Osservatorio popolare Val d’Agri: “Un incidente rilevante, accertato, al Cova c’è già stato”

Alla vigilia della simulazione dell'emergenza i cittadini ricordano cosa è successo in passato

La Prefettura di Potenza insieme al Comando provinciale dei Vigili del fuoco, al Comune di Viggiano e a tutti gli organi deputati alla gestione del sistema di protezione civile, ha previsto e organizzato per giovedì 16 gennaio dalle ore 9:30, presso il “Cova” Centro Olio Val d’Agri di Viggiano, una simulazione di “Incidente rilevante”, per analizzare e ottimizzare tutte le azioni di gestione legate alla possibilità del verificarsi di una reale emergenza.

Facciamo allora un po’ di “memoria” sul tema della sicurezza presso il Cova e del Piano di Emergenza Esterno (Pee) del Cova per i due comuni interessati dall’area industriale in cui esso è presente.

Pee. Il Piano di Emergenza Esterna è un piano di protezione civile (redatto dalla Prefettura in collaborazione con i comuni interessati ed altri Enti istituzionali), che organizza, con procedure condivise con le altre amministrazioni pubbliche e private locali, le risorse disponibili sul territorio per ridurre o mitigare gli effetti di un incidente industriale sulle aree esterne al perimetro di uno stabilimento industriale a rischio di incidente rilevante. Il 16 gennaio prossimo, saranno effettuate esercitazioni previste proprio dal Piano di Emergenza Esterno relativo al Cova, redatto per la prima volta per il comune di Viggiano nel marzo 2009 ed aggiornato per la prima (ed ultima volta) il 14 marzo 2014, quando finalmente anche il comune di Grumento Nova se ne dotò. Il decreto legislativo 334 del lontano 1999, che recepiva la cosiddetta direttiva CE Seveso II del 1996, già lo rendeva obbligatorio per questo tipo di stabilimenti industriali: pertanto il comune di Viggiano lo ha adottato a distanza di 10 anni e quello di Grumento Nova a distanza di ben 15 anni dall’obbligo di legge. Meglio tardi che mai!

Esercitazioni nell’ambito del Pee. Non è la prima volta che vengono effettuate esercitazioni relative al funzionamento del Pee esterno del Cova, ma è la prima volta da quando è entrato in funzione il primo centro olio nel lontano 1996 che la si fa coinvolgendo i cittadini residenti ed i lavoratori dell’area. Le volte precedenti infatti avevano coinvolto solo gli Enti e le istituzioni previste dal Pee, come quella del 14 dicembre 2014 che prometteva, sei anni fa, il coinvolgimento della popolazione. Meglio tardi che mai!

Aggiornamento del Pee. Il decreto legislativo 334/99 prevedeva l’aggiornamento “ad intervalli non superiori ai tre anni”, nonché ogni qualvolta ci fossero modifiche impiantistiche comportanti un aggravio del rischio e in caso di incidenti rilevanti. A questo proposito si ricorda che nel 2016 nel Cova è entrata in funzione la quinta linea di trattamento, (una modifica non da niente e che forse qualche problemino lo sta dando visto che dopo soli tre anni ne è stato smontato il camino…), mentre la perdita di petrolio scoperta nel gennaio del 2017 è stata classificata come incidente rilevante. Eppure l’unico aggiornamento che si è avuto del Pee risale al marzo 2014, ben sei anni fa! L’aggiornamento del Pee è curato dalla Prefettura di Potenza in collaborazione con gli Enti e le Istituzioni che hanno partecipato alla stesura dello stesso (e prima della sua approvazione andrebbe inoltre condiviso con i cittadini, cosa che non è stata fatta): a questi Enti più volte in questi sei anni abbiamo ufficialmente chiesto (invano) l’aggiornamento! Meglio tardi che mai!

I cittadini ed il Pee. In questi anni diverse sono state le proposte, le sollecitazioni, le osservazioni, le denunce da parte dei cittadini anche riuniti in associazioni ma altrettanto molteplici sono stati i silenzi o le risposte evasive da parte delle autorità nonché i nonincidenti (eventi che hanno spaventato la popolazione: ne abbiamo contati 110 negli ultimi 9 anni) ed incidenti nello stabilimento dell’ Eni! Secondo la normativa Seveso, un incidente industriale è rilevante se si configura come un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuti a sviluppi incontrollati durante l’attività, ed è allora che scatta l’allarme secondo il Pee. Eppure un incidente rilevante ufficialmente accertato c’è stato (lo sversamento di petrolio scoperto nel gennaio 2017 ma riconosciuto tale dal Ministero dello Sviluppo Economico solo il 19 giugno 2017, a distanza di oltre 4 mesi), ma non è scattato il Pee! Perché?

Inoltre come associazioni avevamo più volte sostenuto la necessità (anche sotto forma di osservazioni ufficiali in fase di aggiornamento) che il Pee fosse aggiornato nel senso della sicurezza partecipata secondo quanto in atto da anni a Porto Marghera, dove la popolazione non è considerata utente ma protagonista del piano stesso tramite apposita formazione ed informazione continue e non pro-forma. E’ infatti indispensabile, per la sostanza che vada oltre la forma di un Pee che abbia una “coscienza”, la formazione di un nucleo di cittadini esperti residenti nell’area del Cova, essenziali sia per buona riuscita della fase di emergenza, sia per l’informazione continua essenziale e non complementare per la sicurezza…e perché il Pee non sia solo un fatto formale, legale, ma sostanziale e per la salvezza delle popolazioni residenti, malgrado loro, intorno al Cova!

