Crisi coronavirus, occasione per tagliare sussidi fossili

Nota del Coordinamento Nazionale No Triv: attuare una concreta moratoria estrattiva. Pessimi segnali dalla Basilicata

Fatih Birol, Direttore Esecutivo della IEA (International Energy Agency), lo ha detto nei giorni scorsi senza mezzi termini: ” I Governi approfittino dei prezzi petroliferi bassi per tagliare i sussidi alle fonti fossili e dirigano le misure di emergenza su investimenti verdi“.

Secondo la IEA, queste misure sono necessarie per evitare allo stesso tempo i rischi di nuova recessione ed un rallentamento della transizione energetica, e per conseguire l’obiettivo di un taglio strutturale delle emissioni che -aggiungiamo noi- secondo la Commissione UE causano ogni anno nella sola Europa 400.000 morti premature e 90.000 decessi a causa delle ondate di calore.

La IEA teme infatti che la crisi innescata dal Covid-19 possa bloccare numerosi progetti infrastrutturali per miliardi di dollari, nel settore dell’efficienza energetica e della generazione da fonti rinnovabili, compromettendo il processo di decarbonizzazione del sistema economico.

È questo dunque il momento, secondo la IEA, per tagliare i sussidi alle fonti fossili (pari, nel mondo, a 300miliardi di euro, e in Italia a 16,8 miliardi di euro nel 2017), utilizzando così nuove risorse per finanziare gli investimenti verdi, contrastare la recessione, sostenere anche la sanità.

Birol non fa che confermare quanto certificato dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) che da tempo sostiene che l’eliminazione delle sovvenzioni potrebbe dimezzare il numero di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico e salvare, quindi, 1,6 milioni  di vite ogni anno, e che una tassa sul carbonio pari a 75 dollari per ogni tonnellata di CO2 genererebbe entrate per i Governi tra lo 0,5% e il 4,5% del Pil, da utilizzare per finanziare misure a favore della transizione.

E in Italia?

In risposta ad un’interrogazione parlamentare, il 12 febbraio scorso il Ministro Costa ha promesso che nel prossimo Collegato Ambientale, previo confronto in Parlamento, il Governo darà il via ad una conversione, scaglionata nel tempo, dei SAD (i sussidi ambientalmente dannosi) in SAF (sussidi ambientalmente favorevoli).

Considerata la fragilità politica dell’Esecutivo, siamo portati a credere che il livello di ambizione e di impegno del nostro Paese rispetto al conseguimento di importanti target climatici andrà scemando, e che fatalmente il Governo sacrificherà quelle che Birol definisce “iniziative redditizie nel lungo termine” sull’altare del mantenimento del consenso -oggi attestato su un insperato 52%- in una fase per giunta emergenziale.

Una prima anticipazione su cosa non fare in ambito energetico in risposta agli effetti sul sistema economico del contagio da Covid-19 in verità l’abbiamo già registrata in Basilicata, dove, su richiesta pressoché unanime da parte delle forze rappresentate in Consiglio Regionale (Pd in testa), ad Eni e a Total di anticipare il versamento del gettito delle royalties stimate per il 2020 per Tempa Rossa, Total si è detta disponibile ad anticipare un milione di euro a Corleto Perticara, comune che “ospita” il Centro Oli della concessione Tempa Rossa.

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora non siamo messi molto bene.

L’emergenza non può coprire tutto, tanto meno la capacità di leggere e criticare il presente quale risultato di un passato che si vorrebbe riferimento di una supposta “normalità” in cui rituffarsi dopo la crisi sanitaria globale.

È per questo che invitiamo associazioni, cittadini, forze politiche, sindacali, culturali, ad unirsi con forza ad una campagna per il taglio immediato dei sussidi al fossile e per una concreta moratoria estrattiva.