Confcommercio Potenza: “Un Primo maggio all’insegna della delusione e dell’amarezza”

"Riapertura al 18 maggio mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro e l’esistenza stessa di migliaia di imprese"

Un Primo maggio di grande sconcerto, all’insegna della delusione e dell’amarezza, quello che si apprestano a vivere i titolari di esercizi commerciali, di bar, ristoranti, piccole attività produttive. I provvedimenti del governo sulla cosiddetta Fase 2 di ripartenza delle attività produttive, e soprattutto lo slittamento di gran parte delle riaperture, hanno deluso le aspettative del mondo Confcommercio, che come ha sottolineato il presidente Sangalli, è seriamente preoccupato per il rischio di ulteriori danni alle imprese e ai lavoratori“. E’ quanto sostiene il presidente di Confcommercio Imprese Italia Potenza Fausto De Mare.

Da una parte il posticipo delle riaperture di esercizi commerciali (dal 18 maggio) e pubblici esercizi, nonché delle attività legate alla ricettività, ristorazione e turismo (dal 1 giugno) è un danno gravissimo per il sistema economico che mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro e l’esistenza stessa di migliaia di imprese. Dall’altra – aggiunge De Mare – chi ha la possibilità di riaprire nei prossimi giorni è lasciato solo a districarsi tra normative, prescrizioni, circolari, misure, tutte complicate, che si scaricano sulle spalle dei titolari di impresa con ulteriori costi.

Le nostre imprese sono esasperate come non mai. L’ulteriore rinvio della riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi è inaccettabile. Soprattutto in Basilicata, tra le regioni dove il contagio, secondo i dati comunicati da diversi giorni, ha avuto una minore diffusione, sino a raggiugere “quota zero”, tanto da sembrare tra quelle indicate ad una riapertura rapida.

Gli imprenditori lucani, in questa gravissima situazione, davvero senza precedenti, stanno dando fondo a tutte le loro risorse ed hanno bisogno, come l’aria, di una iniezione di fiducia, perché il rischio è quello di una paralisi definitiva per settori che nella nostra regione rappresentano una fetta importante dell’economia regionale. Due i punti prioriari: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese. Servono risorse e servono subito, senza ulteriori lungaggini o tentennamenti, sappiamo solo quanto dovremo stare ancora chiusi, nulla si sa quando le misure di sostegno verranno messe in atto. Tutto questo a dispetto sia del buon senso che della classificazione di rischio appena effettuata dall’Inail che indica i pubblici esercizi come attività a basso rischio. Questo nonostante le categorie ristorazione e pubblici esercizi abbiano messo a punto protocolli specifici per riaprire in sicurezza.

Se il governo nazionale non vuole o non può farlo – dice De Mare – dovrà essere allora il governo regionale ad ascoltare l’appello di migliaia di piccoli imprenditori che mai come in questo momento hanno bisogno di sentire vicino una classe politica lucida, in grado di prendere le decisioni giuste per l’emergenza che stiamo vivendo e di assumersi le proprie responsabilità”.