Strade lucane, la comunità di Craco è isolata da sette anni foto

Il sindaco denuncia il silenzio delle istituzioni dopo il crollo del ponte sulla provinciale 5

La comunità di Craco, nel materano, da ormai sette anni sta vivendo enormi disagi a causa del crollo di un ponte sulla strada provinciale n. 5 (ex SS 176) unico asse di collegamento con la statale Basentana. Il sindaco della cittadina, Domenico Montemurro, attraverso una lettera inviata al presidente della Regione Basilicata, al sottosegretario alle Infrastrutture, Paola De Micheli e ad altre istituzioni competenti, lancia un grido di allarme, supportato anche dai primi cittadini di altre comunità dell’area che di quella strada si servono per i loro spostamenti.

Montemurro, ripercorre le tappe della vicenda, partendo proprio da quel lontano 23 febbraio del 2013, quando all’altezza del km 4+100 della Provinciale n.5, si è verificato il crollo di un ponte, che ha determinato nell’immediato la totale chiusura della strada stessa e, successivamente, l’installazione di un ponte Bailey, quale soluzione che avrebbe dovuto essere provvisoria.

Nonostante la costruzione di un nuovo ponte- spiega il sindaco- ad oggi, la percorribilità della strada è ancora assicurata dal solo ponte Bailey, in quanto la nuova costruzione è in attesa di collaudo, da ormai un anno.

La percorribilità della suddetta strada è stata ulteriormente condizionata dalle ordinanze n. 22 del 5 novembre 2018 e n. 23 del 16 novembre 2018 emesse dall’Amministrazione Provinciale di Matera, con le quali, per ragioni di sicurezza, è stato vietato il transito ai veicoli di massa a pieno carico superiore a 5 tn e larghezza superiore a 2,30 mt in entrambi i sensi di marcia in prossimità dei ponti al km 2+600 ed al Km 7+100. Al fine di inibire di fatto il passaggio dei mezzi pesanti sulla strada in questione, in prossimità dei suddetti ponti sono state, altresì, realizzate delle restrizioni di carreggiata.

Per effetto dei ritardi nella messa a punto e nel collaudo del nuovo ponte, nonché delle limitazioni alla viabilità determinate dall’utilizzo prolungato di soluzioni che avrebbero dovuto essere provvisorie, quali l’installazione del ponte Bailey- spiega il sindaco- la nostra popolazione sta vivendo enormi disagi sotto molteplici fronti.

La comunità crachese ha dovuto subire la soppressione delle linee di autobus le cui dimensioni standard non sono compatibili con i limiti imposti alla percorribilità della strada in questione, così rimanendo isolata e non adeguatamente collegata con servizi pubblici essenziali come scuole, ospedali, presidi di forze dell’ordine; gli imprenditori agricoli del posto hanno visto aumentare il costo delle forniture, così come quello per il noleggio di mietitrebbie ed attrezzature meccaniche; le agenzie turistiche lamentano un netta diminuzione del numero di visitatori; il Parco Museale Scenografico di Craco nell’anno di Matera 2019 ha realizzato gli stessi numeri del 2018, a causa delle restrizioni di carreggiata che impediscono il passaggio degli autobus turistici.

In questo arco di tempo il nostro Comune ha raggiunto un triste primato: siamo in testa alla classifica provinciale per l’Indice di vulnerabilità sociale e materiale (104,20032), secondi a livello regionale al solo Comune di Roccanova. Mentre nel 2011 l’IVSM era di 102,00 ed eravamo al 297° posizione nella classifica nazionale (settimi in Basilicata), in sei anni abbiamo “recuperato” 100 posizioni, e ci troviamo al 192° posto a livello nazionale!

Un’intera comunità rischia di estinguersi-tuona l’amministratore- se non verrà affrontata in maniera strutturale una questione ormai decennale che riguarda la Strada Provinciale n.5 (ex SS 176), nostro unico asse di collegamento con la SS 407 Basentana.

La suddetta strada è un’arteria strategica per il Mezzogiorno e per la Basilicata, inserita nell’asse Murgia-Pollino, ed è ampiamente utilizzata anche dai cittadini dei Comuni limitrofi (Pisticci, Montalbano, Tursi, Sant’Arcangelo, Stigliano, Aliano, Gorgoglione, Cirigliano). Nel Patto per lo Sviluppo della Regione Basilicata, siglato nel 2014, erano stati stanziati oltre 53 milioni di euro per la connessione della SS 407 Basentana con la SS 598 di Fondo Valle d’ Agri e con la SS 653 della Valle del Sinni: non solo il progetto è stato abbandonato, ma i finanziamenti sono stati stornati su altre infrastrutture.

