Covid-19. La lettera dei 109. Gli operatori sanitari dell’ospedale di Venosa: assurdo smantellamento, fermate la follia e le menzogne

Medici, infermieri e personale lanciano l’allarme e chiedono il ripristino immediato del presidio ospedaliero

L’Ospedale di Venosa ha rappresentato nel corso degli anni un polo sanitario di attrattiva per la popolazione del Vulture-Alto Bradano oltre che delle popolazioni delle regioni limitrofe. Dopo la riconversione da Ospedale per acuti a Ospedale Distrettuale il nosocomio si è arricchito di tutte una serie di attività sanitarie dedicate soprattutto alla gestione delle cronicità geriatriche e a una serie di attività polispecialistiche ambulatoriali.

Si tiene a precisare che il POD di Venosa, a dispetto di quanto dichiarato da un consigliere regionale della città oraziana, al momento dell’inaspettata, forzata e inappropriata decisione di chiusura e svuotamento per riconversione a Covid Hospital (precisamente il 16 marzo 2020), non era per nulla un contenitore vuoto. Al suo interno erano allocate e funzionanti a pieno regime le seguenti strutture e attività:

1) UOC Ce.I.M.I. (Centro Integrato della Medicina dell’Invecchiamento) con: Nucleo Alzheimer (unico centro pubblico del centro sud). UOS Lungodegenza medica post-acuzie. Attività Ambulatoriali di Geriatria. Ambulatorio Demenze e Unità di Valutazione Alzheimer. Reumatologia. Moc-Dexa e gestione delle malattie osteo-metaboliche. Neurologia. Ecocolordoppler vascolare arterioso, monitoraggio della Pressione arteriosa (ABPM),

2) UOC di Medicina Fisica e Riabilitativa e annessa palestra

3) UOSD di Dialisi (i cui pz sono residenti prevalentemente nell’area geografica venosina e dell’Alto Bradano) e con annessa attività ambulatoriale nefrologica

4) Ambulatorio di Oculistica e annesse attività chirurgiche di intravitreali e terapia refrattiva, amb. del glaucoma, afferenti alla SIC di Oculistica

5) Centro Coordinamento ADI-Cure Palliative

6) UOSD Scompenso Cardiaco

7) UOSD di Cardiologica con possibilità di visita cardiologica, elettrocardiogramma, test da sforzo, Ecocardiogramma, Holter dinamico

8) UOSD di Gastroenterologia e di Epatologia dotata anche di eco-fibroscan

9) UOSD di Endoscopia digestiva (gastroscopie, colonscopia, video capsula e screening del tumore del colon retto)

10) Sale Operatorie per interventi di OCL, terapia refrattiva e piccola chirurgica ambulatoriale a rischio ASA1

11) NOT afferente all’SPDC, Consultorio familiare, Radiologia con recente attivazione di TAC 32 slice

12) Servizio di laboratorio analisi

13) Farmacia territoriale

14) Direzione Sanitaria di Presidio e Uffici amministrativi, Uffici accettazione e ticket, Ufficio Igiene, Protesica, Articolazione territoriale della UOSD di Oncologia pediatrica territoriale

15) Punto di Primo Intervento, Postazione fissa del 118, Continuità assistenziale

16) Consultorio familiare

17) Ambulatori (Ginecologia e ostetricia, Medicina dello sport, Neuropsichiatria infantile, logopedia, Odontoiatria, Ortopedia, Fisiatria, Otorino, Dermatologia, Allergologia, Diabetologia ed endocrinologia afferente alla UOSD di Diabetologia ed endocrinologia, Pneumologia)

Come si evince il POD di Venosa era un Ospedale pieno di contenuti in termini di spazi idonei alle sue funzioni, di risorse strumentali, di risorse umane e professionali vocate, da molti anni, prevalentemente alla gestione delle problematiche della cronicità e delle prestazioni ambulatoriali, non qualificate per operare in area Covid. Lo stesso Assessore alla Salute Leone parlava a proposito del personale da impegnare nel Covid Hospital di “personale sanitario reperito nell’ambito di figure professionali altamente qualificate e dedicate e diverso da quello attualmente operante all’interno del POD di Venosa”.

Lo svuotamento dell’Ospedale di Venosa per far spazio ad un Covid Hospital sta comportando un notevole dispendio economico, esecuzione di lavori approssimativi e, in un prossimo futuro che speriamo breve, sarà notevole la difficoltà e il disagio per il ripristino delle attività pre-esistenti ad emergenza conclusa, dando per certo – come dichiarato più volte dalla Task force e dall’Assessore alla salute Leone – a un ritorno alla situazione ospedaliera quo ante. A tal proposito ricordiamo la precisazione del responsabile della Task Force Regionale: “superata l’emergenza tutto tornerà come prima”.

Lo smantellamento di tutte le attività del POD di Venosa comporta inevitabilmente un estremo disagio per l’utenza che per l’ennesima volta si è vista spogliata di quei riferimenti sanitari che contribuivano a generare senso di sicurezza e di appartenenza ad una comunità. Di fatto si determina l’abbandono di migliaia di pazienti cronici cardiopatici, geriatrici, con demenza, reumatologici, neurologici, pneumologici, epilettici, epatologici, nefropatici, diabetici, con glaucoma, etc. che richiedono monitoraggio continuo del loro stato di salute e delle loro terapie per garantire il mantenimento dell’equilibrio ed evitare il precipizio.

Senza voler stressare concetti più volte espressi e condivisi da più parti (mancata chiarezza in merito ai criteri di scelta del POD di Venosa come COVID Hospital e ai criteri di esclusione di altri presidi come quello di Pescopagano, mancata condivisione della scelta con le istituzioni del territorio e con gli operatori sanitari, mancata definizione dell’organizzazione in merito alla tipologia di pazienti Covid da ricoverare, all’intensità di cure e al personale da dedicare, etc.), in considerazione del contenimento dei contagi nella nostra Regione, del prossimo imminente inizio della fase 2 e, quindi, della necessità di una ripresa urgente di tutte le attività sanitarie, noi operatori sanitari proponiamo, con determinazione, di considerare la possibilità di:

  1. ripristinare quanto prima le attività di degenza dell’UOC Ce.I.M.I. (Lungodegenza post-acuzie e Nucleo Alzheimer) e della UOC di Medicina fisica e riabilitativa con le relative annesse attività ambulatoriali;
  2. rivedere l’esclusiva destinazione COVID del POD di Venosa individuando, in reale condizione di necessità, una sola area di degenza destinata ai pazienti COVID post-acuzie “a bassa intensità di cura” – non essendo prevista e fattibile altra tipologia in termini di intensità di cura – con le dovute attenzioni tecniche e sanitarie di compartimentazione;
  3. di prevedere la permanenza del Servizio Dialisi e della Postazione del 118
  4. di ripristinare gradualmente, secondo le linee guida che verranno emanate, le attività ambulatoriali.

Le proposte nascono dalla consapevolezza di non dover privare ancora a lungo la popolazione della nostra area geografica dell’assistenza sanitaria offerta dal POD di Venosa e dalla certezza di poter disporre ormai di un significativo numero di posti letto Covid provenienti dal Qatar a costo zero in caso di reale emergenza!

La lettera è indirizzata a tutte le autorità sanitarie della regione e ai sindaci del Vulture Melfese.

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