Destra e sinistra esistono. Per un contributo al dibattito sulla presunta morte delle ideologie

Dalla Lega al M5S, dal Pd alle Sardine attraversando le macerie del pensiero. Anche da nessuna parte è una parte, la parte peggiore

E allora proviamo a costruire la differenza

Proviamo a separare il buono dal cattivo e a collocarli nella casella corretta. Qual è la differenza tra idealità politica e ideologismo? Definirei ideologismo assenza di idealità, un insieme di dogmi che affronta e giustifica – soprattutto in campo politico e sociale – condizioni e problemi percepiti astrattamente in funzione di una dottrina finalizzata a costruire e a imporre una realtà.

L’idealità politica, invece, sarebbe un insieme di valori, ideali, strumenti simbolici e interpretativi finalizzata a modificare, negoziandola attraverso l’elaborazione del pensiero, la realtà delle cose, nella direzione di un miglioramento delle condizioni dell’umanità. L’idealità di un partito spesso ha origini filosofiche e riferimenti culturali forti, gli ideologismi hanno origini dogmatiche o religiose e spesso privi di riferimenti culturali. E ancora: L’Idealità politica (Ip) si fonda su ideali, l’ideologismo è basato sul dogma e sulla dottrina. L’Ip è figlia dell’elaborazione del pensiero e della complessità. L’ideologismo è semplificazione, impulso, istinto. L’ideologismo è fondato su falsi presupposti ideali: la supremazia della razza bianca sulla nera, per esempio, è un’idea falsa sia sul piano scientifico, sia sul piano antropologico. Non esistono razze umane. Tuttavia esistono nella percezione delle persone. Non esiste un’invasione etnica da parte dei migranti africani, tuttavia esiste nella percezione delle persone. Quindi l’ideologismo si fonda non sull’elaborazione del pensiero e della complessità – come nel caso dell’Ip – ma sulla manipolazione delle percezioni che esso stesso contribuisce a generare.

Visione, verità e ricerca della verità

L’insieme di ideali, valori, rappresentazioni, strumenti simbolici di interpretazione e di elaborazione della realtà, costruisce una visione del mondo, del proprio Paese o anche soltanto della propria regione. Ciò che immagino e desidero debba essere il futuro – visione – è dato dall’impianto ideale che condivido con gli altri e in cui mi riconosco. La visione è l’immagine futura del mio presente, per cui attribuisco un senso – significato e direzione – al mio agire sociale e politico. L’IP in quanto fondato su riferimenti culturali rappresenta a sua volta la mediazione tra quei riferimenti e l’azione politica e sociale di persone e gruppi. In breve, i valori, gli ideali, le rappresentazioni e i simboli che creano il corpo idealistico, hanno riferimenti culturali, l’appartenenza politica che ne deriva diventa riferimento sociale e politico dell’azione degli individui, dei partiti e dei movimenti.

L’ideologia comunista era il riferimento politico dell’azione del movimento operaio e contadino. Le variabili che la costituivano avevano come riferimento culturale e filosofico il marxismo. Quell’ideologia aveva una visione: la società senza classi e libera da ogni sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Assomigliava molto a ciò che qui definiamo Idealismo Politico. Quell’ideologia, però, è morta per sociogenesi, come altre, quando si è trasformata in ideologismo dottrinale che ha segnato la fine dell’esperienza del socialismo reale. L’ideologismo mette insieme “punti di vista”, li ammassa come una barricata contro ogni critica, non accetta opposizioni, si auto percepisce come verità assoluta, scientifica e rifiuta la dialettica. Predica e pratica l’intolleranza. Assembla impulsi e istinti sociali e li trasforma in azione politica.

L’idealità politica è costante ricerca della verità nel quadro delle sue variabili costituenti. Il pensiero politico perciò non è scientifico né vuole esserlo. In quella continua ricerca della verità si trasforma e fa da impulso a nuovi paradigmi a nuove ricerche, a progressi del pensiero. E quindi non muore, si trasforma.  L’ideologismo, al contrario, si identifica con la scientificità o con la verità della scienza. Hitler, con l’eliminazione di massa degli ebrei e degli altri esseri umani “inferiori”, spiegava scientificamente quell’orrore, così come la psichiatria tedesca di allora giustificava scientificamente metodologie e sperimentazioni assassine. Tutto in nome dell’ideologismo hitleriano – la razza pura.

L’ideologismo, con la sua pretesa di verità, non ha alcuna funzione euristica. Non si trasforma, muore. Tuttavia non finisce nell’oblio, perché costringe la storia a conservarlo nella memoria affinché le generazioni future sappiano evitare gli stessi errori. L’ideologismo non tollera gli oppositori. Quando l’ideologia marxista è degenerata nell’ideologismo del socialismo reale, Stalin ha fatto strage degli oppositori e dei critici e, come Hitler, si è reso responsabile di milioni di morti.

L’idealità politica, dunque, non solo non è scientifica ma non deve né può esserlo.  L’idealità è morale, valoriale, “spirituale”, è una dimensione della coscienza è ragionamento non ragione. È criticabile e mutevole. Non ha pretesa di verità ma cerca la verità nel quadro di una visione del mondo. (continua alla pagina successiva)