Sardina lucana protesta contro Santori

Vincenzo Petrone: "Hai dimenticato la Basilicata"

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Vincenzo Petrone, in arte Klaus Mondrian, regista e scrittore lucano, vive a Roma. Laureato al Dams su Carmelo Bene. Ha collaborato come opinionista a Liberazione e partecipato a molti programmi tv (da Maurizio Costanzo a Irene Bignardi) soprattutto parlando, per primo in Italia, del concetto di no-gender già dal 1998. Attualmente scrive sul magazine transgender Flewid e dirige la galleria d’arte Mondrian suite a Roma. In politica ha militato nel partito radicale, in Rifondazione Comunista e nei 5stelle. In tutti questi casi -racconta- è sempre uscito (o cacciato fuori) per avere denunciato l’assenza della pratica democratica interna ai partiti.

Di seguito il testo della lettera. 

“Seguo le Sardine dall’inizio ed ho partecipato con entusiasmo alla grande manifestazione di Roma dove abito. Sono anche icritto al gruppo Sardine Lucane, la regione che amo e in cui sono nato.

Attualmente chiunque può definirsi a mio parere Sardina in quanto follower dei vari gruppi Fb. Non essendoci regole e rappresentanti eletti chiunque è autorizzato a parlare come ‘sardina’ perchè i promotori si sono più volti riempiti la bocca con la frase ‘le sardine non esistono, tutti sono sardine, nessuno è sardina”.

Mercoledì sera ho preso alla lettera questo principio nichilista situazionista e davanti al Ministero per gli Affari Regionali ho protestato vibratamente con Mattia Santori e le altre Sardine presenti all’incontro per non aver messo nella delegazione una sardina lucana.

Portavo con me una corona d’aglio lucano, simbolo di purezza perchè bianco, di forza perchè saporito, e di salute perchè aiuta ad abbassare la pressione (in questo caso la pressione mediatica che le Sardine Nazionali mostrano di gradire molto essendo sempre in tv e sui giornali con proposte ‘personali mai votate da nessuno’).

Mi è stato risposto che la portavoce delle Sardine Lucane non c’era perchè il gruppo Sardine Lucane glielo aveva proibito.

Ho risposto che il gruppo non ha proibito nulla. Martedì ha semplicemente votato democraticamente per decidere se mandare o meno un rappresentante all’incontro col ministro boccia (quello con provenzano era ormai impossibile perchè l’invito è arrivato a mezzogiorno e solo dopo che avevamo protestato per l’esclusione…l’incontro con provenzano era fissato per le 15).

Il gruppo whatsapp Sardine Lucane ha votato a maggioranza no. Per non farsi umiliare dalle Sardine nazionali che non avevano (a detta dei promotori del no) promosso un percorso di coinvolgimento tematico più volte sollecitato da molti iscritti alle Sardine Lucane (non dalla leader in verità che ha sempre risposto di aspettare Scampia ‘per capire chi siamo’).

Ma la storia del ‘buco’ lucano è solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso.

Ecco cosa mi ha convinto a protestare platealmente, spettacolo contro spettacolo, perchè tale sta diventando questo Movimento nato cosi bene:

aver ‘dimenticato’ la Basilicata sia negli incontri con i Ministri Provenzano e Boccia che nel ‘tour per il Sud’

non aver chiesto a nessuna sardina se fosse o meno conveniente appena nati gia presentarsi nei Palazzi della Politica con una evidente subalternità al Potere (doveva essere Scampia a dare questa direzione).

aver proposto sciocchezze assurde e campate in aria (secondo la stessa definizione di Santori) come l’Erasmus nord/sud. Proposta mai discussa pubblicamente e mai votata da nessuno.