Preso atto che allo stato attuale restano disponibili 5.3 milioni di euro (dei 53 milioni di cui sopra), non vediamo come, almeno queste somme residue, non possano essere impegnate per far fronte e per superare le criticità denunciate con la presente nota.

La nuova amministrazione comunale, mio tramite, dal mese di agosto si sta battendo in tutte le sedi opportune per ottenere la riapertura in entrambi i sensi di marcia sui ponti in questione; siamo stati in Provincia, in Regione, a Roma presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il muro di silenzio delle istituzioni su tale vicenda fa percepire alla nostra popolazione un vero e proprio abbandono da parte dello Stato: logica conseguenza è una vera e propria sfiducia nei confronti delle istituzioni.

Da ultimo, le crepe emerse sul manto stradale del ponte al km 2+600, ispezionate ai primi di dicembre dall’ingegnere Giovanni Di Bello, alla presenza dall’Assessore Donatella Merra, del Presidente della Provincia di Matera Pietro Marrese e dei sindaci di Craco, Tursi, Stigliano e Pisticci, non hanno fatto che acuire le (giustificate) preoccupazioni della nostra popolazione e di tutti coloro che percorrono quotidianamente questa strada. In caso di crollo i nostri operai sarebbero costretti a percorrere 50 km in più per raggiungere Melfi, Matera, Pisticci e i nostri studenti sarebbero praticamente impossibilitati a raggiungere le scuole della provincia (in particolar modo quelle di Pisticci, Matera, Bernalda e Ferrandina).

Alla luce di quanto sopra, dunque, l’Amministrazione Comunale di Craco, supportata dagli altri sindaci che sottoscrivono questo documento, chiede un intervento urgente e indifferibile sul suddetto tratto di strada. Appare necessario e doveroso, infatti, pianificare un intervento strutturale, che permetta di risolvere in via definitiva una questione le cui soluzioni ‘tampone’ si protraggono ormai da troppi anni, creando enormi disagi alla popolazione e compromettendo sensibilmente la sicurezza e l’incolumità degli utenti della strada in questione.

La Strada Provinciale n. 5 va inserita tra le priorità del Dipartimento Infrastrutture e Trasporti della Regione onde evitare che Craco sia il primo Comune lucano ad estinguersi nel secolo XXI; ciò anche al fine di allontanare dai cittadini l’idea di una politica fatta di contraddizioni, in quanto, accanto ai concetti di Banda Larga, di 5G, e simili che stanno prendendo concretezza in realtà limitrofe, Craco risulta una realtà sempre più isolata e abbandonata a sé stessa, al pari di quello stesso ponte di nuova costruzione, abbandonato allorquando sembrava ultimato.

Per quanto riguarda il ponte ed il ponticello situati al km 2+600 le opzioni ipotizzabili appaiono le seguenti:

un intervento tampone di circa 500.000 euro, capace di rinforzare i ponti in questione e di permettere la rimozione delle restrizioni di carreggiata, con la riapertura del traffico ai mezzi sino a 20 tonnellate (questo intervento consentirebbe il passaggio degli autobus di linea e della maggior parte dei mezzi agricoli);

la ricostruzione integrale dei due ponti al km 2+600, il cui stato impedisce attualmente il transito dei veicoli superiori a 5 tonnellate. La Provincia dichiara di essere già in possesso dei progetti esecutivi relativi a tali ponti, per una spesa complessiva di 1.4 milioni di euro. Fermo restando la necessità di prevedere una soluzione anche per il ponte Cavone al km 4+100, dove persiste il limite di 20 tonnellate ed il restringimento di carreggiata per i veicoli eccedenti i 2,30 metri di larghezza.

Questa lettera -conclude il primo cittadino di Craco-vuole essere un appello, dunque, nonché veicolo del grido di rabbia e dolore della comunità che rappresento, la quale si sta mobilitando per organizzare manifestazioni di protesta in prossimità dei suddetti ponti, a cui, in assenza di soluzioni concrete al problema da parte delle istituzioni, quale supremo rappresentante della comunità crachese, non potrò che prendere parte.