Perché il Pee scatta solo in seguito ad ”autodenuncia” di Eni? Più volte come cittadini, a partire dal lontano gennaio 2010, abbiamo messo in evidenza che i quattro livelli relativi alle soglie di pericolo (stato di attenzione, stato di preallarme, stato di allarme-emergenza esterna, inseriti peraltro anche su nostra sollecitazione solo con l’aggiornamento del 2014 (la prima stesura invece considerava solo la situazione di “emergenza”) fanno riferimento alla comunicazione fatta alle autorità direttamente da parte della proprietà del Cova e non sono in relazione in questa prima fase al controllo dell’Ente pubblico. I quattro livelli sono pertanto indipendenti da quanto l’Ente pubblico potrebbe invece verificare dall’acquisizione in continuo (oraria) dei dati delle 5 centraline dell’Arpab presenti nell’area, per cui la legislazione attualmente in vigore nella Regione Basilicata prevede proprio diverse soglie-limite per quanto riguarda gli inquinanti normati. All’interno del Cova invece, un sistema di allarme ottico-acustico viene attivato automaticamente ogni qualvolta viene rilevata la presenza di miscele di sostanze pericolose: perché ciò non è possibile farlo anche all’esterno migliorando il sistema attualmente esistente delle centraline dell’Arpab? Un esempio di un Pee così funzionante è in vigore nella Regione siciliana che ha una particolare legislazione che prevede per ciascuna postazione livelli di concentrazione di inquinanti in base ai quali sono individuati gli stati di preallarme, allarme ed emergenza. Eppure anche la nostra normativa regionale “Norme tecniche ed azioni per la tutela della qualità dell’aria nei comuni di Viggiano e Grumento Nova, stabilisce le quattro soglie di attenzione-pre-allarme-allarme ed emergenza in relazione invece a dei livelli prefissi di alcuni inquinanti:

Si noti a tal proposito il primo livello attenzione per quanto riguarda la concentrazione media oraria di SO2 (anidride solforosa) per cui, se i valori di inquinanti registrati dalle centraline fossero stati collegati al Pee, per esempio il 17 dicembre scorso, avrebbero potuto far scattare “d’ufficio” almeno il primo livello di pericolo per il Pee, indipendente dall’”autodenuncia” dell’Eni, visto che presso la centralina “Viggiano1” si è avuto un valore mai registrato intorno al Cova, e pari a 614 µg/m3!

Altre due possibilità per l’Ente pubblico di controllare direttamente il livello di pericolo sarebbe il collegamento in continuo con le centraline per la misurazione del rumore, opportunamente potenziate ed intensificate nella loro distribuzione nell’area (purché i comuni redigano, adottino e/o attuino il piano acustico comunale, obbligatorio dal lontano 1998), nonché con i sistemi di rilevamento suggeriti dalle conclusioni della VIS (Valutazione di impatto ambientale e sanitario per i comuni di Viggiano e Grumento Nova).

Non è mai troppo tardi per avere risposte in merito!

Pertanto i cittadini riuniti nell’Osservatorio popolare della Val d’Agri chiedono alle Istituzioni competenti che:

sia subito aggiornato il Pee per l’area del Cova per i comuni di Viggiano e Grumento Nova;

il Pee sia aggiornato nel senso della “sicurezza partecipata”;

nel prossimo aggiornamento del Pee i quattro livelli relativi alle soglie di pericolo (stato di attenzione, stato di preallarme, stato di allarme-emergenza esterna, non facciano riferimento solo alla comunicazione fatta alle autorità da parte della proprietà del Cova, ma anche ai valori registrati in continuo dalle centraline dell’Arpab;

contemporaneamente anche per questo motivo, si modifichi la normativa regionale “Norme tecniche ed azioni per la tutela della qualità dell’aria nei comuni di Viggiano e Grumento Nova”, introducendo limiti più stringenti (per anidride solforosa, idrogeno solforato, benzene…) e nuovi inquinanti (come gli idrocarburi non metano per cui da molti anni invano chiediamo che siano nuovamente normati: lo erano fino al 2010 e intorno al Cova raggiungono in genere valori molto più elevati del vecchio limite di legge);

nel prossimo aggiornamento del Pee, si faccia inoltre riferimento anche alle centraline di Arpab per la registrazione delle molestie acustiche, purché la rete venga opportunamente potenziata e registri in continuo e purché il comune di Grumento Nova realizzi ed adotti il piano acustico comunale ed il comune di Viggiano che lo ha invece redatto ed approvato nel 2018 riesca finalmente ad attuarlo;

nel caso sia istituita una possibile nuova sede periferica di Arpab a Viggiano, questa sia fornita in loco (pena la sua inutilità) delle attrezzature suggerite nelle conclusioni della VIS e cioè di una torre meteorologica affidabile, considerata l’altezza raggiunta dai pennacchi, ma anche per la gestione delle emergenze in caso di incidente industriale (quindi collegata in continuo anche al sistema di allarmi del Pee), che integri le stazioni meteorologiche al suolo, nonché di una rete Pid (sensori innovativi per la rilevazione dei Cov-composti organici volatili) abbinata al sistema Odorlab (sistema innovativo di monitoraggio e campionamento degli odori basato sulle segnalazioni della popolazione), anch’essa collegata ai sistemi di allerta.

Osservatorio popolare della Val d’Agri