Unione Europea, Mes. L’Italia stia alla larga da quell’accordo

L’atteggiamento del Partito Democratico, oltre ad essere incomprensibile è contrario all’interesse del Paese ed è altamente irresponsabile di fronte alla gravità della situazione

Proprio non mi riesce di capire a che gioco stia giocando il PD. Pareva che tutto il governo fosse compatto sulla richiesta dell’emissione degli Eurobond per finanziare l’uscita dalla crisi. Dichiarazioni di Prodi sui tulipani olandesi, messaggi a tutto spiano sulla necessità di risposta ‘solidale’ dell’Europa eccetera eccetera e tutto pareva andare in questa direzione unanime con il Governo.

Che qualcosa iniziasse a scricchiolare lo si è capito già dalle preparazioni dell’Eurogruppo fatto dai tavoli tecnici quando il rappresentante italiano, Alessandro Rivera direttore generale del Ministero Economia e Finanza nonché membro del Board of directors del MES, non si è opposto all’uso del MES come strumento di finanziamento della crisi. La incrinatura divenne frattura il 9 aprile, quando Conte in persona garantì sul ministro Gualtieri riaffermando, con la conferma di Gualtieri stesso, la contrarietà italiana al MES come linea dell’intero governo. Quella conferenza stampa è rimasta indelebile nella memoria degli italiani.

Poi oggi, ‘l’uomo dei tulipani’ si dichiara favorevole al suo utilizzo e via a seguire Zingaretti e tutto il PD, quando persino Monti ha preso le distanze dal MES e mette in guardia dal suo utilizzo, e nonostante l’appello di 101 economisti a non firmare quell’accordo.

Eppure basterebbe leggere il trattato costitutivo del MES per starne alla larga.

Vediamolo da vicino e prima di rientrare nelle valutazioni politiche recuperiamo il merito della contrarietà al MES.

Primo: l’Italia partecipa al MES con quasi il 18% delle quote. Il capitale autorizzato è di circa 705 miliardi (art. 8 comma 1) di questi circa 80 (comma 2) versati. L’Art. 9 comma 3 recita: “I membri del MES si impegnano incondizionatamente e irrevocabilmente a versare il capitale richiesto dal direttore generale …  entro sette giorni dal ricevimento della richiesta.” Questo implica che se tutti i membri dell’eurogruppo in questa circostanza dovessero decidere di accedere al MES in misura del 2% del PIL sarebbero necessari tutti i 240 miliardi stabiliti dall’Eurogruppo. Di conseguenza l’Italia potrebbe usufruire della quota di prestiti (parci a circa 36 miliardi) ma dovrebbe al contempo versare, più probabilmente, a garantire il 18% dei 240 miliardi deliberati ossia 43 miliardi. In altri termini dovrebbe indebitarsi potenzialmente due volte: la prima per chiedere al mercato 46 miliardi la seconda verso il MES per 36. Inutile fare sofismi su questa questione la sostanza giratela come vi pare è questa.

Secondo. Il presupposto logico del funzionamento del MES è che i paesi con maggiore PIL siano più ricchi e possano destinare una quota di solidarietà ai paesi che ne hanno bisogno e che, per continuità logica, sono quelli con minore PIL. In questo caso l’Italia è un paese che pur avendo il 18% del PIL dell’area euro si trova in difficoltà e quindi proprio quando è in difficoltà, con Francia e Spagna, rischia di pagare più di quanto riceva e in altri termini invece di ricevere solidarietà la fa.

Terzo. L’intervento del MES è un prestito e in quanto tale prima o poi va restituito. Come recita il Report dell’Eurogruppo del 9 aprile: “Successivamente, gli Stati membri dell’area dell’euro rimarranno impegnati a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’UE, compresa l’eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni dell’UE. ” Ecco il trappolone per cui corriamo il rischio di trovarci la Troika. Il progetto di revisione in atto non muta niente ma peggiora le cose. Dobbiamo fidarci della parola di Olanda e Germania?

