Coronavirus Basilicata. Corsie preferenziali sui tamponi? Ecco che cosa risponde il capo della Task Force

Infermieri testati che aspettano gli esiti da giorni, cittadini sintomatici che devono supplicare un tampone, persone che finito l’isolamento non sanno che fare…

Il dubbio che sui tamponi in Basilicata si sia creata una corsia preferenziale, come già scritto da questo giornale, si fa sempre più fondato. Per questo motivo abbiamo riprovato a parlarne con il coordinatore della Task Force regionale, Ernesto Esposito, a cui già nei giorni scorsi avevamo chiesto spiegazioni. Lo abbiamo rifatto alla luce di evidenti anomalie emerse nella gestione dell’emergenza sanitaria per il coronavirus.

Secondo quanto ci è stato riferito da alcune fonti ci sarebbero una quindicina di infermieri della Cardiologia dell’ospedale di Potenza che attendono l’esito del tampone da sabato scorso. Avevano dovuto farlo perché a contatto con una infermiera risultata positiva. Ora sono a casa isolati, in attesa di sapere se possono tornare a lavorare oppure no. Nel caso di operatori sanitari che siano entrati in contatto con casi positivi giustamente vengono fatti i test anche in assenza di sintomi.

Il protocollo prevede, invece per i normali cittadini, che i tamponi vengano effettuati a persone sintomatiche. Tant’è che- ad esempio- ai contatti di due persone risultate positive a Genzano di Lucania (lo scorso 9 marzo) i tamponi non sono stati fatti. Queste persone si sono messe in isolamento fiduciario con una blanda sorveglianza sanitaria da parte delle autorità preposte. Tra l’altro sono trascorsi ormai i 14 giorni canonici, ma nessuno si è fatto vivo per dire loro cosa fare al punto che la sindaca, Viviana Cervellino ha dovuto diffidare l’Asp affinché certifichi ufficialmente le condizioni delle persone che hanno terminato il periodo di isolamento.

C’è poi il caso, oramai arcinoto, del 67enne di Potenza che ha dovuto attendere due settimane per un tampone pur presentando seri sintomi da coronavirus, risultando poi positivo. E non è l’unico caso.

Ricapitoliamo: infermieri che aspettano da giorni l’esito del tampone, persone che hanno avuto contatti con casi positivi, in isolamento fiduciario, ma senza tampone, persone che stavano male lasciate a casa per due settimane prima di finire intubate.

Su tutto questo ecco cosa e come ha risposto il capo della Task Force, Esposito.

Corrisponde al vero che ci sono infermieri della Cardiologia di Potenza in attesa da sabato dell’esito del tampone?

Non lo so. Perché i nomi degli operatori non li tratto. Io tratto soltanto i numeri

Noi non vogliamo sapere i nomi. Vogliamo sapere perché ci sono casi in cui i tamponi vengono effettuati in modo celere, così come in modo celere viene comunicato l’esito e perché invece ci sono- ad esempio- operatori sanitari a casa da giorni in attesa di sapere se hanno il coronavirus, o no.

Per evitare diffusioni non li richiedo proprio per un fatto di privacy.

Dottor Esposito non le stiamo chiedendo di violare la privacy, ma di spiegarci queste difformità

Mi sembra strano perché avevamo avuto una difficoltà, siamo partiti su tre fronti e non ci sono più tamponi da esaminare, non abbiamo arretrati. Facciamo direttamente quelli correnti.

Quindi significa che nessuno sta aspettando da giorni che gli venga effettuato un tampone e che domani avremo notizia di quelli che avete processato oggi?

Sì, praticamente sì.

Lei mi assicura che non ci sono arretrati?

Credo di sì. Fino a ieri sera ne avevamo processati tra Potenza e Matera 130. In nottata ne avranno fatti altri 60- 70, sono finiti.

Quindi questi infermieri perché stanno ancora aspettando?

Penso proprio di no. Forse è notizia di ieri o l’altro ieri ma oggi proprio no.

Insisto…

A parte il fatto che non mi risulta perché i campioni li abbiamo fatti cronologicamente. Diamo precedenza solo a personale sanitario e persone che arrivano in pronto soccorso e che non hanno una sintomatologia chiara. In questo caso i tempi sono celeri.

Quindi lei esclude corsie preferenziali per normali cittadini?

Si.

Questo è quanto ha dichiarato al nostro giornale il coordinatore della Task Force regionale. Non ci pare sia un “pozzo di informazioni”.

Nel frattempo il figlio e la moglie di Antonio Nicastro stanno ancora aspettando l’esito del tampone effettuato lunedì.

Intanto il presidente della Regione, Vito Bardi, ha appena inviato una nota ai sindaci lucani nella quale testualmente scrive: “In riferimento alle informazioni sul risultato dei tamponi Covid-19, si invitano le Signorie Loro, ad astenersi in via categorica da eventuali dichiarazioni pubbliche, o mediante social, al fine ultimo di garantire la privacy dei soggetti attualmente risultati positivi al Covid”.

Bardi potrebbe anche aver ragione, ma torto non hanno i sindaci che sono costretti a subire la mancanza di informazioni e interlocuzioni con le autorità sanitarie e ad avere difficoltà con i propri cittadini i quali è proprio a chi amministra che chiedono rassicurazioni. E non ci pare che la situazione sia talmente chiara e trasparente da rassicurare tutti.

Bardi intervenga sulla Task Force, sulle Asl, sugli esponenti politici della sua maggioranza per invitarli ad astenersi dalla diffusione di incertezze e confusione. Caro presidente, salga a bordo.