aver definito strumentale la protesta contro i vitalizi (nessuna sardina ha dato mandato a San Tory e C. di pronunciarsi a favore dei vitalizi)

appoggiare il no al referendum sul taglio dei parlamentari (nessuna discussione pubblica, a meno che non siano riunioni ristrette di pochi come si può immaginare, nessun voto di nessuno)

aver scoperto (da tempo, ma oggi Santori me lo ha rinfacciato dicendo “chi siete voi per definirvi Sardine Lucane”) che è stato depositato un marchio e che questo marchio, in un movimento che tutti credono spontaneo , potrà decidere chi è sardina e chi no (esattamente come fanno Berlusconi o Grillo con i loro marchi/partito); e ovviamente buttar fuori i dissenzienti senza nessun ‘processo’ interno democratico

aver dichiarato che le Sardine non saranno un partito sebbene questa decisione da sempre si sa che doveva essere presa a Scampia e dopo una discussione che non c’è invece stata; Scampia sempre più appare come la Versailles di Santori dove sarà incoronato Re Solo.

dichiararsi portavoce o leader quando più semplicemente si tratta di ruoli autoelettivi che nessuno ha mai democraticamente votato

i temi lucani finora sollecitati dalle sardine ‘non dirigenti’ non sono semplicemente stati presi in seria considerazione: la questione petrolio col nuovo pozzo di Tempa Rossa, lo svuotamento delle dighe lucane, lo spopolamento della Regione, lo stato penoso della viabilità principale e periferiche (la Basentana da 30 anni in manutenzione, il treno per Matera inesistente, le strade di collegamento tra piccoli comuni piene di buche e male asfaltate…). Solo oggi, guarda caso, Santori mi ha detto che sarà tra 4 giorni in Basilicata. Fino ad oggi, più volte sollecitato, non aveva mai dato una data.

scambiare la democrazia con la comunicazione, il brand con un movimento politico, la discussione solo su whatup per democrazia diretta (diretta da chi), lo slogan con le idee e le proposte, gli annunci spettacolari con la politica sui territori.

Come Sardina (ed ex militante 5stelle cacciato fuori per aver espresso lo stesso dissenso sul metodo di democrazia interna) mi sento profondamente deluso. Nè voglio considerarmi facente parte di un marchio e non di un Movimento. Sono Sardina non Pecora. I marchi e i brand lasciamoli a Gucci non alla Politica.

Le 240mila Sardine del Gruppo Nazionale sanno di essere sotto un marchio? Se lo sapessero vi aderirebbero lo stesso? La politica può essere ridotta ormai da venti anni a marchi e partiti personalistici e lideristici dove chi comanda è il proprietario del marchio e gli ‘attivisti’ che protestano sono subito sbattuti fuori?

Sono pronto a un confronto pubblico con Mattia Santori sui temi della democrazia e del metodo democratico (io adoro al riguardo le idee di Sartori più che di Santori). Perchè allo stato delle cose, per quanto lui dica, siamo sardine allo stesso modo. Solo il processo democratico e una votazione ti rende portavoce, segretario o altro. Finchè non c’è questa votazione io mi ritengo libero di parlare come ‘sardina’ e nessun Santori me lo potrà impedire perchè ‘sardina’ è chi è iscritto ai gruppi Sardine. Stop. Sia in punta di diritto che ovviamente in politica, attualmente questo Movimento non è nulla di organizzato. E dunque in questo caos la mia parola vale quanto quella del leader autoeletto.

La democrazia non si Lega, ma non si sloga.

Se azzoppiamo oggi un po’ del corpo politico e non curiamo i danni della slogatura democratica, quel corpo domani si azzopperà sempre più fino a che sembrerà normale una democrazia diretta dall’alto spacciata per democrazia partecipata.

La democrazia partecipata si fa sui social ma soprattutto tra la gente e tra i problemi. Non è la comunicazione che serve alla politica ma la discesa agli inferi, dove la comunicazione si chiama miseria, disoccupazione, degrado ambientale, omofobia, xenofobia.

Vincenzo Petrone 

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