Basta chiacchiere: Offriamo le nostre braccia all’agricoltura lucana

Una madre e sua figlia: Se non si trova manodopera per raccogliere le fragole noi siamo pronte a dare una mano, gratuitamente, a chi sta soffrendo una grave perdita economica. Salviamo la nostra identità

Dopo aver fatto pane, pizze, torte e tutto quello che si poteva aiutare a trascorrere il tempo in casa durante l’emergenza coronavirus, c’è chi pensa concretamente a dare una mano agli imprenditori schiacciati dalla crisi. La proposta della signora Maddalena Langone e di sua figlia Letizia va oltre la solidarietà di facciata, i “faremo”: “offriamo, gratuitamente, giornate di lavoro alle aziende agricole lucane in difficoltà”.

Maddalena, consulente familiare di 48 anni e sua figlia 21enne, studentessa di Lettere all’Università di Salerno, vivono a Sasso di Castalda, in provincia di Potenza. Ora che si avvicina la fase 2, non hanno dubbi. “E’ il momento di cambiare!” E il cambiamento-per questa madre- deve cominciare dal dimostrare amore e solidarietà per la propria terra. “Non possiamo far marcire i nostri prodotti e la nostra identità”.

Hanno così raccolto il grido d’allarme giunto dai campi lucani, dove i frutti rischiano di rimanere non raccolti. A causa della pandemia sono venuti meno i lavoratori stagionali, spesso migranti. Al momento la situazione è questa, come hanno sottolineato da più parti associazioni di categoria, sindacati e imprenditori del settore: la Basilicata ha bisogno di braccia pronte a raccogliere quei frutti che le permetterebbero di ricominciare dopo lo stop che ha già manifestato i suoi effetti nefasti sull’economia lucana.

“Ritengo che sia molto triste che,-spiega Maddalena- in un tempo in cui la solidarietà e la prossimità per quelle realtà che maggiormente stanno soffrendo una grave perdita economica e non solo, non si trovi manodopera per raccogliere le fragole. Da più parti leggo che indicare personale adeguato a fronteggiare il problema, sembra essere più difficile che trovare il vaccino contro il covid!

L’esercito degli annoiati a quanto pare però, è notevolmente numeroso!-aggiunge-Trasformiamo la noia in un “affare” di solidarietà e buon senso: offriamo le nostre braccia all’agricoltura lucana che è espressione della nostra identità; non lasciamo che tutto vada perduto; I campi agricoli permettono il giusto distanziamento. E’ tempo di poca burocrazia e più maniche alzate!”

La speranza che Maddalena e sua figlia nutrono è che il loro appello venga imitato, “magari dalle donne lucane” che in queste settimane in casa hanno dato prova di saper valorizzare l’identità di una terra in cui un tempo si preparava il pane con la croce sopra, si cucinava con quello che si aveva, si creava il pranzo con la stessa manualità e passione con cui uno scultore crea la sua opera d’arte.

Una proposta concreta, che non intende certo togliere lavoro a chi per anni è venuto in Basilicata a raccogliere frutta e ortaggi con cui sono state imbandite le tavole d’Italia e del mondo. Tra chi parla, annuncia e lamenta, c’è chi propone e si propone. Perché, come Maddalena ripete: “Niente potrà essere più come prima” se vogliamo ricostruire sulle macerie lasciate dalla pandemia.

Maddalena e Letizia

Maddalena e Letizia