Presidio a Tempa Rossa, No Triv: “Difendiamo i nostri territori dalle multinazionali”

La manifestazione l'8 dicembre a Corleto Perticara

Scopo delle grandi lobbies è solo ed unicamente il profitto, ai danni della salute pubblica, degli equilibri ambientali, della stessa democrazia. Dal 2 al 14 dicembre i rappresentanti di 196 paesi del mondo si riuniranno a Madrid (nuova sede decisa a seguito delle violente proteste popolari contro le ingiuste condizioni di vita e le crescenti ed estreme diseguaglianze sociali che si vivono in Cile, sede inizialmente prescelta), per svolgere la COP 25 dell’ONU, la Conferenza che dovrà assumere importanti decisioni tramite una road map concordata sul clima.

Già sappiamo che anche rispettando tutti gli impegni presi finora, gli obiettivi e le misure stabiliti non sono sufficienti a garantire il contenimento del riscaldamento climatico al di sotto della soglia di 1,5° C rispetto ai livelli pre industriali.

Molte saranno, sull’intero territorio nazionale ed in Europa, le forme di mobilitazione diffusa, per chiedere ai governi un cambio di rotta rispetto ad un paradigma energetico e produttivo, per il diritto al clima ed alla giustizia climatica, per favorire cooperazione e convivenza sociale.

In Basilicata rivendichiamo il diritto all’acqua pubblica sorgiva e pulita, una nuova Strategia Energetica Nazionale riscritta senza privilegiare gli interessi delle lobbies, che sia in grado di superare la mistificazione della centralità del gas, di mettere a soluzione le scorie nucleari, di dare concreta attuazione alle bonifiche, di mettere in sicurezza il territorio, definendo in tempi rapidi e con modalità ed investimenti certi una conversione economica a fini sociali degli investimenti destinati alle grandi opere inutili e dannose ed alle spese militari, il disarmo nucleare, lo STOP ai contributi statali diretti ed indiretti al fossile ed alle estrazioni petrolifere.

Quali le speranze per la nostra Regione, da decenni duramente devastata dalla chimica, dall’amianto, da una disastrosa gestione del ciclo dei rifiuti di ogni genere, da una vera e propria occupazione neocoloniale da parte delle multinazionali del petrolio e del gas?

Nel corso delle due settimane di negoziati, i tecnici, i ministri, i capi di Stato e di governo inviati da ciascuna nazione a Madrid saranno chiamati a compiere passi avanti concreti sull’attuazione dell’Accordo di Parigi (2015), per limitare la crescita della temperatura media globale, alla fine del secolo, ad un massimo di 2 gradi centigradi, rispetto ai livelli pre-industriali.

Il principale nodo sarà la definizione degli NDC ( Nationally Determined Contributions), che riguardano le promesse di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra avanzate dai governi di tutto il mondo. I calcoli effettuati nel corso del tempo, tuttavia, hanno mostrato che tali impegni, pur se rispettati, non basteranno, in quanto nonostante l’ipotesi di loro attuazione, la temperatura globale è destinata ad aumentare ben oltre la soglia dei 2 gradi previsti. Per questo le Nazioni Unite hanno chiesto agli esecutivi di rivedere gli NDC, per “aggiustare” la traiettoria e rendere gli impegni più stringenti ed ambiziosi.

Tutti possiamo toccare con mano la drammaticità e le conseguenze dei cambiamenti climatici, che si stanno manifestando in modo più veloce rispetto a quanto previsto dagli stessi scienziati. Tutti i governi dovrebbero trattare la questione come una crisi mondiale. Viceversa, dal 2015 ad oggi sono molti i governi (in primis Stati Uniti e Brasile), che, guidati da leaders apertamente climatoscettici, remano in senso contrario. Intanto, due recenti studi francesi rivedono al rialzo i dati sul riscaldamento globale, paventando che nel 2100, nell’ipotesi peggiore, si potrebbe arrivare a +7 gradi centigradi. Questo vuol dire che da Madrid o si riuscirà a costruire un cammino comune e si otterrà un consenso ampio, oppure siamo davvero spacciati!

Nel suo piccolo, anche la maggioranza del parlamentino regionale lucano, a guida Bardi, è “allegramente” negazionista. Abbacinata da un profluvio di danaro patteggiato in addendum con Total, in ingorda compagnia di partiti, organizzazioni sindacali maggioritarie, fameliche cordate di ditte, rissosi sindaci dell’area di Tempa Rossa, l’attuale compagine di governo lucano se ne impipa ampiamente degli effetti pluridecennali delle coltivazioni del secondo giacimento d’Europa in terraferma, provando a lastricare d’oro il futuro dell’attuale deserto occupazionale . Come se 100 anni di attività estrattive nella nostra regione, di cui un ventennio in Val d’Agri, non fossero mai esistiti!

Con l’accordo Regione/Total/Shell/Mitsui si chiude una delle pagine più ipocrite e vergognose della politica energetica nazionale ed ha inizio una nuova fase in cui assisteremo ad un film già visto per il Cova di Viggiano (Concessione Val D’Agri), a cominciare dalle centinaia di tonnellate sversate agli esiti dello studio epidemiologico di VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) su Viggiano e Grumento Nova presentato, dopo anni di lavoro e adottando le più avanzate ed innovative metodologie di indagine, a Settembre 2017 da studiosi del CNR, dell’ASL Roma 1 e dell’Università degli Studi di Bari, che ha confermato un drammatico quadro di aumento di mortalità per malattie cardiovascolari e respiratorie, nonché un forte incremento dei casi di ospedalizzazione nelle aree più esposte ad inquinanti, mentre si pongono in ombra gli episodi pregressi di inquinamento delle matrici ambientali fin qui registrati nelle aree della concessione “Gorgoglione”, l’impatto sanitario delle attività estrattive, le insufficienti garanzie in merito alle attività di monitoraggio.

Restano in pochi a ricordare che le emissioni di CO2 riconducibili direttamente ed indirettamente al progetto interregionale Tempa Rossa saranno enormi. Considerando soltanto i 50.000 barili al giorno di petrolio estratto e non considerando il gas, in un anno le emissioni di CO2 sfioreranno quota 7,5 milioni di tonnellate. Le emissioni di CO2 registrate in Italia nel 2018 sono state pari a circa 425,8 milioni di tonnellate. E tutto questo come “regalo aggiuntivo” per altri 30 anni!

Nella terra dei petrolieri, hub di eolico selvaggio, inceneritori, rifiuti tossici e nocivi; nella terra tra le più povere e a forte flusso emigratorio d’Italia, il giorno 8 dicembre saremo a Corleto Perticara per ribadire che non accettiamo che i nostri paesi si trasformino in monopoli coloniali, né in principati delle multinazionali!

Questo appello è un invito a tutti i soggetti liberi della Basilicata, perché partecipino alla manifestazione che sarà organizzata domenica 8 dicembre 2019 a Corleto Perticara a partire dalle ore 10.00 in Piazza Plebiscito, con successivo presidio al Centro Oli di Tempa Rossa.

Coordinamento No Triv Basilicata