Emergenza Covid19 Basilicata. Uil e Cssel: “Quando c’è l’emergenza si pianifica”

"Adesso - e non dopo - in Basilicata ci vuole uno schema, quanto meno un preliminare, di piano regionale della salute"

Adesso – e non dopo – in Basilicata ci vuole uno schema, quanto meno un preliminare, di piano regionale della salute. Partecipato con rapidità e consulto efficace (in social) di operatori, forze sociali e Comuni. Ispirato, in gruppo, da un nucleo di esperti di grande prestigio espressione di autorevoli istituzioni scientifiche e di strutture assistenziali eccellenti, coinvolti anche dal ‘focus’ delle aree più colpite al Nord. Per ‘ricalibrare’ i servizi nel presente e con un guizzo visionario del futuro.

Senza un piano si rischia di fare strappi e rotture di un tessuto già smagliato da precedenti inefficaci interventi. Un Piano ed un nuovo patto regionale della salute che ripristini i valori sociali della riforma, denegati negli anni. Ancora oltraggiati dalla virulenza di Covid 19.

Avevamo un servizio sanitario nazionale universale, generale, equo e gratuito. Adesso abbiamo aziende pubbliche guidate dal mercato politico – finanziario e del profitto, appannando la loro natura di ‘socialita’. Quanti sono i milioni di cittadini che non possono curarsi.

Tagliati i posti letto (-70mila dal 2008) tagliato il personale,le risorse ed i servizi territoriali. Tagliati 380 reparti ed attività. Chiamando tutto questo ’razionalizzazione’. In Basilicata tagli da record. Siamo a 1600 posti letto nel 2018 eravamo a 2500 nel 2000. Una falcidia nel biennio 2005/08 :meno 400 il 15% in meno ,contro una media del Paese di meno 5%.

Questa è l’inversione da fare ora! Se non ora quando? Riprendere la rete dei servizi e dei posti letto e riorientare l’insieme del sistema ospedale –territorio.

A cominciare da uno stato di allerta e sorveglianza del tutto nuovo di quella popolazione che sarà ancora suscettibile ad ulteriori catene di trasmissione di contagio, specie le coorti di persone fragili. I cronici, i cardiopatici, i diabetici.

Il Piano di salute deve rimodulare con certezza di decisioni da un lato il ‘segmento assistenziale’ Covid 19, allineando bene il percorso dei pazienti pre-sintomatici e sintomatici tra territorio ed ospedale. Attraverso protocolli di ‘scorrimento rapido’ dei pazienti, di salvaguardia con una linea separata da contagiosità intraospedaliera.

Ma anche con protocolli assolutamente cogenti ed efficaci per la salvaguardia degli operatori, con misure e dispositivi ‘blindati’ non abborracciati (..attuare nelle strutture socio-sanitarie regionali il protocollo firmato parti sociali Governo il 14 marzo)

In parallelo non si può tralasciare il ‘segmento di attivita assistenziali’ per gli altri bisogni di salute che non cessano. Specie per la popolazione anziana ,ormai tendente al 25%,le cui polipatologie rischiano di acutizzarsi.

Urge allestire, su base distrettuale (ex Lr n4/08) un sistema di sorveglianza sanitaria diffusa che investa le autorità locali, i medici di famiglia, i servizi di igiene dell’Asp, la rete rafforzata dell’ADI , dei Centri antidiabete e cardiologici, in raccordo ai servizi ospedalieri dedicati e dialoganti con la rete territoriale. Ribaltando il processo di cura. Prima la presa in carico territoriale e poi quando occorre quella ospedaliera.

Urge squadernare all’esterno ed in estemporanea, per un effetto di ‘risanamento sociale’, equipes e nuclei di operatori, assumendone di nuovi con il tracciamento a domicilio della evoluzione di Covid 19, impiegando i dispositivi del caso (tamponi, saturimetri etc) il decorso della malattia (modelli Piacenza e Veneto). Senza separatezze, con l’integrazione interprofessionale (i modelli sono stati sperimentati, su progetto regionale, nel primo lustro del 2000 nel melfese-venosino ed a Matera con i Punti di salute e l’associazione tra i medici di famiglia).

Infine sulla base delle linee del Piano di salute avviare strutture Covid 19 di seconda istanza. Reparti che non devono impattare le funzioni ordinarie, da riassestate e non ridimensionare o peggio squinternate a caso (vedi ospedali di Pescopagano e Venosa..)

Ma occorre un esercizio di modestia e di ascolto collettivo.

Vincenzo Tortorelli Segretario regionale Uil Basilicata

Giancarlo Vainieri presidente Cssel