Olio, le proposte della Cia Agricoltori per rilanciare il settore

Presentate al primo Forum olivicolo nazionale a Lamezia Terme

Più quantità e qualità, investimenti in ricerca, aggregazione di filiera e cooperazione nel Mediterraneo. Sono le quattro azioni indispensabili per il rilancio dell’olivicoltura italiana, presentate da Cia-Agricoltori Italiani in occasione del suo primo Forum Olivicolo Nazionale, che si è tenuto a Lamezia Terme. Un evento con istituzioni, tecnici, scienziati per un obiettivo comune: “Rendere il settore più competitivo, innovativo e aperto,connesso da un lato al territorio e dall’altro al mercato”.

Al Forum la delegazione di produttori olivicoltori lucani aderenti a Cia Basilicata è stata guidata da Paolo Colonna che è intervenuto per fare il punto del comparto. Tra i problemi evidenziati ci sono la forte polverizzazione del tessuto produttivo, costi alti e prezzi volatili, poca innovazione, ricambio generazionale insufficiente. In più, l’Italia vive una critica variabilità produttiva legata ad annate positive come quella in corso (i Basilicata oltre il 300% in più di olio) alternate ad altre con drammatiche flessioni, principalmente per andamenti climatici avversi e attacchi parassitari. Solo a causa della Xylella in Puglia, più di 4 milioni di piante hanno perso totalmente la propria capacità produttiva. Ma il nodo cruciale è legato all’età e alla bassa densità degli uliveti: la superficie olivicola italiana è occupata per il 63% da oliveti “adulti” con più di 50 anni e solo per l’1% da oliveti con meno di 5 anni. Inoltre, solo il 5% della superficie olivicola è caratterizzata da oliveti intensivi e giovani, mentre il 42% ha meno di 140 piante a ettaro. ““Gli olivicoltori, dopo le sofferenze dello scorso anno, meritavano un’annata come questa. Ora bisogna premiare la filiera agricola che – ha detto Colonna – si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi””.

Chiudendo i lavori, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ha lanciato quindi la proposta dell’organizzazione per rilanciare il settore olivicolo. Il progetto si basa su quattro interventi: 1) agevolare nuovi impianti a più alta densità e incentivare la riqualificazione di quelli esistenti per incrementare produzione e produttività degli oliveti; 2) investire in innovazione e ricerca coordinata, anche istituendo un tavolo di lavoro dedicato allo scopo; 3) rafforzare l’aggregazione e il ruolo economico delle organizzazioni di produttori e premiare quelle che coprono la filiera dal campo fino alla tavola; 4) rilanciare una strategia mediterranea di collaborazione tecnica e di cooperazione, con un protagonismo solidale degli agricoltori, soprattutto di giovani e donne, per contrastare la crisi economica, la disoccupazione e la desertificazione “umana” delle zone rurali.