelli d’Italia in Giunta. Perché Gianni Rosa è al centro della polemica politica dentro e fuori la maggioranza di governo regionale?

L’assessore, nella foga difensiva dagli attacchi dell’opposizione e dell’opinione pubblica, avrebbe commesso gravi errori  nella conferenza stampa indetta in seguito alla sospensione delle trattative con Eni.

Si è lasciato andare a frasi del tipo “Eni ha fatto i morti”, “se in Basilicata parli di Eni la gente ti schifisce”. E non avrebbe torto. Insomma, per alcuni, frasi offensive e diplomaticamente inopportune scagliate contro la multinazionale. Parole di cui si sarebbe pentito. Il giorno dopo ha infatti dovuto dare spiegazioni e chiedere scusa. Gianni Rosa ha gestito malissimo la conferenza stampa e gli esiti successivi a quella conferenza. Ha suscitato reazioni negative nell’opinione pubblica quando ha chiesto scusa, non ha convinto gli alleati quando ha dato spiegazioni e si è contraddetto nella sostanza quando si scopre che si è seduto al tavolo delle trattative con “gente che ha fatto i morti” e quando parla della necessità di avere certezze scientifiche sulla Vis. Insomma, un minestrone di confusione e contraddizioni che in un sol colpo ha danneggiato gravemente la sua posizione all’interno della maggioranza.

Detto questo, è necessaria una riflessione oltre la cronaca dei fatti. L’atteggiamento “pregiudiziale” o “rigido” di Rosa, verosimile, nasce dal suo profilo politico storico di opposizione. Ha sempre, strumentalmente o meno, agito “contro la politica del centro sinistra di svendita della Basilicata alle compagnie petrolifere”. Ha sempre preso la parola sui temi ambientali e ha provato a costruirsi un’immagine di paladino della tutela degli interessi dei lucani. Su questo versante ha costruito parte della sua identità politica. Uno così che fa quando si siede al tavolo con i petrolieri? Fa la faccia dura perché deve comunicare una certa coerenza e tutelare l’immagine faticosamente costruita.

Ha fatto però i conti senza l’oste leghista e senza il potere di Eni. Alla Lega, e non solo, l’impostazione “ambientalista” di Gianni Rosa dà fastidio. Il fatto che egli abbia un assessorato che conta, seppure disseminato di trappole, non è gradito a molti sin dall’inizio della composizione della Giunta. La partita del petrolio è leghista e questo l’assessore non l’ha capito fino in fondo. Lui oggi, è un ostacolo alle intenzioni dei manovratori dietro le quinte. Intenzioni che non sono compatibili con le sue. La Lega ha chiaramente espresso, anche attraverso il suo leader nazionale, la linea di condotta nei confronti della partita energetica.

Dunque, Gianni Rosa sarà probabilmente dimissionato, e questa non sarà una buona notizia. Il centro sinistra sbaglia a chiedere le dimissioni dell’assessore, dando così spago alla Lega. Dopo Rosa ci sarà chi risponderà con disciplina agli ordini dell’asse Lega-Eni-Forza Italia. Se è questo che vogliono Polese e compagni, facciano pure, ma sbagliano. Staremo a vedere che cosa accadrà nella seduta del Consiglio Regionale di oggi pomeriggio convocata in via straordinaria per discutere sulla vicenda petrolio.