Quarto. Chi comanda al MES? Le decisioni con carattere di urgenza sono prese con maggioranza di almeno l’85% delle quote (art. 4 comma 4), quelle a maggioranza qualificata con l’80% (art. 5 comma 5). Tutte le decisioni di rilievo vanno prese a maggioranza qualificata tra questa la nomina del direttore generale (art. 5 comma 7.e). La conseguenza è un potere di veto di Germania (27% delle quote), Francia (20,2 % delle quote) e Italia (18%) sulle decisioni d’urgenza. Mentre su quelle a maggioranza qualificata questo potere spetta solo a Germania e Francia e, alla prima revisione delle quote, di fatto l’intero MES risponderà alla sola Germania.

Quinto. I piani predisposti del MES e dal FMI hanno determinato la tragedia greca . E al MES compete di stabilire i piani di rientro e la sostenibilità del debito (art. 13 comma 1b).

Sesto. Le uniche ricette accettabili dal MES sono quelle fatte di tagli alla spesa. Ma sulla base di questa visione la divergenza tra le economie sono aumentate. Con buona pace di Tobias Piller e di tutti i rigor-liberisti de’ noantri i tagli l’Italia li ha fatti, eccome se li ha fatti! ma la sostenibilità del debito pubblico è peggiorata. È inutile che parliate di pensioni baby che sono state eliminate 30 anni fa. La dimostrazione è nella seguente tabella dove sono riportati i tagli alla sanità. Dobbiamo farne altri? Forse dobbiamo pensare ad altre ricette per risanare la nostra economia e ad altre ragioni per spiegarne il declino. La Francia si è ben guardata di fare i tagli ed è peggiorata più o meno come noi nel rapporto debito / Pil ma è andata molto meglio su tutto il resto. Se è con noi, almeno a metà, in questa circostanza è perché le politiche europee stanno mettendo in crisi anche lei e con gilet gialli ‘lo chiede l’Europa’ non funziona.

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Dulcis in fundo, allo stato dell’arte, nessuno ha fatto ancora richiesta dei prestiti del MES. Dobbiamo farla solo noi?

E allora non si capisce questa posizione del PD che getta in pasto il Paese tra le fauci della Germania e di un governo, quello olandese, tra i più corrotti del mondo come dimostrato dall’inchiesta del Sole 24 ore   Bella sorpresa per i tafazzisti italiani per cui solo noi abbiamo la corruzione!

Questo atteggiamento lo si può capire da parte di Forza Italia e di Berlusconi che di quel governo, come te sbagli, è amico e con cui si trova in facile sintonia, ah! le affinità elettive! e che in quel paese ha trasferito la sede della azienda di famiglia (Mediaset) e che ha sempre anteposto i propri interessi a quelli del Paese.

Ma l’atteggiamento del PD lo si capisce ancora meno in una Europa dove i partner europei si troveranno dinanzi alla alternativa tra il completamento della zona Euro o lo smantellamento coordinato dell’Eurozona con il ritorno alle valute nazionali. In ogni caso ci troveremo dinanzi a enormi problemi di ordine economico ed istituzionale. Ci si potrà ancora fidare del PD quando questo implicherà o “la creazione di un circuito di responsabilità politica idoneo a legittimare i trasferimenti di risorse all’interno dell’Eurozona” o “di trovare il modo di non gettare il bambino (l’integrazione europea) con l’acqua sporca (la struttura esistente dell’Eurozona)”?

Temo che tutto questo sia il solito giochetto del PD di buttare dalla torre chi ha maggiore popolarità e che pare meglio messo nelle grazie degli italiani. Credo che si tratti di un attacco fuori misura e fatto con cinismo a danno del Paese nei confronti di Conte e che sotto sotto ci sia la pretesa di formare un nuovo governo con Draghi presidente.

C’è da chiedersi il PD a quali appelli internazionali abbia risposto? Per quali motivi di bottega o per quali ricatti? Perché corre, consapevolmente credo, il rischio di una crisi politica nel mezzo del disastro che oltre a spaccare il governo di fronte ad una Europa prepotente e arrogante spacca anche il Paese? Perché cambia così repentinamente la linea di sostegno nel No al MES che aveva assicurato al governo?

Ma qualsiasi sia la motivazione l’atteggiamento del PD oltre ad essere incomprensibile sui dati di fatto è contrario all’interesse del Paese ed è altamente irresponsabile di fronte alla gravità della situazione.