Il pasticcio delle preferenze che ha colpito il M5S lucano

Spuntano nuove difformità tra verbali e prospetti nel caso Giorgetti-Carlucci

Un consigliere regionale che rischia di essere destituito ed uno che attende di subentrare al suo posto in Consiglio sono protagonisti, loro malgrado, di una vicenda che si trascina ormai da mesi e che sarebbe finita in un fascicolo della magistratura. 

La vicenda, tutta lucana, nasce da una discordanza di voti di cui un rappresentante di lista della candidata del M5S, Carmela Carlucci, si sarebbe accorto dopo lo spoglio per le elezioni regionali lucane del 24 marzo 2019. La donna, alla luce di ciò, fa ricorso al Tar di Basilicata perché in una sezione elettorale di Rionero in Vulture, mentre il verbale delle operazioni riportava 36 preferenze in favore dell’altro candidato pentastellato, Gino Giorgetti, il suo rappresentante di lista ne ha calcolati invece, 26. Giorgetti, risulta eletto in Consiglio regionale con sette voti in più rispetto a Carlucci.

Lo scorso settembre, nell’Ufficio elettorale della Corte d’Appello di Potenza una commissione presieduta dal vice prefetto di Potenza, alla presenza dei legali dei due candidati, procede all’apertura dei plichi contenenti verbali di seggio e schede e procede a ricontare i voti. Al termine delle operazioni viene confermato quanto asserito dal rappresentante di lista. 

Al di là di quella che sarà la decisione del Tar, attesa a breve, la vicenda si arricchisce di un nuovo capitolo, o meglio di una nuova denuncia che lo stesso Giorgetti avrebbe presentato alla Digos di Potenza. La denuncia riguarderebbe una difformità tra i voti dei verbali di alcuni seggi e il Prospetto dei voti di preferenza, assegnati a ciascun candidato del M5S, dell’ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Potenza.

I casi denunciati sono quelli di Montemilone -Sezione numero 1- e San Fele -Sezione numero 3.

Nella sezione numero 1 di Montemilone i voti riportati nel verbale delle operazioni del seggio, per Giorgetti sono 8, mentre nessun voto viene attribuito a Carlucci.

A San Fele, nella sezione numero 3, come da verbale di seggio, a Giorgetti non viene attribuita alcuna preferenza, mentre Carlucci risulta averne ottenute 32.

Le preferenze riportate nel Prospetto, invece, evidenziano numeri diversi.

Nella sezione 1 di Montemilone a Giorgetti non è attribuita alcuna preferenza, mentre Carlucci ne ha 8.

Nella sezione numero 3 di San Fele, per Giorgetti la situazione rimane immutata rispetto al verbale di seggio, mentre per Carlucci i voti di preferenza diventano 42, quindi dieci in più rispetto a quelli riportati nel verbale del seggio.

E’ proprio su queste discordanze che l’attuale portavoce in Consiglio regionale avrebbe incentrato la sua denuncia sperando che sia fatta chiarezza su una vicenda che tuttavia sta generando molti dubbi sugli errori, non privi di conseguenze, nel riportare i voti di preferenze di ciascun candidato. 

Intanto se il Tar accoglierà il ricorso di Carlucci, la donna dovrebbe di diritto a subentrare a Giorgetti, che nel frattempo ha rivestito la carica, legittimamente, di consigliere regionale. Il Ministero dell’Interno dovrebbe quindi riconoscere alla consigliera che subentrerà le indennità non percepite, mentre pare che il consigliere Giorgetti non sarebbe tenuto alla restituzione di quanto percepito fino ad oggi.

Pur tralasciando la questione indennità appaiono ‘singolari’ queste difformità tra i voti riportati nei verbali dei seggi e quelli del Prospetto. Nelle more che si dipani la matassa, e soprattutto che la vicenda denunciata sia chiarita, eventualmente da un giudice, sarà mai individuato il responsabile di tale guazzabuglio?