L’intrigo lucano. L’autoritratto di Leonardo è una bufala? foto

Troppi misteri intorno ai protagonisti della “sorprendente” scoperta della Tavola di Acerenza

Chi è Nicola Barbatelli?

Napoletano, 45 anni. Entra nell’Ordine dei Templari nel 2004 ed è in quell’ambiente che probabilmente conosce i fratelli Giandomenico e Raffaello Glinni. Sembrerebbe che negli stessi ambienti nasce il rapporto stretto con Orest Kormasov dell’Università di Tallinn, molto presente nelle manifestazioni e convegni sulla Tavola di Acerenza.

Onorificenze. Ambasciatore campano di arte e cultura nel mondo, Premio conferito dal Presidente della Regione Campania, 2015 -Sacri Itineris Hierosolymitani, 2008 Croce di bronzo, su concessione del Custode di Terrasanta: P.re Pierbattista Pizzaballa. -Kentucky Colonel, 2006 Su concessione del Governatore del Kentucky, H. E. Ernie Fletcher. -Membro dell’Accademia Angelica Costantiniana di Arte, Scienze e Lettere, 2006

Consulenze. Consulente Tecnico d’Ufficio presso il Tribunale di Potenza, sezione civile e penale, N° 446

Attività professionale. Direttore Scientifico, Museo delle Antiche Genti di Lucania, Vaglio Basilicata. Curatore, Museo Aperto Antonio Asturi, Palazzo di Citta di Vico Equense. Curatore di mostre, Museo Diocesano di Napoli – Complesso Monumentale Donnaregina.

Professore Emerito di Storia dell’Arte Moderna, Università dello Shan Dong, Jinan, Cina.

Iscritto albo esperti d’arte presso Camera di Commercio di Potenza n. 201 – 2013

I misteri di Barbatelli e la tomba di Dracula

Non possiamo non rilevare qualche mistero intorno alla figura del proprietario della Tavola di Acerenza, proprietario che, per la verità, non si sa bene come, quando e da chi l’abbia acquistata. Questa informazione avremmo dovuta ricavarla dalla convenzione che il Comune di Vaglio ha stipulato con Barbatelli nel 2009 per la costituzione e la direzione del Museo delle Antiche Genti di Lucania. In quell’accordo non si fa – stranamente – alcun riferimento ad atti o titoli comprovanti la proprietà della Tavola. Il Comune di Vaglio, in quella convenzione dà molte cose per scontate.

La laurea all’ University of Northwest, Toronto, Canada, suscita qualche dubbio. A Toronto non risulta alcuna Northwest University, ma una Northeastern University. Il dubbio cresce quando scopriamo che il titolo, riportato sul sito stmoderna.it, scompare dalla scheda di Nicola Barbatelli. In altri documenti la Northwest University diventa Nort West University senza alcun riferimento a città o Paese. Fatto sta che esiste un certificato rilasciato il 4 febbraio 2013 nella Repubblica di San Marino dalla University of Northwest – ramo dell’European Institute of Techonology. Il certificato attesta il titolo di Doctor of Science in Cultural Heritage Major Art History. I titoli rilasciati dalle Università americane non sono equipollenti alle lauree italiane e non sono riconoscibili ai fini dell’iscrizione agli Ordini professionali. L’European Institute of Technology non rilascia lauree di nessun genere. Insomma carta per i bigliettini da visita, nulla di più.

Ci sono altri episodi in giro per l’Italia che lasciano perplessi. Uno su tutti. Nel 2014 Barbatelli e i fratelli Glinni affermato che il conte Dracula è sepolto nella la Chiesa di S. Maria la Nova a Napoli.  Il Mattino di Napoli in quei giorni scrive: Non sono ragazzini sognatori, fanatici, esaltati, ma serissimi studiosi dell’università di Tallinn in Estonia. Sono convinti di ciò che fanno, sostengono di avere già in mano i documenti che provano la verità, così hanno avviato una campagna di ricerche sul territorio. I nostri eroi italo-estoni si spingono a dichiarare: Sappiamo dov’è la tomba di Dracula a Napoli. A distanza di 5 anni, stiamo ancora aspettando le prove di questa certezza.

Ci sono spesso l’Estonia, Tallinn, i russi, gli Ordini cavallereschi, intorno alle faccende di Nicola Barbatelli.

Insomma, sembra che esista un “metodo Barbatelli”  che si esprime attraverso procedure standard: ritrovamento casuale – abitazione o collezione private ignote – di un’opera d’arte o presunta tale, costruzione di un dibattito attraverso forme diverse di pubblicità della notizia, riferimenti ad antiche pubblicazioni, interventi mirati a orientare il dibattito nella direzione voluta da Barbatelli e infine attribuzione dell’opera a un grande maestro anche se in un contesto di pro e contro, di opinioni contrapposte. Il caso è creato, qualcuno potrebbe essere disponibile ad accettare l’ipotesi che l’opera sia del grande Maestro e quindi ad acquistarla.  Il metodo sembra essere stato applicato nel caso della Tavola di Acerenza, ma anche in altri casi, per esempio quello della Madonna con Gesù e san Giovannino, ritrovata miracolosamente 100 anni dopo il terremoto di Messina, attribuita a Bernardino Luini con riferimento a una pubblicazione del 1909 dello studioso Gustavo Frizzoni. Insomma si parte con una storia affascinante, carica di misteri, ricca di sfumature e colpi di scena, si spara la notizia eclatante fondata o infondata che sia, purché se ne parli.

Il circuito “esperti – università – case editrici – Estonia – Russia” di Barbatelli e i fratelli Glinni appare misterioso come i ritrovamenti casuali delle presunte opere magnifiche dei grandi Maestri.