Coronavirus. Mattia, M5S: Caro Bardi, vuole sapere che cosa pensano i lucani? Glielo diciamo noi gratuitamente

Quanto tempo in media è trascorso per ottenere un tampone? E per la comunicazione del risultato? E per il successivo intervento? Quali terapie sono state somministrate al domicilio? Con quali tempi? E quelle ospedaliere?

Le indagini della magistratura, le scandalose attese dei tamponi, l’indisponibilità dei reagenti, i pazienti ospedalizzati quando ormai era troppo tardi. Ritardi e tempi morti (nonostante l’esperienza delle regioni del nord), decreti contraddittori e confusi, penuria di mascherine e degli altri dispositivi di protezione per il personale sanitario, contrasti con i medici di medicina generale (loro, accusati per le mancanze della medicina territoriale) e gli operatori della Terapia Intensiva del San Carlo (loro, vittime dei ritardi sull’esecuzione dei tamponi), e la giunta Bardi che fa? Spende 45.000 euro di soldi pubblici (lo stipendio lordo di un infermiere per due anni) per sapere che cosa pensano i cittadini della sua gestione.

Caro Governatore Lei è fortunato, perché questa regione conta poco più 500.000 residenti già in gran parte fisiologicamente isolati per le caratteristiche del territorio, senza contare il vantaggio in termini di tempo che Lei ha avuto rispetto alle regioni più colpite. Vuole sapere che cosa ne pensa la gente lucana? Ne abbiamo un’idea ben chiara e gliela forniamo gratuitamente. I lucani non sanno ancora quanto tempo in media intercorre tra la richiesta di un tampone e la sua esecuzione. Non sanno quali sono i tempi medi di intervento delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale presso il domicilio, dalla prima chiamata. Non sanno quali terapie sono somministrate, e quando, rispetto a quelle autorizzate dall’Aifa, oltre le frammentarie notizie su generiche “partecipazioni” a questa o quella sperimentazione.

Presidente Bardi, non è il caso di cullarci sui risultati dei nuovi contagi, ottenuti soltanto per effetto dell’isolamento e della buona volontà e disciplina dei lucani. Sappiamo che c’è un numero sommerso di positivi asintomatici che, alla riapertura delle attività, potrà portare a nuove ondate di contagio. I tempi di un vaccino sono del tutto incerti e le uniche armi che abbiamo sono i tamponi e la tempestività degli interventi.

L’Aifa ha autorizzato ormai da settimane l’uso del Remdesevir (antivirale, che ha recentemente riscontrato esiti favorevoli sull’uomo anche negli Stati Uniti), l’Idrossiclorochina, l’Eparina a basso peso molecolare, oltre al Tocilizumab e ad altri ancora, per le terapie domiciliari e ospedaliere. A che punto siamo?

E’ un fatto notorio che la terapia intensiva si può evitare intervenendo nei primi sette giorni dai primi sintomi, con terapie appropriate. Intendiamo conoscere dati oggettivi e non “punti di vista”: Quanto tempo in media è trascorso per ottenere un tampone? E per la comunicazione del risultato? E per il successivo intervento? Quali terapie sono state somministrate al domicilio? Con quali tempi? E quelle ospedaliere?

Egregio Presidente, queste sono le indagini che vanno svolte, per comprendere l’efficienza e l’efficacia dell’azione di governo, che non costano un euro perché devono essere realizzate nell’ambito di un normale processo di pianificazione e controllo regionale.

Invece di commissionare, a carico del contribuente, la raccolta di opinioni (magari edulcorate dal Suo ufficio stampa), si può spendere qualche sforzo per fornirci i dati oggettivi sulla risposta all’epidemia? Per informare e rassicurare, invece che per essere rassicurati dal popolo lucano?